Ho ritenuto interessante tradurre la voce “Guerra dell’Oppio” dell’enciclopedia online Băidù Băikē che presenta i fatti in una doppia prospettiva: cinese e marxista.
Ho spostato taluni paragrafi del testo originale per ordinare gli avvenimenti secondo la loro precisa successione cronologica ed ho eliminato qualche breve passaggio di carattere ripetitivo o marginale.
LA GUERRA DELL’OPPIO
Sintesi dell’argomento
Con il termine “ guerra dell'oppio” si indica di solito la prima guerra di aggressione lanciata dalla Gran Bretagna contro la Cina nel 1840. Gli Inglesi la chiamano spesso la ”prima guerra sino-britannica o la "guerra del commercio".
La guerra durò dal 1840 al 1842 e segnò l'inizio di una storia di umiliazioni per la Cina moderna.
Nel 1840 (ventesimo anno dell’era Dàoguāng) (1) il governo britannico decise di inviare in Cina un corpo di spedizione con il pretesto della distruzione di un carico d’oppio ordinata da Lín Zéxú a Húmén.(2)
Nel giugno 1840, 47 navi da guerra britanniche e 4.000 soldati, sotto il comando di Charles Elliott, sovrintendente principale al commercio britannico in Cina, e di suo cugino, l’ammiraglio George Elliott (3), si raggrupparono progressivamente presso l'estuario del Fiume delle Perle nel Guăndōng, bloccarono il porto di Canton e diedero inizio alla guerra dell'oppio.
La guerra dell'oppio terminò con la sconfitta della Cina, che fu costretta a pagare le spese del conflitto.
Cina e Gran Bretagna firmarono il "Trattato di Nanchino", il primo trattato ineguale nella storia cinese, che sancì il declassamento e l'umiliazione del paese.
La Cina dovette cedere territori, versare risarcimenti e negoziare tariffe doganali con paesi stranieri, cosa che ne mise seriamente a repentaglio la sovranità, la trasformò in qualcosa di mezzo tra una colonia ed uno stato feudale (4), le tolse la sua indipendenza (5) e causò la disintegrazione della piccola economia contadina.
Allo stesso tempo, la guerra dell'oppio aprì un nuovo capitolo nella storia della resistenza del popolo cinese moderno all'aggressione straniera.
Antefatti della guerra
Espansione delle Grandi Potenze.
La situazione internazionale negli anni che precedono la prima guerra dell'oppio.
Mentre la dinastia Qīng era in declino, il capitalismo in Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti si stava sviluppando rapidamente.
Nel quarto decennio del XIX° secolo, la rivoluzione industriale era già cominciata in Gran Bretagna da una sessantina d’anni. Negli anni 1830-1840, le grandi fabbriche sostituirono gradualmente i laboratori artigianali. Con lo sviluppo dell'industria britannica, la produzione industriale aumentò notevolmente e la necessità di espandere continuamente le vendite di prodotti spinse la borghesia (6) a cercare “in giro per il mondo" nuove risorse e nuovi sbocchi commerciali.
Subito dopo la Gran Bretagna veniva la Francia: alla vigilia della guerra dell'oppio, la produzione industriale francese era la seconda al mondo.
L'industria capitalistica negli Stati Uniti non era invece ancora pienamente sviluppata in quel periodo, sebbene si trovasse in fase ascendente. Negli Anni Trenta dell'Ottocento la borghesia americana s’era impadronita dei territori indiani e messicani a sud del paese ed aveva escluso il capitalismo europeo dall’ America Latina, di cui controllava completamente il mercato. Tuttavia, verso la metà del XIX° secolo, gli Stati Uniti non erano ancora abbastanza forti per organizzare spedizioni militari contro la Cina. Essi sostennero comunque gli invasori britannici e si infilarono nella loro scia.
La Russia avrebbe vissuto un rapido sviluppo capitalistico soltanto dopo la riforma che abolì la servitù della gleba nel 1861. Essa però guardava già alla Cina da nord, pronta a impadronirsi di territori cinesi in qualsiasi momento.
Intorno al 1840, i paesi capitalisti erano dunque nel pieno della rivoluzione industriale ed erano entrati in un periodo di prosperità.
Per espandere il mercato dei prodotti finiti e per assicurarsi i rifornimenti di materie prime, essi intensificarono le loro conquiste coloniali, trasformando, a poco a poco, gli altri Stati e territori del mondo in colonie o protettorati.
Essendo un paese con un vasto territorio e con grandi prospettive di sviluppo, ma con un sistema industriale piuttosto arretrato e un sistema di difesa insufficiente, la Cina costituiva naturalmente un bersaglio ideale per l'aggressione e l'espansione colonialistica.
La Cina prima della guerra
All'inizio del XIX° secolo, la Gran Bretagna era il paese capitalista più potente del mondo, padrone di un impero dove “il sole non tramontava mai".
Il suo prossimo obiettivo principale di aggressione in Asia divenne la Cina.
Dall’avvento della dinastia Qīng fino alla vigilia della guerra dell'oppio, la Cina era sempre stata un paese indipendente, anche se sottoposto ad un sistema feudale che ostacolava gravemente la formazione di un’ economia moderna.
Qualche segno di uno sviluppo capitalistico si era manifestato sotto la dinastia Míng, ma i progressi in tal senso erano molto lenti.
Prima della guerra dell'oppio, l'economia cinese si presentava come un sistema prevalentemente autarchico, che combinava la piccola agricoltura e le attività artigianali. V’era però una tendenza sempre più grave alla formazione di latifondi, che stavano diventando un fenomeno comune in tutto il paese. (7)
La burocrazia era corrotta e l'oligarchia feudale era al suo apogeo.
Il governo Qīng ispirava la propria azione ai "Quattro libri" e ai "Cinque classici", limitava la libertà di pensiero e reprimeva brutalmente qualsiasi manifestazione di dissenso e qualsiasi critica. (8)
Non c’erano fondi per la difesa nazionale e l’esercito non disponeva di un valido armamento.
La politica estera era caratterizzata da un atteggiamento di chiusura permanente nei confronti di tutti gli stranieri, che ostacolava in modo grave sia il commercio estero, sia lo sviluppo sociale, politico ed economico del paese.
La crescente corruzione del governo andava di pari passo con un ognor maggiore sfruttamento del popolo, che veniva sempre più oppresso. Di conseguenza, si intensificavano la lotta di classe e le insurrezioni popolari.
Il dominio della dinastia Qīng stava affrontando una profonda crisi e la società feudale cinese si stava avviando verso la fine.
Surplus commerciale della Cina
Dopo aver completato la rivoluzione industriale, la Gran Bretagna aveva bisogno di vasti mercati per l'esportazione dei suoi prodotti.
La Cina offriva un enorme mercato verso cui poteva essere indirizzati i prodotti britannici.
Il tè cinese, la seta, la porcellana e altri beni di lusso erano importati in grandi quantitativi sui mercati europei e gli Inglesi speravano che, in contraccambio, il governo cinese liberalizzasse il commercio e consentisse loro di esportare in Cina i propri prodotti.
Tuttavia, in Cina non c’era domanda di prodotti industriali inglesi come lana e tessuti di lana e il governo Qīng rifiutava di liberalizzare il commercio con il Regno Unito.
Ciò portò con il tempo, nei rapporti economici reciproci, ad un enorme deficit commerciale per il Regno Unito.
Nel XVIII° secolo, il Regno Unito aveva adottato il sistema del “tallone aureo”, mentre la Cina applicava il sistema del “tallone argenteo”. (9)
Poiché tutti gli acquisti effettuati in Cina dovevano essere pagati in moneta d’argento, il Regno Unito doveva procurarsi argento sul mercato europeo.
Le spese sostenute per procurarsi l’argento riducevano i profitti degli Inglesi che dovevano inoltre versare alle dogane cinesi un dazio pari al 20% del valore delle merci importate. Essi erano dunque molto insoddisfatti di tale situazione. (10)
Commercio dell’oppio
Ricorso al commercio dell’oppio per ribaltare la bilancia dei pagamenti.
