sulle rive del fiume azzurro
  • Home Page
  • Poesie Cinesi
    • Aì Qíng
    • Anonimo Múlàn
    • Bái Pŭ
    • Bái Yùchán
    • Bĕi Dăo
    • Fán Chéngdà
    • Féng Zhī
    • Qín Guān
    • JIĒ XĪSĪ
    • Jĭn Chángxù
    • Láng Qĭbō
    • Lí Dēng
    • Lĭ Duān
    • Lĭ Qĭ
    • Lĭ Yánnián
    • Liú Chánqíng
    • Liú Yŭxī
    • Màng Kè >
      • Il girasole nella calura
      • La luna sulla strada
    • Sū Dōngpō
    • Táng Yín
    • Wáng Chánglíng
    • Wáng Jiàn
    • Wèi Lĭtóng
    • Xí Mùróng
    • Xū Zhimò
    • Zhào Yì
  • Versi Cinesi
    • M'ero appena annodati i capelli
    • Un graffito
    • "Le contadine del Kuízhōu"
    • Dispiaceri d'amore
    • "Le montagne"
    • La quartina dei sette passi
    • "Il pelo d'orango"
    • Chángshā
    • Pensando a Dù Fŭ
    • Sull'aria di "Sciogliendo i pendagli della cintura"
    • "La sciabola giapponese"
    • "L'amato"
    • "Le sette tazze di tè"
    • Il cavaliere della Guardia Imperiale
    • "Il ritratto del giovin signore"
    • La Mia Amante
    • In biblioteca con Xiè Shīhòu
    • "Poesia sui pidocchi"
    • "Mattino di primavera"
    • Aneddoti, testi e poesie di Su Dongpo
    • A un'orchidea nascosta
    • "La canzone della sciabola giapponese"
    • "La canzone della moglie fedele"
    • "Una passeggiata in campagna"
    • "In memoria di Lĭ Píngshān"
    • "Il tè"
    • Un epitaffio
    • Se guardo una rosa
    • Vergogna di vivere
    • Il Sentiero dei Gelsi
    • Il Canto dei Chì Lè
    • Una Sedia Intagliata
    • La mosca assopita
    • Il tempio di Jīn
    • Il dipanamento dei bozzoli
    • Il pappagallo in gabbia
    • A Dù Fŭ
    • Cercando Hú l'eremita
  • Poeti Cinesi
    • BÁI JŪYÌ >
      • La Canzone dell' Eterno Rimpianto
      • La canzone del liuto
      • Il Vecchio Carbonaio
      • Guardando mietere il grano
      • La gente del Dàozhōu
      • Il vecchio invalido di Xīnfēng
      • Ahimè, la calvizie!
      • Una poesia sulla vecchiaia
      • Il pappagallo di Qín
      • La cetra abbandonata
    • CHÉN ZĬLÓNG >
      • Pensieri Sparsi
      • La tredicesima notte
    • DÙ FŬ >
      • Il canto dei carri da guerra
      • Il canto delle belle fanciulle
      • Lamento in riva al fiume
      • Il principe sventurato
      • Una bella signora
      • La danza della spada
      • Presentazione di un dipinto
      • Ammirando una scena di cavalli
      • Il poeta Yŭ Xìn
      • I Palazzi di Chŭ
      • La concubina splendente
      • L'imperatore Liú Bèi
      • Il ministro Zhūgĕ Liàng
      • La canzone dei polli legati
      • Una notte sulla torre di guardia
      • Fuoco
      • Siccità
      • Arruolamento forzato a Shíiháo
    • DÙ MÙ >
      • Una notte in albergo
      • Sera d'autunno
      • Uno Sfogo
      • Poesia estemporanea
    • GUŌ MÒRUÒ >
      • La rinascita delle fenici
    • HÀN YÙ >
      • I tamburi di pietra
      • La notte della festa della luna
      • Poema scritto sulla porta di un monastero
    • HUÁNG JĪNGRÉN >
      • Addio alla Vecchia Madre
      • La Tomba di Tàibó
