- Yù Dáfū 郁 达 夫 nacque il 7 dicembre 1896 a Mănzhōunòng 满 州 弄 (oggi Dáfūnòng 郁 达 弄 ) presso Fúyáng 富 阳 nella provincia del Zhèjiáng 浙 江. Alla nascita gli fu dato il nome di Yú Wén 郁 文 .
Il padre, che era un medico, morì quando il bambino aveva appena tre anni, lasciando la famiglia in disagiate condizioni economiche.
Nel 1903 Yù Dáfū cominciò a frequentare la scuola del villaggio e nel 1908 si iscrisse alla scuola media di Fúyáng.
In seguito, poté proseguire la carriera scolastica grazie ad alcune borse di studio che gli furono concesse dalle autorità. Fu dapprima allievo della scuola media superiore di Jiāxíng 嘉 兴, poi di quella di Hángzhōu 杭 州.
Nel 1910 si iscrisse alla Yuying Academy ( 育 英 学 堂 “yùyīng xuétáng”), istituto per la formazione delle classi dirigenti, fondato nel 1897 da missionari presbiteriani americani. Nel 1912 entrò all’Università di Hangchow (Hángzhōu 杭 州), da cui doveva più tardi nascere l’Università del Zhèjiāng (之 江 大 学 ”zhèjiāng dàxué”), ma ne fu presto espulso per aver partecipato ad uno sciopero degli studenti.
Nel settembre del 1913 seguì in Giappone il fratello maggiore Yù Màntuó 郁 曼 陀 , che vi si recava a studiare giurisprudenza.
Yù Dáfū si iscrisse dapprima, nel settembre del 1915, alla Facoltà di medicina presso l’Ottava Scuola Superiore di Nagoya 名 古 屋, città in cui già nel 1871 era stata fondata una Scuola Temporanea di Medicina.
Nel 1919 Yù Dáfū si iscrisse alla Facoltà di Economia dell’Università Imperiale di Tōkyō (東 京 帝 国 大 学 “tōkyō teikoku daigaku”), dove studiò sino al 1922.
A Tōkyō conobbe altri studenti cinesi, in particolare Guō Mòruò 郭 沫 若 , Zhāng Zīpíng 张 资 平 e Tián Hàn 田 汉 , con i quali fondò, nel 1921, la “Società della Creazione” (创 造 社 “chuàngzàoshè”), che propugnava la modernizzazione della lingua e della letteratura cinesi.
Nello stesso anno, Yù Dáfū pubblicò un libro di racconti intitolato “Naufragio” (沉 沦 “chénlún”), che riscosse subito un enorme successo in Cina e provocò grande scandalo sia perché trattava con notevole disinvoltura argomenti di carattere sessuale sia perché criticava le carenze del governo cinese dell’epoca. Alcune delle esperienze descritte nel libro ( ad esempio la visita di uno studente cinese ad un bordello di Tōkyō) avevano verosimilmente carattere autobiografico.
Già celebre, ritornò in Cina, dove lavorò come redattore della Rivista Trimestrale della Creazione, (创 造 季 刊 “chuàngzào jìkān”), organo del gruppo letterario da lui fondato in Giappone.
Per guadagnare uno stipendio sicuro in modo da poter mantenere la famiglia ( nel 1920, rientrato in Cina per un breve periodo di vacanza, s’era sposato con una compaesana, scelta dalla madre), svolse attività d’insegnamento, dapprima, nel 1923, come professore presso la Scuola di Scienze Politiche di Ānqìng 安 庆 nell’Ānhuī 安 徽 , poi, nel 1924,come docente di letteratura all’Università di Pechino (北 京 大 学 “bĕijīng dàxué”) e ,da ultimo, all’Università di Wŭhàn 武 汉 大 学 (“wŭhàn dàxué”). Più tardi, tuttavia, si ammalò di tubercolosi e fu costretto ad abbandonare l’insegnamento.