Dopo la rivoluzione industriale, la borghesia britannica non trascurò gli sforzi per vendere prodotti industriali alla Cina nel tentativo di penetrare in Cina attraverso il commercio.
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Fino agli anni '20 e '30 del XIX° secolo, le esportazioni della Cina verso la Gran Bretagna ammontarono ad oltre due o tre milioni di tael d'argento l’anno. (11)
Gli Inglesi cercarono di riequilibrare la situazione mediante un accordo diplomatico, ma non essendo riusciti nell’intento, adottarono mezzi subdoli, contrabbandando in Cina grandi quantitativi di una merce speciale, vale a dire l’oppio, che provocava gravi danni alla salute della popolazione. (12)
Essi riuscirono così a soddisfare la loro sfrenata sete di guadagno.
Il commercio dell'oppio portò incredibili profitti alla borghesia britannica, al governo anglo-indiano, alla Compagnia delle Indie Orientali e ai commercianti di oppio (13), eliminò il vecchio surplus commerciale della Cina e fece sí che quest’ultima si trasformasse da paese esportatore in paese importatore e che lo restasse per più di duecento anni. (14)
La gente diceva: “L’oppio è un veleno e provoca disastri che la Cina non vedeva da tremila anni".
Vennero importati grandi quantitativi di oppio e il deflusso di argento dalla Cina raggiunse i 6 milioni di tael l’anno.
In Cina si verificò quindi una grave carenza di argento, che aumentò il prezzo del metallo, provocò una forte crisi finanziaria e vuotò le casse dello stato.
L'importazione d’oppio corruppe gravemente i costumi sociali e distrusse la salute fisica e mentale delle persone.
La proliferazione dell’uso della droga non solo causava danni mentali e fisici al popolo cinese, ma ne minava anche la produttività sociale, provocando crisi e declino dell'industria e del commercio nelle zone costiere sud-orientali.
Cause della guerra
Il grave danno arrecato dal contrabbando dell’oppio alla società cinese suscitò la preoccupazione del governo Qīng e di larghi strati della popolazione. (15)
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Nell’intento di salvaguardare le proprie finanze (16), il governo cinese emanò tra il 1821 e il 1834 ben otto provvedimenti che vietavano il consumo dell’oppio.
Alcuni membri della classe dirigente, vedendo di persona le disastrose conseguenze sociali del consumo dell’oppio, insistevano per l’adozione di provvedimenti rigorosi.
L'oppio fu quindi severamente proibito in Cina.
Nel dicembre 1838, l'imperatore Dàoguāng nominò ministro Lín Zéxú , che era allora governatore generale del Húguāng (17) e lo inviò nel Guāngdōng con il compito di dare esecuzione al divieto di commercio dell’oppio.
È in quel periodo che ebbe luogo, sulla spiaggia di Húmén, la famosa distruzione delle scorte di oppio detenute dai mercanti inglesi.
Arrivato a Canton nel marzo 1839, Lín Zéxú studiò, insieme al governatore del Liǎngguǎng Déng Tíngzhēn (18) e all'ammiraglio della flotta del Guǎngdōng Guān Tiānpéi (19), come porre in atto la messa al bando dell’oppio.
Invece di affidare la pratica ai funzionari dei suoi servizi, egli creò una “commissione d’inchiesta” composta da 645 studiosi appartenenti alle tre maggiori accademie del Guăngdŏng (gli istituti Yuèxiù (20), Yuèhuá (21) e Yángchéng (22)), che furono incaricati, in primo luogo, di stabilire con chiarezza quale fosse la disciplina legislativa concernente l’oppio e, in seguito, di appurare quali fossero i centri di distribuzione dell’oppio e chi li gestisse, chi fossero i fornitori e quali fossero le dimensioni concrete del contrabbando (accertamento di tutte le violazioni del divieto di commercio dell’oppio).
Lín Zéxú si formò così un’idea precisa della situazione e potè disporre di un elenco degli uomini d'affari e dei funzionari corrotti implicati nel commercio dell’oppio.
A questo punto, egli intimò ai commercianti stranieri di consegnargli tutto l'oppio in loro possesso e di impegnarsi a non venderne più altro, vietò il trasporto dell’oppio sulle navi e stabilì che l’oppio eventualmente trovato sarebbe stato sequestrato e distrutto, i responsabili delle navi puniti con la morte se fossero stati giudicati colpevoli.
Dal 3 giugno al 25 giugno 1839, la maggior parte delle scorte di oppio legalmente appartenenti ai commercianti inglesi furono distrutte in pubblico, tra gli applausi entusiasti dei cittadini di Canton e dei contadini dei dintorni che assistevano allo spettacolo.
Gli Inglesi percepirono la campagna antioppio cinese come una intollerabile violazione della proprietà privata. Fu questo uno dei motivi che contribuirono allo scoppio della guerra.
Corso della Guerra
Attacco britannico
Nel luglio 1839, nel villaggio di Jiānshājǔ a Kowloon (23), due marinai inglesi ubriachi provocarono una rissa e picchiarono a morte un abitante del villaggio, Lín Wéixĭ.
Lín Zéxú chiese all’addetto commerciale britannico Elliott di consegnargli i responsabili, ma Elliott procedette lui stesso contro i marinai, i quali vennero condannati ai lavori forzati, sentenza che impugnarono e di cui ottennero l’annullamento non appena furono rientrati in Gran Bretagna. (24)
Il 15 agosto 1839, Lín Zéxú vietò ogni scambio commerciale, inviò truppe a Macao ed espulse gli Inglesi dal paese.
Questo incidente divenne così la miccia della guerra dell'oppio.
Il 1 ° ottobre 1839, il gabinetto britannico prese la decisione di "inviare una flotta nel Mar Cinese" perché in Cina era stato bloccato il commercio ed erano minacciate le vite di cittadini britannici. Veniva del tutto ignorato il fatto che, secondo la legge cinese, gli Inglesi non avevano alcun diritto di vendere oppio in Cina. (25)
Il 5 gennaio 1840, Lín Zéxú proclamò la chiusura del porto di Canton in conformità con la volontà dell'imperatore Dàoguāng e la sospensione sine die del commercio con la Gran Bretagna.
L'8 gennaio il comandante della flotta britannica annunciò che dal 15 gennaio le sue navi avrebbero bloccato il porto di Canton e la foce del Fiume delle Perle.
Il 16 gennaio, la regina Vittoria dichiarò nel Discorso della Corona pronunciato a Westminster dinanzi alla Camera dei Lord : ”Alcuni avvenimenti sopravvenuti in Cina hanno interrotto le relazioni commerciali tra i miei sudditi e quel Paese. Ho prestato e continuerò a prestare la massima attenzione a questi fatti che colpiscono gli interessi dei miei sudditi e ledono la dignità della Corona.” (26)
A febbraio, il governo britannico conferì a Charles Elliott il rango di vice plenipotenziario e gli attribuì il comando supremo del corpo di spedizione britannico in Cina.
Ad aprile, dopo un acceso dibattito, il parlamento britannico, influenzato dalla presa di posizione della regina Vittoria, approvò con 271 voti contro 262 la spedizione in Cina. Non ci fu una dichiarazione di guerra, poiché la progettata azione militare veniva considerata una semplice rappresaglia.
A giugno, oltre 40 navi britanniche, sulle quali erano imbarcati 4.000 soldati di diversi reggimenti (tra cui il 18 ° Reggimento Reale Irlandese, il 26 ° Reggimento Fucilieri Scozzesi, il 49 ° Reggimento del Bengala, il Reggimento del Genio del Bengala, il Reggimento del Genio di Madras e altri) salparono dall'India per la Cina, dando così ufficialmente inizio alla prima guerra dell'oppio.