      • Notte d'Inverno
    • LĬ BÁI >
      • Bevendo da solo sotto la luna
      • Arduo è il cammino di Shū
      • Il canto del cavaliere errante
      • Omaggio a Mèng Hào Rán
      • Una serata in una baita
      • Una pura, serena melodia
      • Ascoltando il suono di un flauto a Luòchéng in una notte di primavera
      • La canzone di Cháng Gán
      • Sempre pensando a Cháng'Ān >
        • a) Sempre pensando a Cháng'Ān
        • b) Un solo pensiero
      • Addio in un’osteria di Jīnglíng
      • Le ballate delle quattro stagioni
      • Si versi il vino!
      • Notte in un monastero di montagna
      • Il lamento della sentinella
      • Una canzone all'antica
      • Amore Amaro
      • Ricordo di un buon distillatore
      • Dedicato a Dù Fŭ
      • Di fronte a un bicchier di vino
      • La luna sul valico di montagna
      • La Terrazza del Sole
    • WÁNG WÉI >
      • DALLA MIA DIMORA DI WĂNG CHUĀN AL LETTERATO PÉI DÍ
      • Il Canto della Sorgente dei Peschi
      • L’Antologia del Fiume Wăng
      • "Nostalgia"
      • All'imbrunire, d'autunno, in montagna
    • WÈI YÌNGWÙ >
      • Partenza
      • L’EREMITA DEL MONTE QUÁNJIĀO
      • All'ancora sul fiume Huái
      • Incontro con un amico
      • Alla figlia che va sposa in casa Yáng
    • WÉN YĪDUŌ
  • Prosa Cinese
    • Lu Xun "La vera storia di Ā Q" >
      • Capitolo I
      • Capitolo II
      • Capitolo III
      • Capitolo IV
      • Capitolo V
      • Capitolo VI
      • Capitolo VII
      • Capitolo VIII
      • Capitolo IX
    • Lŭ Xùn "Kŏng Yĭ Jĭ "
    • Lŭ Xùn "Un momento difficile"
    • Lŭ Xùn "Il diario di un matto" >
      • Capitoli I-III
      • Capitoli III-VI
      • Capitoli VII-X
      • Capitoli X-XII
    • Zhào Mèngfŭ "Il tempio di Guān Yīn"
    • Sīmă Qián "Cervo o cavallo?"
    • Lù Yŭ "Il libro del tè"
    • LE MANI
    • Tào Yuānmíng "La sorgente dei peschi"
    • Il governatore di Nánkē
    • Wáng Xīzhī "Il padiglione delle orchidee"
    • Una serata di teatro
    • L'ignorante smascherato
    • Féng Jìcái >
      • Il signorino Cài
      • La Santa Madre del Ranuncolo Giallo
      • Sū “Sette Monete”
      • Lĭ l’imbianchino
      • La Vecchia Beona
      • Il signor Féng il quinto
      • "Uccello Morto"
    • Lăo Shĕ >
      • Il signore coi pantaloni alla cavallerizza
      • Vicini di casa
    • Lín Huīyīn
    • Il sogno del bodhisattva Guānyīn
    • Il religioso taoista e la vedova
    • Attenti all'alcooll
    • Yù Dáfū >
      • L'autunno nella vecchia capitale
    • La moglie di Zhuāngzhōu
    • La lettera di Lĭ Bài.
  • Romanzo dei Tre Regni I-XVII
    • Capitolo I
    • Capitolo II
    • Capitolo III
    • Capitolo IV
    • Capitolo V
    • Capitolo VI
    • Capitolo VII
    • Capitolo VIII
    • Capitolo IX
    • Capitolo X
    • Capitolo XI
    • Capitolo XII
    • Capitolo XIII
    • Capitolo XIV
    • Capitolo XV
    • Capitolo XVI
    • Capitolo XVII
  • La Via ed il suo Potere
    • Capitoli I-X
    • Capitoli XI-XX
    • Capitoli XXI-XXX
    • Capitoli XXXI-XL
    • Capitoli XLI-L
