Basta un rapido sguardo per rendersi conto che la poesia qui di seguito riportata non descrive il mondo degli uccelli, bensì la società umana.
La chiave di lettura è molto semplice:
- le galline e le rondini rappresentano il popolo;
- gli uccelli rapaci impersonano i funzionari corrotti che sottopongono ad angherie e vessazioni di ogni genere la povera gente;
- le garzette e le gru raffigurano i nobili e i grandi dignitari che, anche se personalmente integri, vivono troppo lontani dalla gente comune per poterne capire le sofferenze;
- la fenice incarna l’Imperatore.
Quanto al pappagallo di Qín, possiamo vedere in lui il modello del ministro brillante e capace, che, però, non trova mai il coraggio di denunciare all’autorità suprema le magagne dell’amministrazione e di esigere le dolorose, ma indispensabili riforme, e spreca quindi il suo talento in una politica futile e inconcludente.
Al limite, potremmo scorgere, tra le righe, anche una velata autocritica dello stesso poeta, che, come sappiamo, occupò alte cariche statali sotto la dinastia Táng.
IL PAPPAGALLO DI QÍN
秦 吉 了
Il pappagallo di Qín (1) viene dal Sud.(2) 秦吉了出南中 qín jí liăo chū nán guó
Ha penne nere e azzurre, collo rosso. 彩毛青黑花颈红 căi máo qíng hēi huā jĭng hóng
Svelto d’udito, di mente e di lingua. 耳聪心慧舌端巧 ĕr cōng xīn huì huá duān qiăo
Pronto a cinguettare come a parlare. 鸟语人言无不通 niăo yŭ rén yán mó bù
Ieri un nibbio dai lunghi artigli. 昨日长爪鸢 zuó rì cháng zhuă yuān
Oggi un corvo dal grande becco. 今朝大觜乌 jīn cháo dà zuì wū
Strappó il nibbio i rondinini dal nido. 鸢捎乳燕一窠覆 yuān shāo rŭ yàn yī kē fù
Il corvo cavò gli occhi ad una chioccia. 乌啄母鸡双眼枯 wū zhuó mŭ jī shuāng yăn kū
Galline disperse, rondini in fuga. 鸡号堕地燕惊去 jī hào duò dì yăn jīng qù
Predate le uova, rapiti i pulcini. 然后拾卵攫其雏 rán hòu shí luăn jué qí chú
Saran mai sazi gli uccelli rapaci 岂无雕与鹗 qĭ mó diāo yú è
se non c’è nessuno che muova un dito? 嗉中肉饱不肯搏 sù zhōng rŏu băo bù kĕn bó
Certo non mancano le garzette (3) e le gru. 亦有鸾鹤群 yì yŏu luán hè qún
Volano alte, serene, come sorde. 闲立高飏如不闻 xián lì gāo yáng rú bù wén
Pappagallo di Qín, 秦吉了 qín jí liăo
tu che parli la lingua degli uomini e dei pennuti, 人云 尔是能言鸟 rén yún ní shí néng yán niăo
non vedi come soffron gli altri uccelli? 岂不见鸡燕之冤苦 qĭ bù jiān jī yăn zhī yuān kŭ
So che la fenice regna sugli uccelli , 吾闻凤凰百鸟主 wú wén fèng huáng băi niăo zhŭ
ma tu di questo non le dici niente 尔竟不为凤凰之前致一言 ní jìng bù wéi fèng huáng zhì qiàn zhì yī yán
e t’accontenti di parlare a vuoto. 安用噪噪闲言语 ān yŏng zào zào yán yŭ.
NOTE
1) Ho reso con “pappagallo di Qín” il termine 秦吉了(“qín jí liăo”) usato dai Cinesi per indicare il “myna” o “mainate”, uccello dell’ordine dei Passeriformi, famiglia degli Sturnidi, di cui talune specie sono note per la loro abilità nell’imitare il linguaggio umano.
2) Il “myna” è un uccello che proviene dall’Asia Meridionale, in particolare dall’India. Il termine “mainato”, con cui lo designano i Portoghesi, deriva infatti dallo Hindi “mainā” (“lavandaio”). Il nome fu attribuito a questo uccello perché era facile trovarlo presso fontane, ruscelli o stagni.
3) Ho reso con “garzetta”, che indica una specie di airone, il termine 鸾 (“luán”), per conservare, anche nella traduzione, la coerenza del testo cinese. Il 鸾 (“luán”) è infatti un uccello mitico, che nasce identico alla fenice 凤 凰(“fèng huáng”), ma, crescendo, se ne distingue poi per alcuni piccoli dettagli. Normalmente anche 鸾 (“luán”) viene tradotto come “fenice”, ma, nella poesia di 白 居 易 Bái Jūyì i due concetti appaiono ben distinti: la fenice è il re degli uccelli, mentre ciò non è detto del “luán”, che viene menzionato accanto alle gru. La fenice simboleggia quindi il sovrano, mentre “luán” e gru, che volano alti e lontani dalle cure quotidiane, sembrano raffigurare i nobili e i grandi dignitari.