La flotta disponeva di 16 navi da guerra (tra cui 3 cannoniere armate di 74 cannoni), di 4 vapori e di 28 navi da trasporto.
Dopo lo scoppio della guerra, essa continuò a ricevere rinforzi dalla Gran Bretagna.
Alla fine del conflitto, nell'agosto 1842, tolte dal computo le navi che erano state rimpiazzate ed erano ritornate in patria, la flotta britannica operante sulle coste della Cina disponeva di 25 navi da guerra, di 15 vapori e di oltre 60 tra vedette, navi da trasporto e navi ospedale.
L’invio delle truppe mirava sostanzialmente ad ottenere la concessione di punti d’appoggio dai quali si potesse penetrare direttamente sul mercato cinese vendendo merci di scarsa qualità e drenando le risorse cinesi, ma la dinastia Qīng non cedette, rendendo così inevitabile lo scontro frontale. (27)
Prima spedizione britannica verso il nord
All'inizio della guerra, i Cinesi, che consideravano gli Inglesi soltanto dei barbari, non ritennero che il corpo di spedizione britannico potesse costituire una minaccia.
Nel giugno 1840, il rappresentante plenipotenziario britannico, comandante del corpo di spedizione, condusse le sue truppe per mare a Canton. Secondo le istruzioni del ministro degli Esteri britannico Palmerston (28), il corpo di spedizione doveva infatti bloccare i porti marittimi di Canton, di Xiàmén nel Fújiàn e di altre località (29), interrompendo il commercio estero della Cina.
Nel mese di luglio, gli Inglesi navigarono verso il nord e catturarono Dínghăi (oggi un quartiere della città di Zhōushān) nel Zhèjiàng.
Nessuna delle zone costiere della Cina, ad eccezione del Guăngdōng sotto la supervisione di Lín Zéxú, aveva a quell’epoca fatto dei preparativi per difendersi da un attacco.
Ad agosto, la flotta britannica, dopo aver navigato lungo la costa a una velocità sorprendente, arrivò dinanzi ai forti di Dàgū presso Tiānjīn. (30)
L'imperatore Dàoguāng, che in origine era stato un fautore della guerra, vedendo la flotta britannica avvicinarsi, si spaventò e cominciò ad avere dei dubbi.
Il 20 agosto 1840, l'imperatore Dàoguāng rispose all’ultimatum inglese incaricando Qíshàn (31) di promettere la liberalizzazione del commercio estero e la punizione di Lín Zéxú, in modo da ottenere che la flotta britannica ritornasse a Canton, dove Qíshàn sarebbe poi andato a negoziare.
Gli Inglesi accettarono di ritirarsi nel Guăngdōng, anche a causa di un’ epidemia che imperversava nella regione di Tiānjīn e in previsione della brutta stagione che si stava avvicinando.
A ottobre, Qíshàn fu nominato governatore del Guăngdōng e del Guăngxī. Lín Zéxú e Déng Tíngzhēn furono allontanati.
A dicembre, Qíshàn cominciò a negoziare con Elliott tramite il suo interprete privato Bào Péng (32), cercando di tirare le cose per le lunghe.
Dopo che il corpo di spedizione britannico si fu ritirato a sud, il governo Qing diede istruzione ai governatori delle province costiere di fortificare i porti marittimi e ordinò al governatore del Liángjiāng (33) di guidare le sue truppe nel Zhèjiāng orientale per prepararsi a recuperare Dínghăi.
Elliott perse la pazienza e decise di riprendere le operazioni militari.
Il 7 gennaio 1841, gli Inglesi si impadronirono improvvisamente dei forti Dàjiăo e Shājiăo a Húmén, uccidendo o ferendo più di 700 dei soldati che ne componevano le guarnigioni. 11 navi e rimorchiatori furono affondati.
Qíshàn fu costretto a fare delle concessioni e il 25 gennaio firmò con Elliott la “Convenzione di Chuánbí”.
La prima clausola di tale accordo prevedeva la cessione alla Gran Bretagna dell'isola di Hong Kong, che le truppe britanniche occuparono il giorno seguente.
Lín Zéxú fu trasferito nello Xīnjiāng e sebbene avesse scritto all'Imperatore Dàoguāng insistendo affinché si continuasse a vietare il commercio dell’oppio e si rinforzassero le difese costiere, l’imperatore non tenne alcun conto dei suoi consigli.
Tuttavia la “Convenzione di Chuánbí” non fu mai ratificata dall'imperatore e Qíshàn non vi appose il suo sigillo, cosicché, da un punto di vista formale, l’accordo non aveva alcuna forza legale.(34)
La popolazione oppose resistenza ai soldati britannici.
Durante la guerra dell'oppio, un gran numero di persone nelle aree costiere sud-orientali della Cina sostennero attivamente l'esercito cinese e collaborarono con le sue operazioni, persistendo spontaneamente nella lotta contro l'aggressore.
Ovunque andassero gli Inglesi incontrarono l’opposizione della gente. Quando conquistarono Xiàmén, la popolazione locale si organizzò e insorse contro di loro, costringendoli a ritirarsi a Gǔlàngyǔ. Quando invasero il Zhèjiāng, gli abitanti della regione organizzarono la “Lega del Fiume Nero" (35) per respingerli. Quando la flotta inglese risalì il Fiume Azzurro, coloro che abitavano lungo il fiume l’attaccarono in vari modi per impedirle di avanzare.
Battaglie di Húmén e di Canton
Dopo aver appreso che gli Inglesi avevano attaccato i forti di Dàjiăo e Shājiăo, l'imperatore Dàoguāng dichiarò guerra alla Gran Bretagna. e inviò nel Guāngdōng il comandante della Guardia Imperiale Yíshān (36), con il titolo di “Generale incaricato di sedare i disordini”, al comando di più di 10.000 soldati raccolti da diverse regioni.
Yíshān doveva essere assistito, nella direzione delle operazioni militari, dai generali Lóngwén (37) e Yáng Fáng (38).
Qíshàn, colpevole di aver accettato le condizioni particolarmente dure poste dagli Inglesi senza prima chiedere l’autorizzazione imperiale, fu sollevato dal suo incarico.
Il 23 febbraio 1841 gli Inglesi attaccarono i forti di Húmén e, nonostante la coraggiosa resistenza dei soldati cinesi, riuscirono a conquistarli.
Il 26 febbraio, unità navali e truppe di terra attaccarono i forti che sbarravano il passaggio sul Fiume delle Perle tra Húmén e il forte di Dàhūshān sull’Isola della Tigre (39) e si aprirono un varco verso Canton.
Il comandante della flotta del Guāngdōng , Guān Tiānpéi, combattè sino alla morte.
Il 21 maggio 1841, Yíshān ordinò un attacco notturno. Favoriti dall’oscurità, più di 1.700 marinai assalirono le navi britanniche lanciando contro di esse una catena di barche trasformate in brulotti. (40)
La mattina del 22 maggio, 2.400 soldati britannici contrattaccarono e i Cinesi furono costretti a ritirarsi.
Il 24 maggio, gli Inglesi lanciarono un'offensiva su Canton occupando completamente la zona dei Tredici Magazzini (41) a sud-ovest delle mura, facendo sbarcare truppe a nord-ovest della città, aggirando gli altopiani nord-orientali, conquistando i forti a nord-est della città e bombardando il centro urbano.
Tutte le aree importanti intorno a Canton andarono perdute. Più di 18.000 soldati cinesi si ritirarono all’interno della città, che cadde in preda al caos.
In questa situazione, Yíshān e gli altri comandanti alzarono bandiera bianca e chiesero di trattare la pace.
Accettarono le condizioni britanniche e firmarono il "Trattato di pace di Canton".
Dopo aver evacuato Canton, imposero ai mercanti della città il pagamento di un’importante contribuzione per poter versare i 6 milioni di dollari d'argento chiesti dagli Inglesi come riparazioni di guerra.