    • Capitoli LI-LX
    • Capitoli LXI-LXX
    • Capitoli LXXI-LXXXI
  • I DIALOGHI Capitoli I-X
    • Capitolo I
    • Capitolo II
    • Capitolo III
    • Capitolo IV
    • Capitolo V
    • Capitolo VI
    • Capitolo VII
    • Capitolo VIII
    • Capitolo IX
    • Capitolo X
  • I DiALOGHI Capitoli XI-XX
    • Capitolo XI
    • Capitolo XII
    • Capitolo XIII
    • Capitolo XIV
    • Capitolo XV
    • Capitolo XVI
    • Capitolo XVII
    • Capitolo XVIII
    • Capitolo XIX
    • Capitolo XX
  • Storia della Cina
    • La Canzone di Gāixià
    • Poesia dedicata all'Occidente
    • Versi scritti in prigione
    • Come Matteo Ricci divenne Lì Mădòu
    • Nome, grandezza e sito della CinaNuova pagina
    • “Pulendo i cessi in compagnia di Méi Zĭ”
    • La concessione italiana di Tientsin
    • L' Ultimo Imperatore
    • I Meloni della Terrazza Gialla
    • " Hánfēizĭ " ( Capitolo I )
    • La canzone della lavanderia
    • Un poeta patriottico
    • Brutte poesie o poesie false?
    • In fuga dalla Grande Fame
    • L' Imperatore Giallo
    • Il Grande Massacro
    • L' Albania
    • Vita di Guān Yú
    • Il Cattolicesimo in Cina
    • Lune di metallo
    • Le bacchette d'avorio
  • Argomenti diversi
    • Chi era Turandot?
    • Cartolina delle MIssioni
    • Il Diario
    • Errori di traduzione?
    • MIssionari cattolici in Cina
    • Il Dà Qín (Impero Romano)
    • Un racconto monotono?
    • La poesia nippocinese
    • Porcellana a fiori blu
    • Gŭ Lăo Huŏyàn Zhōng Nà Gè Biàn Dà Jiăo
    • Il Gobbo
    • Poesie in cinese
    • Ménage à trois
    • Fiori di Ciliegio
    • Il Nostradamus cinese
    • Un poeta poco noto
    • Una poesia fatale
    • Come si è arrivati al pīnyīn
    • Arashiyama
    • Il ritorno dei Wasei Kango
    • Come svolgere un tema
    • Una strana poesia
    • Una brutta storia
    • Il vecchio della frontiera ha perso un cavallo
    • Un testo di Guōdiàn
    • Primavera Cinese
    • Il Dialogo del Cavallo Bianco
    • Una poesia sino-coreana
    • La storia di Xiè Xiăo’é
    • L' Angelo della Strada
    • Le haiku di Bashō
    • Ninna nanna di Pechino
    • Che cos'è lo "humour"?
    • Sinfonia di Guerra
    • A proposito della parola “tāmāde”
    • Tintin in Cina
    • Il Destino della Nazione
    • Un Curriculum Vitae
    • "Diario del viaggio in Italia"
    • Lava la scodella!
  • SHĪ JĪNG
    • Il Nido della Gazza
    • I Falchi Pescatori
    • Un cerbiatto giace nella boscaglia
    • Poesie di soldati
    • Se nasce un maschio
    • Raccogliamo le felci
  • L'altra metà del cielo
    • Io sono te e tu sei me
    • La casetta del vicolo Qìngyún
    • La rondine solitaria
    • IO SONO FÀN YŬSÙ
    • Che cosa dice una foglia
    • Primavera a Wŭlíng
    • Sull'aria di "Un'eterna nostalgia"
    • Sipario
    • Il Biancospino
    • Una fontana, d'autunno
    • Ricordo ancora
    • Sull'aria "Il giorno della pernice"
    • Amaro Destino
    • Diciotto canzoni per il flauto dei barbari
    • La vecchia signora di Shànyáng
    • Grazie delle perle
    • Poesia di una dama di corte