Nel 1923 pubblicò due racconti “Notti di ubriachezza in primavera”(春 风 沉 醉 晚 上 “chūnfēng chénzuì de wănshàng”) e “Un’umile offerta”(薄 奠 “ “bàodiàn”).
Nel 1925 divenne redattore della rivista letteraria “Il Diluvio” (洪 水 “hóngshuĭ”).
Nel 1926, mosso dall’entusiasmo politico, si recò nella Cina Meridionale e accettò un posto di professore di letteratura all’Università Nazionale del Guăngdōng (国 立 广 东 大 学 “guólì guăngdōng dàxué”), fondata nel 1924 da Sun Yat-Sen, ma l’azione del Guómíndăng deluse le sue aspettative, per cui già nell’autunno di quello stesso anno lasciò l’incarico.
Nel 1927 pubblicò il romanzo “Nove Diari” (日 记 九 种 (“rìjì jiŭzhŏng”), che narrava la sua relazione con la scrittrice di sinistra Wáng Yìngxiá 王 映 霞 (che sposò l’anno successivo, dopo aver divorziato dalla prima moglie).
Nello stesso anno uscì quella che la critica considera la sua opera migliore: ”Il Passato” (过 去 “guòqù”).
Nel 1930, a Shànghăi, aderì alla Lega degli Scrittori di Sinistra (中 国 左 翼 作 家 联 盟 “zhōngguó zuŏyì zuòjiā liánméng”), fondata, quello stesso anno, su iniziativa del Partito Comunista Cinese con l’appoggio del celebre scrittore Lŭ Xùn 鲁 迅 . La Lega mirava a promuovere, in letteratura, il realismo socialista,nella prospettiva della futura rivoluzione.
Sebbene interessato ai problemi sociali, Yù Dáfū non era tuttavia convinto che le opere letterarie andassero valutate in funzione del loro contenuto politico e prese a poco a poco le distanze dalla Lega, che abbandonò nel 1933, ritirandosi a Hángzhōu.
Nel 1935 pubblicò il romanzo “La Fuga” (出 奔 “chūbēn”).
Durante questo periodo, si recò nuovamente in Giappone, ma, dopo lo scoppio della guerra cino-giapponese, nel 1937, ritornò in patria e fu impiegato nella propaganda antigiapponese dalla Sezione Propaganda della Commissione Militare.
Nel 1938 si trasferì a Singapore con la seconda moglie, la poetessa Wáng Yìngxiá 王 映 霞 , dalla quale doveva divorziare due anni più tardi. A Singapore lavorò fino al 1942 come redattore letterario del Xíngzhōu Rìbào (星 州 日 报 in cantonese: “Sin Chew Jit Poh”), il più diffuso quotidiano in lingua cinese di Singapore.
Quando i Giapponesi occuparono Singapore, fuggì a Sumatra e si rifugiò nella città di Bukittingi, dove visse sotto falso nome, nell’ambito della comunità cinese, gestendo una birreria.
Più tardi fu costretto a fungere da interprete per i Giapponesi allorché questi ultimi, che avevano occupato pure l’Indonesia, scoprirono che era uno dei pochi che conoscevano la loro lingua.
Yù Dáfū fu visto, per l’ultima volta, il 29 agosto 1945. Dopo quella data di lui non si seppe più nulla.
Nel 1985 il prof. Masao Suzuki di Yokohama affermò di aver ritrovato l’ufficiale della polizia militare giapponese che avrebbe dato ordine di ucciderlo.
Lo scrittore sarebbe stato ucciso il 17 settembre 1945, pochi giorni dopo la resa del Giappone. Il motivo del suo assassinio rimane incerto: forse i Giapponesi avevano scoperto la sua vera identità e la sua precedente attività di propaganda antigiapponese; forse temevano che, avendo assistito, nella sua qualità di interprete, a numerose azioni della polizia militare, potesse testimoniare ,in eventuali processi per crimini di guerra, contro i responsabili di torture e di atrocità.