Durante questo periodo, la popolazione di Canton mostrò un’estrema ostilità nei confronti della soldatesca britannica, le cui angherie portarono all’insurrezione spontanea della gente di Sānyuānlĭ, nella periferia settentrionale della città.
Per non essere punito Yíshān inviò all’Imperatore resoconti falsi degli avvenimenti e descrisse persino le battaglie perdute come grandi vittorie.
Insurrezione di Sānyuānlĭ (42)
Il 29 maggio 1841, numerosi soldati britannici accasermati nel forte di Sìfāng alla periferia settentrionale di Canton si abbandonarono a saccheggi ed angherie nel quartiere di Sānyuānli, provocando la reazione violenta degli abitanti che uccisero alcuni degli aggressori. L’intera popolazione del quartiere, uomini e donne, giovani e vecchi, si riunì poi nell'antico tempio di Sānyuān, usando come segnale di raccolta la bandiera a tre stelle: "La bandiera avanza e gli uomini avanzano; la bandiera si ritira e gli uomini si ritirano".
Migliaia di contadini e artigiani accorsero dai dintorni, armati di coltellacci e di lance, e si gettarono sugli Inglesi mentre infuriava un temporale.
I soldati inglesi furono accerchiati a Niúlángăng. Pioveva a dirotto ed essi non potevano usare le armi da fuoco, perché la polvere da sparo si era inumidita. Soltanto i fanti di marina disponevano infatti di moderni fucili a percussione.
Si combattè corpo a corpo e molti soldati inglesi furono uccisi. Il comando britannico inviò allora in soccorso due compagnie di fanti di marina armati di fucili a percussione (43). Dopo due ore, gli Inglesi riuscirono a rompere l’accerchiamento e a ritirarsi nel forte di Sìfāng.
Il giorno successivo, di primo mattino, più di 20.000 persone innalzarono la bandiera a tre stelle e circondarono il forte.
l comandante in capo del corpo di spedizione inviò un messaggio al prefetto di Canton, Yú Bǎochún (44), minacciando di attaccare la città con il grosso delle sue truppe e di distruggerla, se l’assedio del forte non fosse stato abbandonato.
Yú Bǎochún sapeva che gli Inglesi disponevano di un armamento ben superiore a quello degli insorti e si rendeva conto che avrebbero potuto utilizzare pienamente i loro fucili e i loro cannoni non appena fosse cessata la pioggia. Convinse quindi i coraggiosi assedianti a ritirarsi per evitare la distruzione di Canton. Si guadagnò però la fama di traditore, anche se, in realtà, aveva agito con saggezza, valutando obiettivamente le forze in campo.
Durante la sommossa di Sānyuānlĭ , il popolo del Guāngdōng organizzò , attraverso la rete delle “scuole sociali” (45), gruppi di volontari per portare avanti la lotta contro l'aggressione.
Operazioni militari a Tàiwăn
Dal 30 settembre 1841 all'11 marzo dell'anno successivo (1842), truppe inglesi sbarcarono più volte anche a Tàiwăn, ma i difensori dell’isola, grazie ad un’adeguata preparazione e a tattiche ingegnose, ottennero l’unica vittoria di tutta la guerra, catturando 182 soldati britannici ( cfr. resistenza anti-britannica di Tàiwăn). (46)
Nuova Spedizione britannica al nord
Il governo britannico, ritenendo che le concessioni ottenute da Elliott a Canton non fossero ancora sufficienti, inviò in Cina Henry Pottinger (47) come rappresentante plenipotenziario con il compito di proseguire l’azione.
Il 21 agosto 1841, Pottinger, a capo di 37 navi e 2500 soldati, salpò da Hong Kong in direzione nord. Fece breccia a Xiàmén nel Fújiàn, occupò l'isola di Gŭlángyŭ (terza battaglia di Xiàmén) (48), poi si volse a nord verso il Zhèjiāng e il 1° ottobre 1841 rioccupò Dìnghăi (che le truppe britanniche avevano abbandonato nel febbraio precedente a causa di un’epidemia) dopo una battaglia in cui morirono il generale Gé Yúnfēi (49) e quattromila soldati cinesi, ma in cui anche gli Inglesi subirono pesanti perdite.
il 10 ottobre Pottinger si accampò nel villaggio di Zhènhăi (che ora fa parte della città di Níngbō) e il 13 ottobre occupò Níngbō, poi, non disponendo più di truppe sufficienti per continuare l’avanzata, sospese l'offensiva e attese l’arrivo di rinforzi.
Dopo le sconfitte subite a Xiàmén e nel Zhèjiāng orientale, l'imperatore inviò il Segretario Generale al Pubblico Impiego Yì Jīng (50) nel Zhèjiāng con il titolo di “Generale incaricato di mostrare la potenza dell’Impero” e ordinò il reclutamento di nuove truppe per lanciare una controffensiva.
Nel marzo 1842, Yì Jīng , avendo raccolto un numero sufficiente di soldati, decise di contrattaccare allo stesso tempo via terra e acqua nel tentativo di riconquistare con una sola offensiva Níngbō, Zhènhăi e Dìnghăi.
Nella notte del 10 marzo, l'esercito cinese lanciò due distinti assalti contro Níngbō e Zhènhăi, ma fu respinto e si ritirò sulle posizioni di partenza. L'attacco a Dìnghăi fu rinviato a causa del mare agitato.
Il 15 marzo, le truppe britanniche di stanza a Níngbō approfittarono del momento favorevole per contrattaccare a Cíxī (oggi Cíchéng) e Dàbăoshān ad occidente della città.
L'esercito cinese fu sconfitto e si ritirò a ovest del fiume Cáo'é. (51)
Vedendo che la controffensiva nel Zhèjiāng orientale, per quanto ben preparata, era fallita, l'imperatore Dàoguāng dalla capitale inviò il generale Qíyīng (52) nella regione del Jiāngnán per negoziare la pace con gli Inglesi (v. battaglia del Zhèjiāng orientale).
Seguito delle operazioni nel 1842
Nel maggio 1842, l'esercito britannico lasciò Níngbō e concentrò le sue forze a nord.
Il 18 maggio furono conquistate le città di Zhàpŭ e Pínghú nel Zhèjiāng. (53)
Il 16 giugno le truppe britanniche lanciarono la battaglia di Wúsōng. (54)
L'ammiraglio Chén Huàchéng (55), comandante della flotta del Jiāngnán, che presidiava con i suoi uomini il Forte Occidentale (56), era deciso a difenderlo, ma il governatore del Liǎngjiāng, Niú Jiàn (57), non voleva combattere e ordinò la ritirata generale. Non fu obbedito. Allora fuggì e il Forte Orientale fu catturato. (58)
Chén Huàchéng e i suoi uomini, pur essendo stati lasciati soli, difesero il Forte Occidentale sino alla morte.
La vittoria di Wúsōng permise alle navi da guerra britanniche di penetrare nel Fiume Azzurro.
Hăilíng (59), il vice comandante della guarnigione di Zhènjiāng, avendo sentito che Zhàpŭ e Wúsōng non erano state difese come avrebbero dovuto esserlo, credette che la popolazione di etnia Hàn stesse collaborando con il nemico e fece giustiziare numerose persone sospettate di tradimento. (60)
Quando i rinforzi britannici furono giunti all'estuario del Fiume Azzurro, Pottering ignorò le sollecitazioni e le note inviategli da Qiyīng e da altri rappresentanti del governo cinese e la flotta britannica risalì il fiume devastandone le rive. Il suo obiettivo, dopo la vittoria nella battaglia di Wúsōng e il susseguente blocco dell’estuario del Fiume Azzurro, era quello di inoltrarsi nella regione del Zhèjiāng, per tagliare la principale arteria di traffico della Cina, il grande canale che collegava Pechino ad Hángzhōu.