    • La canzone del corvo e della gazza
    • Un Ricordo
    • Ho attraversato più di mezza Cina...
    • Senza Titolo
    • Ritorno in patria
    • La sorgente in mezzo la deserto
    • Meditazione
    • Nel mondo tu sei un giorno d'aprile
    • Hotel Europa
    • Oh Mamma! e altre poesie
    • L'acqua distillata della mamma
    • Biografia di Zhāng Àilíng
    • L'Addio del Re Egemone
    • OTTOBRE
  • Antologie della poesia Táng
    • Ritorno al villaggio
    • Sentendo qualcuno cantare una canzoneNuova pagina
    • Una canzone di Liángzhōu
    • Addio presso il Padiglione del Loto
    • Incontrando un messaggero diretto alla capitale
    • Compassione per i contadini
    • Cercando invano il maestro
    • Ascoltandola suonare l'arpa
    • Un vecchio canto dei soldati
    • A un suonatore di liuto
    • La Ballata del Viaggiatore
    • La bella si pettina
    • La sposina prudente
    • Dai "Canti delle Branche di Bambù" Seconda poesia
    • Rimpianto di donna
    • Una notte in albergo
    • La Canzone del Lóngxī
    • Il canto del gabbiano
    • Un Amore Impossibile
    • Poesie di Jiă Dăo
    • Giunge l' Autunno
    • Pensando a chi è partito
    • Canto della Frontiera
    • Soggiorno d’autunno a Bàshàng
    • La Fanciulla Povera
    • La Ballata della Tigre Feroce
    • Attraversando il fiume Hàn
    • Oltre il confine
    • Quattro canti di frontiera
    • La Canzone di Gēshū
    • Sul pendio di Măwéi
    • Il Torrente dei Fiori di Pesco
    • Il Messaggero
  • Canzonette ("Cí")
    • Pensando alla bella di Qín
    • Alle farfalle piacciono i fiori
    • Sull'aria di "Prevedendo il futuro"
    • Due Canzoni Popolari
    • La canzone del palazzo
    • Il Canto dell'"Urlare al Fuoco"
    • Boccioli di biancospino
    • La Tomba delle Anatre Selvatiche
  • Zhuāngzĭ
    • Una cosa vale l'altra
    • I princìpi che nutrono la vita
    • L'uomo nella società
    • Il segno della perfetta virtù
    • Il grande e onorato maestro
    • Come si devono comportare i sovrani
    • I Piedi Palmati
    • Gli zoccoli dei cavalli
    • I tagliaborse
    • Lasciar correre
    • Cielo e Terra
    • La Via del Cielo
  • Teatro Cinese
    • Il Letterato Frustrato
    • Come farsi prendere una foto
    • Il Temporale >
      • Atto Primo
      • Atto Secondo
      • Atto secondo (seguito)
      • Atto Terzo
      • Atto Terzo (seguito)
      • Atto Quarto
      • Atto Quarto (seguito)
    • La casa da tè >
      • Atto Primo
      • Atto Secondo
      • Atto Terzo
    • L'Errore dell'Aquilone
    • L' Alba
    • L'Orfano di Casa Zhào
  • Romanzo dei Tre Regni XVIII-
    • Capitolo XVIII
    • Capitolo XIX
    • Capitolo XX
  • Pittura e altre arti
    • Giuseppe Castiglione
    • Hán Gàn
    • Gù Kăizhī
    • Il Gēngzhītú
    • Le Sfere d'Avorio degli Spiriti
    • Le case-fortezza del Fújiàn
    • Il LIbro del Cielo
    • L’arduo cammino di Shŭ
    • La Via del Tōkaidō
    • I Fumetti CInesi
    • Testo del fumetto "Cicatrici"
  • Mozi
    • L'Amore Universale
  • Foto di Ningpo
  • Blog