Il 21 luglio 1842, il corpo di spedizione britannico attaccò con più di 12.000 uomini, 76 navi da guerra e 724 cannoni i soldati della Bandiera Verde (61) schierati dinanzi a Zhènjiāng.
Penetrate in città, le truppe inglesi si scontrarono con 1.500 soldati mongoli (62) delle Otto Bandiere (63). Nei combattimenti furono uccisi 185 soldati britannici.
L'esercito cinese fu annientato e Hăilíng si suicidò. La città fu data alle fiamme, saccheggiata e ridotta ad un cumulo di rovine.
Nell'articolo "Una nuova spedizione britannica in Cina" (64), Engels elogiò grandemente l’eroismo della guarnigione di Zhènjiāng nella difesa della città: "I soldati della guarnigione hanno combattuto disperatamente fino all'ultimo uomo ... Se gli invasori avessero incontrato ovunque la stessa resistenza, non sarebbero mai arrivati a Nanchino.”
I ricchi mercanti di Yángzhōu, città situata di fronte a Zhènjiāng, presi dal panico, offrirono all'esercito britannico un riscatto di 500.000 tael per evitare l'occupazione militare.
Da Zhènjiāng, le truppe britanniche avanzarono rapidamente su Nanchino, mettendo così in serie difficoltà il governo cinese.
Il 4 agosto 1842, la flotta britannica, risalendo il Fiume Azzurro, arrivò all’altezza del fiume Xiàguān (65) e fece sbarcare le truppe nella zona di Yànzì (66) di fronte a Nanchino. Effettuata la ricognizione del terreno, gli Inglesi si prepararono ad attaccare la città di Nanchino.
Sotto la minaccia delle potenti navi e dei cannoni dell'esercito britannico, i ministri Qíying e Yīlíbù (67) e il governatore di Liángjiāng Niú Jiàn furono costretti a cedere ed avviarono con gli Inglesi trattative di pace che si svolsero nel Tempio di Jìnghăi (68), nel Recinto degli Esami Imperiali per il corso superiore del fiume (69) e in altri luoghi.
Durante i negoziati, i taglieggiamenti delle truppe britanniche provocarono a Jìngjiāng (70) una sommossa, in seguito alla quale gli Inglesi si ritirarono dalla città dopo aver perso 13 uomini (va osservato che, per quanto riguarda le battaglie di Tàiwăn e di Jìngjiāng, non si dispone tuttora di dati precisi sulle perdite subite dalle truppe britanniche).
Conclusione della guerra
Nel 1842, il governo cinese fu costretto a negoziare un trattato con il governo britannico al tempio Jìnghăi di Nanchino , dove gli inviati delle due parti si incontrarono quattro volte.
Il 29 agosto 1842, sulla nave ammiraglia britannica "Cornwallis", i rappresentanti del governo cinese accettarono tutti i termini dell'accordo proposto dal Regno Unito.
Trattato di Pace tra Cina e Gran Bretagna ( " Trattato di Nanchino ")
I tredici articoli del "Trattato di Nanchino" imponevano in sostanza alla Cina:
(1) di cedere l'isola di Hong Kong; (perdita della sovranità territoriale)
(2) di pagare al Regno Unito una compensazione per i quantitativi d’oppio confiscati e distrutti, di liquidare i debiti ancora pendenti dei mercanti delle Cohong (71) nei confronti dei commercianti britannici e di rimborsare le spese militari sostenute dalla Gran Bretagna, per un totale di 21 milioni di dollari d'argento (riparazioni di guerra)
(3) di aprire al commercio internazionale cinque porti: Canton, Fúzhōu, Xiàmén, Níngbō e Shànghăi , in cui veniva autorizzata la presenza di residenti britannici e venivano istituiti consolati (perdita della sovranità commerciale)
(4) di fissare dazi e tasse di importazione ed esportazione “equi e regolari” (perdita del diritto di fissare autonomamente le aliquote). (72)
(5) di abolire il sistema commerciale pubblico detto delle Cohong e di consentire agli uomini d'affari britannici di commerciare liberamente in Cina con chiunque volessero (perdita della sovranità commerciale).
Venivano inoltre previsto che i rapporti tra i funzionari dei due governi si svolgessero da allora in poi su un piano di perfetta parità. (73)
Veniva infine stabilito il rilascio dei prigionieri e il ritiro delle truppe britanniche. (74)
Il 22 luglio 1843 il governo britannico e il governo cinese firmarono un accordo chiamato la “Carta del commercio dei cinque porti”. (75)
L'8 ottobre 1843, fu firmato il "Trattato di Húmén", che accordò alla Gran Bretagna il trattamento della nazione più favorita e garantì ai cittadini britannici residenti in Cina il privilegio dell’extraterritorialità, sottoponendoli alla sola giurisdizione dei loro consoli. (76) La “Carta del commercio dei cinque porti” fu allegata a detto trattato.
Le altre grandi potenze non vollero restare indietro e pretesero anch’esse che la Cina firmasse con loro analoghi trattati ineguali.
Il 3 luglio 1844, la Cina e gli Stati Uniti firmarono il "Trattato di Wàngxiá. (77)
Il 24 ottobre 1844, Francia e Cina firmarono il Trattato del Huángpŭ (78), che, oltre a riconoscere la giurisdizione consolare, garantiva anche la libertà del culto cattolico e la protezione dei missionari.
Dal 1845 in poi, anche il Belgio, la Svezia e altri paesi (79) costrinsero il governo cinese a firmare trattati simili e la sovranità della Cina ne fu ulteriormente compromessa.
La sconfitta nella guerra dell'oppio e la conclusione di una serie di trattati ineguali come il "Trattato di Nanchino" causarono profondi mutamenti nella società cinese.
La Cina , un tempo politicamente indipendente, a causa della distruzione della sua sovranità territoriale dopo la guerra e della disintegrazione della sua economia naturale autarchica, divenne gradualmente il mercato più sfruttato dal capitalismo mondiale per smerciare i propri prodotti e per rifornirsi di materie prime (80). Essa divenne, a poco a poco, uno Stato che, pur continuando ad essere sottoposto ad un regime autoritario di tipo feudale, presentava, al tempo stesso, molti caratteri tipici di una colonia.
Giudizio sulla guerra dell’oppio
La guerra dell'oppio fu la prima guerra condotta dalla Cina contro le potenze capitaliste occidentali.
L'esercito britannico sconfisse la Cina pur impegnando nella guerra un numero inferiore di soldati e minori risorse finanziarie.
Il motivo di ciò va ricercato nel vantaggio oggettivo costituito dalla superiorità dell’armamento, nonché nell’impiego di strategie più razionali, quali, ad esempio, la concentrazione delle proprie forze nelle città costiere e il blocco del traffico commerciale nemico, anche interno, e di tattiche più efficaci, come la frequente combinazione di attacchi frontali con manovre di aggiramento.
Contribuirono però largamente alla vittoria inglese anche la corruzione e l'incapacità del governo imperiale. Negli anni '30 del XIX° secolo, infatti, il sistema sociale feudale della Cina appariva in costante declino. L'economia era stagnante e molto arretrata, il che faceva venir meno la solidità economica che è il presupposto indispensabile per condurre una guerra. Inoltre, l’intera classe dirigente era dissoluta e priva di ideali, decadente e corrotta.
Il consumo dell’oppio era enormemente diffuso fra i membri della élite dominante che ricorrevano sempre di più alla droga per dimenticare la loro vita insulsa di parassiti viziosi ed inutili. Costoro non soltanto tolleravano la vendita dell’oppio da parte di commercianti cinesi e stranieri, ma addirittura traevano profitti economici dal contrabbando di tale droga. Alcune navi contrabbandiere, che godevano della manifesta protezione del governatore del Guăngdōng e del Guăngxi o erano in collusione con i doganieri, osavano persino entrare ostentatamente nel porto di Canton, in provenienza da Língdīngyáng. I ministri e gli alti dignitari intascavano generose tangenti dai funzionari dell’amministrazione civile e marittima del Guăngdōng. Lo stesso imperatore riceveva in gran copia queste regalie occidentali ed era diventato il maggiore beneficiario di questo tipo di relazioni commerciali. (81)
Per questo i governanti cinesi furono sempre incerti se proibire o meno il commercio dell’oppio, se correre o meno il rischio di una guerra e, anche quando si giunse allo scontro armato, non seppero mantenere una linea di condotta coerente. Nè l’imperatore nè i generali, nè i governatori nè i prefetti elaborarono mai un piano di difesa. Nessuna strategia concreta ed efficace fu mai posta in atto. Quando erano sconfitti imploravano subito la pace; se le trattative di pace (e la relativa tregua) si protraevano, ridiventavano presuntuosi e rumoreggiavano per una ripresa delle ostilità. Non appena capirono che i negoziati e la resa erano la soluzione migliore per tenere in piedi il loro traballante governo, rinunziarono a combattere, si umiliarono e cedettero.
L’immobilismo politico e la corruzione dell’amministrazione avevano favorito la diffusione della negligenza e dell’incompetenza anche in campo militare. La fascia costiera del paese, estremamente estesa, era stata trascurata per lungo tempo e non presentava alcun apprestamento difensivo. L’esercito imperiale, costituito sostanzialmente dalle Otto Bandiere e dall’Armata Verde, aveva nobili tradizioni, ma era male addestrato e mancava sia di spirito combattivo sia di disciplina; i suoi generali erano impreparati, ancorati a vecchi schemi di pensiero, ignari delle nuove tecniche militari e non abituati ad organizzare un esercito e a condurre operazioni di guerra. Dopo lo scoppio del conflitto, molti generali non fecero alcuno sforzo per scoprire e prevenire i piani del nemico. Si arroccavano in fortezze incapaci di resistere alle artiglierie moderne ed avevano come sola tattica di battaglia lo scontro frontale, poiché ignoravano lo schieramento in profondità. Molte volte, i soldati sparavano con i cannoni quando il nemico era ancora a distanza, ma, non appena si giungeva al corpo a corpo, si disperdevano, fuggivano o, addirittura, alzavano bandiera bianca. Níngbō, Yúyáo, Cíxī, Fènghuà, Shànghǎi ed altre città furono occupate dagli Inglesi senza colpo ferire.
Sebbene non mancassero persone decise a resistere, come Lín Zéxú e Dèng Tíngzhēn , che ottennero anche dei risultati nella loro lotta contro gli invasori, alla fine prevalse il partito della capitolazione. Come scrisse il poeta Lù Sōng (82): “Essi desideravano soltanto salvare il paese, ma non poterono farlo”. (83) Affidare a disfattisti come Qíyīng, Yīlíbù e altri personaggi dello stesso calibro il compito di guidare la resistenza contro gli Inglesi significava, senza alcun dubbio, rinunciare a priori a qualsiasi possibilità di successo. (84)
Il governo agiva non soltanto dissociato dal popolo, ma addirittura in disaccordo con il popolo fino al punto di punire coloro che si sollevavano contro gli invasori.
Durante tutto il corso della guerra, quando il paese dovette difendersi dall’aggressione straniera, il governo reazionario della dinastia Qīng non pensò mai a mobilitare né ad organizzare sistematicamente la popolazione. Schierare il numero limitato di soldati di cui disponeva l’esercito in piccole guarnigioni su tutta la lunghissima linea costiera era una strategia accettabile agli inizi del conflitto, quando i contingenti inglesi erano poco numerosi ed anche relativamente pochi soldati potevano fronteggiarne gli assalti, ma, allorché il nemico cominciò ad attaccare con forze ben più consistenti, sarebbe stato necessario contrapporgli un numero molto più elevato di combattenti. Il governo tuttavia si spaventò a morte vedendo la gente insorgere contro gli invasori e, incurante del ridicolo, cominciò ad accusare gli insorti di “sedizione mascherata ”e di “disordini con gravi danni per il paese”, opponendosi alle azioni popolari, sabotandole, vietandole e giungendo addirittura a reprimere, in combutta con gli Inglesi, la lotta patriottica del popolo contro gli aggressori stranieri.
Era quindi assolutamente impossibile per un governo reazionario e corrotto, come era in quel periodo il governo cinese, vincere la guerra contro gli invasori stranieri.
Conseguenze della guerra
La sconfitta nella guerra dell'oppio e la conclusione di una serie di trattati ineguali provocarono mutamenti fondamentali nella struttura della società cinese.
La Cina dovette cedere ai capitalisti inglesi l 'isola di Hong Kong, pagare riparazioni per 21 milioni di dollari d'argento, aprire al commercio internazionale i cinque porti di Canton, Fúzhōu, Xiàmén, Níngbō e Shànghăi, accordare alla Gran Bretagna una serie di privilegi come dazi meno elevati, giurisdizione consolare e trattamento unilaterale della nazione più favorita, cose che ne lesero gravemente la sovranità.
Dopo la firma del "Trattato di Nanchino", Stati Uniti e Francia non mancarono, a loro volta, di rivendicare analoghi privilegi e costrinsero il governo cinese a firmare una serie di trattati ineguali.
La guerra dell'oppio segnò l'inizio della storia moderna della Cina. Da quel momento il paese fu costretto a sopportare tribolazioni più gravi e il popolo cinese dovette affrontare attacchi più complicati e subdoli.
Il governo Qīng divenne gradualmente lo strumento mediante il quale le grandi potenze governavano la Cina. Mentre il controllo straniero sull’amministrazione marittima, sulla giustizia, sui dazi doganali e sull’attività commerciale dell’Impero si faceva sempre più pesante, la Cina andava trasformandosi a poco a poco da un paese indipendente qual era stato in precedenza in un paese che, pur conservando un carattere feudale, presentava molti aspetti di una colonia.
L’esito della guerra dell'oppio rifletteva l'enorme arretratezza dei paesi orientali rispetto alla scienza e alla tecnologia occidentali, che a quel tempo erano dominate dai militari.
Mentre svaniva il bel sogno del “Celeste Impero” (86), problemi interni ed internazionali si succedevano senza sosta mettendo in gravissima crisi la società feudale.
Un gruppo di intellettuali formati alla vecchia scuola (87), ma dotati di una profonda visione politica, si lanciarono in nuove riflessioni alla ricerca di strategie che consentissero alla società cinese di uscire dalle difficoltà e dalla crisi. Per compiere la loro missione di salvare il paese e rimodellare la società, essi facevano ancora affidamento sulla cultura tradizionale, ma proponevano, sul piano interno, la riforma della burocrazia e la lotta al malgoverno, sul piano internazionale, il recepimento delle conoscenze scientifiche occidentali e, al tempo stesso, la resistenza alle ingerenze straniere. Si andava così gradualmente formando, nella classe dei proprietari terrieri (88), una sensibilità ai problemi sociali.
Molti studiosi, come Lín Zéxú e Wèi Yuán (89) cominciarono ad interessarsi ai progressi compiuti dagli Occidentali nel settore della scienza e della tecnica, scrivendo altresì libri destinati a diffondere tra il pubblico le conoscenze occidentali.