                                                   CAPITOLI LI-LX
                                                             


                                                                LI

 
La Via li genera,

il suo potere li nutre,

il mondo dà loro forma,

le circostanze li perfezionano.

 
Perciò tutti gli esseri viventi onorano la Via

e rispettano il suo potere.

 
Ma essi onorano la Via

e rispettano il suo potere 

spontaneamente e senza costrizione

perché la Via li genera

ed il suo potere li nutre,

li fa crescere,

li guida alla maturità,

li sostiene,

li cura,

li aiuta,

li difende.

 
Li crea ma non ne reclama il possesso.

Li perfeziona ma non ne esige riconoscenza.

Li fa crescere ma non ne pretende il dominio.

 
Ecco quello che chiamano “Il Potere Arcano”.


 
                                                                 LII

 
Ciò che è all’origine dell’intero universo 

si può definire la madre di tutte le cose.


Chi dalla comprensione della madre

discende alla conoscenza dei figli

e, dalla conoscenza dei figli, risale

al doveroso rispetto verso la madre,

alla fine dei suoi giorni non sarà in pericolo.

 
Modera l’attività esterna,

richiuditi in te stesso,

e morirai libero d’affanni.


Apriti agli scambi con tutti, 

occupati degli affari del mondo,

e morirai disperato.

 
Vedere la propria piccolezza è intelligenza,

sapersi mantenere deboli significa essere forti.


Usa il tuo splendore per ritornare alla comprensione

e non attirerai su di te le disgrazie.


Questo vuol dire abituarsi all’immortalità. (1)


 
NOTA


(1) La terminologia molto sintetica ed assai criptica di questo
capitolo ha giustificato le più disparate interpretazioni.

Da parte mia, ho cercato di intendere i vari termini in senso tale da
dare al ragionamento svolto nel capitolo uno sviluppo coerente e propongo, per quel che può valere un’opinione che non si basa su alcuno studio approfondito della dottrina taoista, la seguente interpretazione:

Vive bene la propria vita e le dà un valore chi sa comprendere l’essenza del mondo sia ricavando, con un procedimento logico di tipo deduttivo,
la natura delle cose dal principio che le ha create, sia risalendo, con un
procedimento logico di tipo induttivo, dalla molteplicità delle cose all’unicità di ciò che ne è l’origine.

Solo questa comprensione attribuisce un senso alla vita umana: chi si
ispira ad essa vivrà tranquillo e senza affanni e morirà sereno ed appagato; chi invece cercherà di realizzare sé stesso nelle attività e nelle passioni mondane finirà deluso e disperato.

Chi sa capire che alla lunga il piccolo prevale sul grande, il debole
prevale sul forte, è anche in grado di capire che nel mondo nulla è in grado di  durare per sempre, che tutto è transitorio. Ma, paradossalmente, proprio questa consapevolezza dell’impermanenza delle cose umane gli permette di comprendere che l’esistenza di ciascuno continua nella vita indistinta dell’universo. È  questo, conclude saggiamente Lăo Zĭ, ciò che chiamano “ abituarsi all’immortalità”. 
 
                                                                           
             
                                                               LIII

 
Se fossimo uomini di buon senso

cammineremmo lungo la via maestra

ed avremmo paura dei sentieri tortuosi.

 
Invece, sebbene la via maestra sia sicura

la gente ama avventurarsi sui sentieri.

 
La Corte è in preda agli intrighi,

i campi giacciono abbandonati,

i granai sono vuoti,

eppure i potenti

indossano vesti preziose,

cingono spade affilate,

mangiano e bevono sino alla nausea,

accumulano inutili ricchezze.



Si può forse dire che questa è la Via?

No.

È fare del brigantaggio e vantarsene.

 
                                                                                       
                                                                LIV

 
Ciò che è ben piantato nel suolo non può essere divelto.

Ciò che è tenuto saldo in mano non può essere strappato.

 
Grazie alla Via, figli e nipoti continueranno ad offrire sacrifici.

 
Segui la Via in te stesso, e sarai veramente virtuoso.


Praticala in seno alla famiglia, e questa sarà agiata;

praticala nel tuo villaggio, e questo sarà prospero;

praticala nel tuo regno, e questo diventerà fiorente;

praticala nell’impero, e questo si estenderà ovunque;

perché

è attraverso l’ uomo che si vede l’Uomo;

è attraverso la famiglia che si vede la Famiglia;

è attraverso il villaggio che si vede il Villaggio;

è attraverso il regno che si vede il Regno

ed è attraverso l’ impero che si vede l’Impero. (1) 

 
Come faccio a sapere che è così?

Proprio grazie a questo.