Tuttavia, la stragrande maggioranza delle persone, inclusi i membri della dinastia regnante e gli alti funzionari del governo, non mutò le proprie opinioni sull'Occidente nonostante la guerra dell'oppio e continuò a rifiutarsi di imparare dai "barbari", che erano sempre stati disprezzati. Anche dopo la sconfitta, la Corte imperiale non pensò ad alcuna riforma, bensì mantenne la sua precedente politica di conservazione e di chiusura verso l’esterno, provocando così la nascita, dopo la seconda guerra dell’oppio, di movimenti patriottici e riformisti, come il movimento per l’occidentalizzazione. (90)
Mentre le grandi potenze smerciavano i loro prodotti in Cina e acquistavano la seta cinese, il tè e altri prodotti agricoli e manufatti, la Cina entrava gradualmente sul mercato mondiale; il sistema autarchico prima dominante subiva duri colpi ed il paese partecipava in modo sempre più intenso al commercio capitalista internazionale. Ciò promuoveva oggettivamente lo sviluppo dell'economia cinese nel settore delle materie prime e favoriva la formazione di un capitalismo nazionale. Tuttavia, il capitalismo straniero aggravò ulteriormente le diseguaglianze sociali (91), contribuendo così in parte alla nascita del Movimento del Regno Celeste, che doveva poi sfociare nella rivolta del Tàipíng. (92)
La Corte imperiale accettò senza troppa resistenza le clausole leonine contenute nel "Trattato di Nanchino", anche se fu assai turbata dal fatto che tanto la versione britannica quanto quella cinese del suddetto accordo ponessero formalmente le parti contraenti sullo stesso piano. (93). Dal punto di vista economico, tuttavia, il commercio estero crebbe rapidamente e il mercato cinese fu aperto anche ai paesi stranieri.
Dopo l’apertura dei cinque porti al commercio internazionale, i dazi doganali e le altre tasse furono riscossi come voleva il Regno Unito, ad un’aliquota molto bassa del 5%, compromettendo la sovranità cinese in materia fiscale.
L’importazione di grandi quantitativi di merci straniere pregiudicava lo sviluppo dell'industria e del commercio interno cinese.
Il traffico dell’'oppio continuava (94).
Per i pagamenti in moneta d’argento occorreva procurarsi grandi quantità di questo metallo e il suo prezzo saliva, aggravando le difficoltà economiche del paese.
I quantitativi di merce importati dalla Gran Bretagna in Cina aumentarono notevolmente: il loro valore totale, che era, nel 1837, di oltre 900.000 sterline, ammontava nel 1845 a 2.394 milioni di sterline.
Gli investimenti industriali stranieri in Cina stimolarono gruppi di funzionari, proprietari terrieri e uomini d'affari ad investire anch’essi nell'industria moderna.
Tra i cinque porti aperti al commercio internazionale, Shànghăi, sulla foce del Fiume Azzurro, era il più vicino alle località di produzione dei principali articoli di esportazione: seta e tè. Esso aveva anche il vantaggio di trovarsi in mezzo alle due ricche e prospere regioni del Jiāngsū e del Zhèjiāng e di essere un centro di smistamento del commercio interno tra il nord e il sud del paese.
Commercianti inglesi, americani e francesi ed i loro intermediari cinesi affluirono a Shànghăi per fare affari.
La Gran Bretagna prima, gli Stati Uniti poi e, da ultimo la Francia, crearono sulle rive del fiume Huángpŭ stabilimenti commerciali sempre più importanti, da cui nacquero la Concessione Internazionale di Shànghăi (95) e la Concessione Francese di Shànghăi (96).
Più tardi, l’ arteria centrale della Concessione Internazionale fu chiamata Nanjing Road per ricordare che il porto di Shanghai era stato aperto al commercio internazionale in forza del Trattato di Nanchino.
La liberalizzazione dell’accesso al mercato cinese favorì l'avvio del commercio di materie prime nelle zone costiere.
L'industria e il commercio si svilupparono sempre di più ed emerse un gran numero di nuove città. Ebbe così inizio un percorso che doveva portare le aree costiere a diventare le regioni economicamente più progredite della Cina.
Conclusioni
Dopo la guerra dell'oppio, alcuni intellettuali, abbandonando idee ormai obsolete, cominciarono a prestare attenzione al mondo, ad esplorare i nuovi campi della conoscenza ed a cercare modi per rafforzare il paese e difendersi dalle prepotenze straniere.
Nacque una nuova corrente di pensiero, tesa ad imparare dall'Occidente, che ebbe un notevole impatto sulla concezione feudale della società. Man mano che la società cambiava, mutò anche la natura dei conflitti sociali: alla vecchia contrapposizione tra proprietari terrieri e contadini si sostituì il contrasto tra il capitalismo straniero e la nazione cinese e la lotta di classe tra i ceti dominanti feudali e le masse. (97)
La lotta del popolo cinese non fu più diretta soltanto contro il sistema feudale interno, ma anche contro l’aggressione straniera.
Di conseguenza, la trasformazione della Cina, fino a quel momento società unicamente feudale, in una società che, pur mantenendo la sua natura feudale, presentava al tempo stesso molte caratteristiche di una colonia costituisce l'inizio della storia moderna della Cina e il punto di partenza della vecchia rivoluzione democratica cinese. (98)
Lo sviluppo economico comportò al tempo stesso, l’introduzione in Cina di una cultura straniera avanzata: le scienze spazzarono via le superstizioni e l’ignoranza del periodo feudale; le classi privilegiate cominciarono ad adottare stili di vita forestieri; le idee di democrazia , di libertà e d’uguaglianza si diffusero senza clamore all’interno del paese, gettando le basi ideologiche per il successivo movimento di riforma del 1898 (99) e la rivoluzione del 1911.(100)
NOTE
1) L’era Dàoguāng 道光 (1821-1851) corrisponde al regno del settimo imperatore della dinastia Qīng , Aisin Gioro MIanning, nato nel 1782 e morto nel 1850.
2) Lo stretto di Húmén 虎門 (letteralmente “La Porta della Tigre”) separa i canali di Shīziyáng 狮子洋 e Língdīngyáng 伶仃洋 sull’estuario del Fiume delle Perle (珠江“zhūjiāng”) nella regione del Guăngdōng 广东.
Esso è formato dalle isole di Chuānbí 穿鼻 e di Āniángxié 阿娘鞋, detta anche Wēiyuăn 威远, sulla sponda orientale, e di Dàjiǎotóu大角头 sulla sponda occidentale.
Poiché dava accesso alla città di Canton ( 广州“guăngzhōu”), lo stretto di Húmen era difeso all’epoca della dinastia Qīng da ben 8 forti: Shājiăo 沙角, Dàjiăo大角, Héngdàng 横档, Yŏng'ān 永安, Gŏnggù 巩固, Zhènyuăn 镇远, Jìngyuăn 靖遠 e Wēiyuăn 威远.
3) Charles Elliott (1801-1875), ufficiale e diplomatico di origine scozzese, svolse un ruolo determinante nella prima guerra dell’oppio.
George Elliott (1784-1863) servì come ufficiale di marina durante le Guerre Napoleoniche. Promosso contrammiraglio nel 1837, nel febbraio del 1840 fu nominato comandante delle forze navali britanniche nelle Indie Orientali e in Cina (“East India and China Station”).
4) L’espressione “semicoloniale e semifeudale” intende dire che la Cina, pur continuando a mantenere un regime autoritario e feudale, aveva subito, in conseguenza della guerra dell’oppio, tali e tante limitazioni di sovranità da essersi trasformata praticamente in una colonia delle Grandi Potenze, in particolare della Gran Bretagna.
5) Poiché la sovranità e l’indipendenza sono due concetti praticamente equivalenti, è difficile capire perché l’articolo distingua tra perdita della sovranità e perdita dell’indipendenza. Probabilmente con perdita di sovranità si intende la cessione di territori, mentre con perdita di indipendenza si intende l’impossibilità di determinare liberamente la propria azione politica, sul piano internazionale e sul piano interno.
6) Nella prospettiva marxista, tutta l’espansione europea durante il periodo coloniale viene vista come il risultato della ricerca di sempre nuovi mercati e di sempre nuovi profitti da parte della borghesia capitalistica. Tale impostazione non è priva di fondamento, anche se l’intero fenomeno non può essere ridotto a questo solo aspetto e a questa sola motivazione.
7) I primi imperatori della dinastia Qīng avevano prestato particolare attenzione all’agricoltura emanando una serie di provvedimenti che ne avevano favorito lo sviluppo e che avevano contrastato la formazione dei latifondi. La situazione era però notevolmente mutata nei primi decenni del XIX° secolo.