NOTA

(1) Sembra di ascoltare in queste frasi un’eco delle dottrine platoniche: nel singolo uomo che pratica la Via ritroviamo l’idea dell’Uomo, nella concreta organizzazione statale che si conforma alla Via, ritroviamo l’archetipo dello Stato.

 
                                                                                  
                                                                 LV

 
Chi possiede virtù in abbondanza è come un neonato.

 
Questi non teme che i serpenti velenosi lo mordano,

che le bestie feroci lo azzannino,

che gli uccelli rapaci gli piombino addosso.

 
Le sue ossa sono ancora fragili,

i suoi muscoli sono ancora deboli,

eppure già afferra gli oggetti con forza.

 
Non conosce il sesso

eppure prova orgasmi

perché il suo corpo è già perfetto.

 
Strilla tutto il giorno

e la sua voce non si arrochisce

perché c’è già in lui piena armonia.

 
Conoscere l’armonia delle cose

significa capire ciò che è perenne.

 
Capire ciò che è perenne

significa essere saggi.

 
Lo sviluppo dell’esistenza

si compie sotto cattivi auspici. (1)

 
Quando il cuore produce energia

l’uomo diventa forte, si irrobustisce, (2)

ma, nel pieno del suo vigore,

comincia ad invecchiare.

 
Infatti, una prosperità costante

non rientra negli schemi della Via

e ciò che non è conforme alla Via

cade rapidamente in rovina. (3)



NOTE
 
(1) Il termine 祥 “xiáng”, il cui significato originario era “presagio”, “augurio”, “auspicio”, è qui generalmente inteso nel senso di “cattivo auspicio” in quanto la dottrina taoista insegna che ogni sviluppo porta alla decadenza,  ogni rafforzamento conduce all’indebolimento, ogni progresso porta ad un regresso. Non sfugge a questa regola la vita dell’uomo, il quale giunge al vigore della piena maturità solo per scivolare poi lentamente verso la vecchiaia e la morte.

(2) Il testo cinese usa il termine 物  (“wù”,“cosa”) perché il ragionamento vale non solo per l’uomo, ma per qualsiasi oggetto o fenomeno del creato. Ho preferito utilizzare il termine “uomo” perché il capitolo comincia riferendosi specificamente ad un essere umano: il neonato.

(3) Si potrebbe dire che il saggio è chi, avendo perfettamente intuito
le leggi eterne della natura, cerca di imitare quanto meglio può nel suo
comportamento l’essere che spontaneamente risulta in perfetto accordo con tali leggi: il neonato. Se si tiene conto del fatto che, nell’arco dell’esistenza umana, la crescita, il rafforzamento, l’aumento delle capacità fisiche e mentali, dell’energia, del vigore, rappresentano un lento ma inesorabile progredire verso la vecchiaia, la decadenza e la morte, il neonato è colui che si trova, più di chiunque altro, vicino alla vita. Significativamente le sue qualità ( piccolezza, debolezza, flessibilità, adattabilità) sono anche quelle che la dottrina taoista ritiene più conformi alla Via. 
 
                                                                                   

                                                                 LVI 
 
Chi sa non parla

e chi parla non sa. 

 
Il saggio chiude gli occhi

e si tappa le orecchie.

 
Smussa gli angoli,

scioglie i nodi,

smorza le luci,

non si distingue

da tutti gli altri.

 
Misteriosamente

somiglia alla Via

perché è indifferente

tanto al favore quanto alla disgrazia,

tanto ai benefici quanto agli svantaggi,

tanto alla fama quanto all’oscurità.

 
Per questo è il più nobile

tra tutti gli esseri viventi. 

 
                                                                                  
                                                              LVII

 
Per reggere gli Stati occorre giustizia.

Per vincere le guerre ci vuole astuzia.


Ma per padroneggiare il mondo

è necessario ricorrere all’inazione.

 
Mi chiederete come faccio a sapere

che è proprio così.

 
Vi rispondo:


Più son numerose le prescrizioni e le proibizioni,

più il popolo è  povero.

Più son numerosi gli strumenti utili (1),

più lo Stato e le famiglie deperiscono.

Più son numerosi gli abili artigiani,

più novità deprecabili (2) si vedono in giro.

Più son numerose le leggi ,

più cresce il numero dei ladri e dei briganti.

 
Perciò il saggio reggitore dice:


Io non agisco ed il popolo si riforma da solo.

Io non intervengo ed il popolo pratica da sé la giustizia.

Io non mi curo degli affari ed il popolo si arricchisce da solo. (3)

Io mi libero dalle passioni ed il popolo ritrova da solo la semplicità.


 
NOTE

(1) Il carattere 利 “lì”, composto dai due segni della spiga 禾 “hé” e del coltello 刀 “dāo”, implica l’idea della mietitura , e può avere due
significati: “affilato”, “efficace”, come la falce che miete il grano od il
riso, oppure “creatore di ricchezza”, “utile”, “vantaggioso”, come la mietitura che riempie i granai.

L’espressione 利 器  “lì qì” è dunque generalmente interpretata nel senso di strumenti che agevolano il lavoro e ne ottimizzano il risultato, vale a dire “strumenti efficaci”, “strumenti vantaggiosi”, “strumenti che producono ricchezza”.

Abbiamo già visto e vedremo ancora quale sia l’opinione di Lăo Zĭ sul
progresso tecnico, fonte di corruzione dei costumi e di rovina degli Stati.

La conclusione non cambierebbe se, invece di “strumenti efficaci”, si
traducesse:“armi affilate”. Il progresso in campo militare è ancora più
deleterio perché non può che incentivare gli Stati a praticare maggiormente un’attività che è la più nociva di tutte: la guerra.

(2) L’uso del termine 泫 (“xuàn” ,“piangere”) ci conferma, se ancora ce ne fosse bisogno,che nel Dào Dé Jīng gli inventori non godono di molta
considerazione.

(3) Se fosse lecito giudicare un pensatore di duemila e cinquecento anni
fa secondo categorie politiche ed economiche moderne, Lăo Zĭ , con il suo deciso rifiuto di ogni intervento statale che vada oltre il minimo necessario alla conservazione della società, potrebbe essere considerato un “liberale” in politica ed un “liberista” in economia”. ( La massima contenuta in questo verso ha sostanzialmente la stessa portata del famoso principio “laissez-faire, laissez passer”.) 
 
 
 
                                                               LVIII

Quando il governo lascia tranquilli i cittadini,

il popolo è sincero ed onesto.


Quando il governo interviene troppo,
 
la gente diventa accorta e maliziosa.

 
Come alla prosperità segue costante la decadenza,

così dalla disgrazia nasce sempre la buona fortuna. 

 
Non vediamo forse che, raggiunto il culmine,

nulla rimane in piedi,

il giusto si trasforma nell’ingiusto,

il bene degenera nel male?

 
Da molto tempo l’umanità

è sprofondata nel disordine.

 
Il saggio

la corregge senza farle male,

la migliora senza offenderla,

la raddrizza senza tirarla

e la illumina senza abbagliarla. 
 
 
                                                                                       
                                                                LIX

 
Nel governare il popolo e nel servire il Cielo

non c’è nulla che valga come la moderazione.

 
Solo se un uomo dimostra moderazione

si può dire che impara subito la Via.

 
Se un uomo impara subito la Via

si può dire che raddoppia la propria Virtù. 

 
Se avrà raddoppiato la propria Virtù

non vi sarà ostacolo capace di fermarlo.

 
Se non vi sarà ostacolo capace di fermarlo,

nessuno saprà più quali sono i suoi limiti.

 
Se nessuno saprà più quali sono suoi limiti,

non sarà forse in grado di ottenere il regno?

 
Chi conosce la Madre del Regno

potrà durare perennemente.

 
Questo significa la Via:

radici profonde e basi salde,

lunga vita e visione duratura. (1)



NOTA

(1) Si può sostenere, a mio avviso in modo abbastanza logico, che
la Madre del Regno(國 之 母 “guó zhī mŭ “) coincide con la Via ( 道  “dào”).
Infatti,come vediamo in questo capitolo, il comportamento di chi riesce ad
ottenere il potere ed a mantenerlo a lungo non è diverso da quello del saggio che si ispira ai precetti della Via.
 
 
                       
                                                                LX

 
Governare un gran regno è come friggere un pesciolino. (1)

 
Se il sovrano comanda nel rispetto della Via

la sua anima sensitiva e la sua anima spirituale

non si confondono

e non può essere altrimenti.

 
La sua anima spirituale non può nuocere alla gente

e non può essere altrimenti.

 
Anche il saggio si guarda dal nuocere alla gente. 

 
Nessuno dei due reca danno agli altri.

 
Perciò il loro potere

va nella stessa direzione. (2) (3)



NOTE

(1) Il primo verso del capitolo non presenta difficoltà di interpretazione. Esso ribadisce infatti uno dei princìpi fondamentali della dottrina taoista: la miglior politica è quella che limita allo stretto indispensabile l’ingerenza delle autorità nella vita dei cittadini. Ridotto all’esercizio di alcuni compiti elementari anche il governo di un grande Stato diventa semplice come friggere un pesciolino.

(2) La mia interpretazione di questo capitolo parte da un’analisi
grammaticale e sintattica del testo.

Cominciamo dall’esame del penultimo verso (“夫 兩 不 相 傷  “fū liăng bù xiāng shāng”), cioè “questi due uomini non fanno del male agli altri”, da cui si deduce che due sono i soggetti cui si è parlato prima. Uno dei due è facile da scoprire: basta risalire al verso precedente che recita: 聖 人 亦 不 傷 人  (“shèng rén yì bù shāng rén”) vale a dire: “anche il saggio non fa del male alla gente”. Per quanto riguarda il secondo, non mi sembra che il testo intenda riferirsi né a 鬼 (“guĭ”,“fantasma”,”demone”, “anima sensitiva” ) né a 神  (“shén”,”essere soprannaturale”, “divinità”, “anima spirituale”).Nei versi da 3 a 5 troviamo infatti questi termini preceduti da其 “qí”, che i dizionari indicano come aggettivo e pronome possessivo : “suo”, “il suo”. Il soggetto cui appartengono il 鬼 e lo 神 dovrebbe quindi figurare nei primi due versi. In questi versi manca un soggetto espresso, perché le frasi in essi contenute sono formulate in modo impersonale. (以 道 蒞 天 下 “yĭ dào lì tiān xià” vale a dire “reggere l’Impero conformemente alla Via” e  治 大 國  “zhì dà guó” vale a dire “governare un grande regno". Si può tuttavia constatare che queste frasi mantengono pienamente il loro significato anche se vengono costruite con un  soggetto espresso (“chi regge l’impero conformemente alla Via” e “chi governa un grande regno”). I due soggetti del capitolo sono dunque, da una parte il “saggio” e dall’altra il sovrano, che, quando si conforma alla Via, adotta gli stessi atteggiamenti e persegue le stesse finalità del “saggio”.
 
(3) Mi è sembrata particolarmente convincente per la comprensione
di questo capitolo l’interpretazione che parte da uno specifico significato
attribuito fin dall’antichità ai termini 鬼 “guĭ” e 神 “shén”, intesi, il primo nel senso della componente materiale dell’uomo (“l’anima sensitiva”) ed il secondo nel senso della sua componente soprannaturale (“l’anima spirituale”). Nel sovrano che si ispira alla Via le due componenti non si confondono. Non v’è quindi alcun rischio che l’anima sensitiva possa prevalere sull’anima spirituale e quest’ultima, libera di agire, non può,
conformemente alla sua natura celeste, che indirizzarsi verso il bene.

Ho quindi inteso la ripetizione delle frasi 其 鬼 不 神 (“qí guĭ bù shén”, “la sua anima materiale non può confondersi con la sua anima spirituale” ) e  
其 神 不 傷 人  (“qí shén bù shāng rén” “la sua anima spirituale non può far del male alla gente”) preceduta dal simbolo di negazione 非 (“fēi”), come una vigorosa riaffermazione delle impossibilità appena esposte (“no, non può essere altrimenti”).


 
 


 


Fai clic qui per effettuare modifiche.
Fornito da Crea il tuo sito web unico con modelli personalizzabili.