8) L’espressione “I Quattro Libri e i Cinque Classici” ( 四書五經 ”sìshū wŭjīng”) designa le nove opere che costituiscono il canone della dottrina confuciana. I “Quattro Libri” sono: “Il Grande Studio” (大學 “dàxué”), “Il Giusto Mezzo” ( 中庸 ”zhōngyōng), “I Dialoghi”( 論語”lúnyǔ”), “Il Mencio”(孟子 “mèngzĭ”). I “Cinque Classici” sono: “Il Libro dei Mutamenti” (易經 “yìjīng”),” Il Libro delle Odi ( 诗经 “shījīng”),”Il Libro dei Documenti” (書經 ”shūjīng”),”Il Libro dei Riti” (禮記 ”lǐjì”),”Gli Annali delle Primavere e degli Autunni (春秋 “chūnqiū”).
9) Si intende per “tallone” la base del sistema monetario. Si parla di “tallone metallico” quando tale sistema si fonda su monete metalliche, di “tallone aureo” quando il metallo di riferimento è l’oro, di “tallone argenteo” quando è l’argento.
10) Il disavanzo della bilancia commerciale a sfavore degli Inglesi derivava soprattutto dall’enorme squilibrio tra le importazioni e le esportazioni. I dazi molto elevati da pagare sui prodotti esportati in Cina e le spese sostenute per procurarsi l’argento necessario all’acquisto delle merci cinesi contribuivano ovviamente ad accrescere lo svantaggio.
11) Un tael corrispondeva a circa 37,5 grammi d’argento. Tre milioni di tael corrispondevano dunque al valore di 112,5 tonnellate d’argento.
12) Il commercio illegale dell’oppio che già esisteva in Cina da lungo tempo fornì agli Inglesi l’idea vincente per riequilibrare a proprio vantaggio la bilancia commerciale.
A partire dal 1773 la East India Company, che aveva acquisito il monopolio della coltivazione dell’oppio nella provincia indiana del Bengala, divenne gradualmente il maggior fornitore del mercato cinese, lasciando indietro altri concorrenti quali i Portoghesi e, più tardi, gli Americani.
Le importazioni di contrabbando passarono da 200 casse l’anno nel 1729 a circa 10.000 casse l’anno intorno al 1830.
La Prima Guerra dell’Oppio (1839-1842) costrinse il governo cinese ad abbandonare ogni tentativo di colpire il contrabbando della droga, la Seconda Guerra dell’Oppio (1856-1860) portò addirittura alla legalizzazione del commercio di tale prodotto.
A quell’epoca le importazioni d’oppio nel paese oscillavano tra le 50.000 e le 60.000 casse l’anno.
13) I capitalisti inglesi percepivano ricchi dividendi in quanto azionisti della East India Company, il governo anglo-indiano riscuoteva le imposte sui profitti della Compagnia, la Compagnia guadagnava vendendo l’oppio ai commercianti che lo esportavano in Cina e questi ultimi lo cedevano a caro prezzo ai Cinesi.
14) La bilancia commerciale cinese ritornò positiva soltanto nel 1994 con esportazioni per un valore di 121.006 milioni di dollari a fronte di importazioni per un valore di 115.614 milioni di dollari.
15) Sebbene, a quei tempi, non si potesse ancora parlare dell’esistenza di un’opinione pubblica, è indubbio che il consumo dell’oppio destasse gravi preoccupazioni fra la gente.
16) La frase sembra voler dire che il governo Qīng si preoccupava più delle proprie finanze che della salute dei sudditi.
17) Lín Zéxú 林則徐 (1785-1850), governatore generale del Húguăng 湖廣 (Húnán 湖南 e Húbĕi 湖北) nel 1837, fu in seguito trasferito nel Guăndōng 廣東con l’incarico di reprimere il contrabbando dell’oppio. Esiliato nel Xīnjiāng 新疆 in conseguenza della sconfitta cinese nella Prima Guerra dell’Oppio, fu riabilitato nel 1845 e ricoprì ancora numerose alte cariche, anche se di minore importanza
.
18) Dèng Tíngzhēn 鄧廷楨( 1776–1846) fu governatore generale del Liăngguăng 兩廣 (Guăndōng 廣東 e Guăngxī 廣西) dal 1836 al 1840.
19) Guān Tiānpéi 關天培 (1781-1841), dal 1834 ammiraglio della flotta del Guăndōng, cadde il 26 febbraio 1841 nella battaglia di Húmén.
20) L’accademia Yuèxiù 粤秀书院 fondata sotto il regno dell’imperatore Kāngxī 康熙 era la prima delle quattro principali accademie di studi classici del Guăndōng.
21) L’accademia Yuèhuá 越华书院 era stata fondata nel 1757 sotto il regno dell’imperatore Qiánlóng 乾隆.
22) L’accademia Yángchéng 羊城书院 era stata fondata nel 1683 sotto il regno dell’imperatore Kāngxī.
23) Kowloon (in cinese Jiŭlóng) 九龍 è la penisola che fronteggia Hong Kong. Il villaggio di Jiānshājŭ 尖沙咀 sorgeva su un promontorio all’estremità meridionale della penisola di Kowloon.
24) Le potenze occidentali pretendevano di sottoporre alla propria giurisdizione i loro soggetti anche per eventuali atti criminosi compiuti in Cina. Questa pretesa era normalmente giustificata dall’asserzione che i tribunali cinesi non avrebbero garantito agli imputati un giusto processo, che veniva praticata la tortura e che le pene erano troppo severe, anche se la pena di morte era allora correntemente applicata in tutti gli Stati europei. In pratica, questa riserva di giurisdizione permetteva agli Occidentali di cavarsela senza troppi danni anche in caso di delitti piuttosto gravi.
25) Le leggi cinesi non potevano essere considerate discriminatorie dal momento che vietavano l’importazione e il commercio dell’oppio anche ai sudditi dell’Impero. Si poteva invece sostenere che esse violavano la libertà di commercio a condizione di far valere, con una certa disinvoltura, che l’oppio era una merce come qualsiasi altra.
26) “Events have happened in China which have occasioned an interruption of the commercial intercourse of my subjects with that country. I have given, and shall continue to give, the most serious attention to a matter so deeply affecting the interests of my subjects and the dignity of my Crown”.
27) La definizione di “merce di scarsa qualità” si attaglia certamente all’oppio. Potrebbe non risultare adeguata per altre merci, non potendosi ragionevolmente presumere che gli Inglesi cercassero sistematicamente di rifilare ai Cinesi soltanto i prodotti di scarto.
28) Henry John Temple (1784-1865), 3° visconte di Palmerston, fu Ministro degli Affari Esteri dal 18 aprile 1835 al 2 settembre 1841. In seguito, ricoprì numerosi altri incarichi ministeriali e fu più volte Primo Ministro.
29) il porto di Xiàmén 廈門 è situato nel Fújiàn 福建 sull’estuario del fiume Jiŭlóng 九龍江
30) I Forti di Dàgū ( 白河碉堡 “dàgū pàotái”) situati sull’estuario del fiume Hăi (海河 “hăihé”) proteggevano la città di Tiānjīn 天津, da cui per via terrestre o per via fluviale si poteva facilmente raggiungere Pechino.
31) Qíshàn 琦善 (1786-1854), gentiluomo di origine mongola, ebbe sotto la dinastia Qīng una lunga e abbastanza fortunata carriera, interrotta temporaneamente dai suoi insuccessi nella lotta contro gli Inglesi.
32) In Cina, al tempo della dinastia Qīng, non esistevano interpreti ufficiali. L’imperatore si serviva, per i compiti di interprete, dei missionari europei, specialmente gesuiti, che avevano presso la Corte incarichi scientifici o artistici e che erano abitualmente persone di grande cultura e di notevoli capacità. Al di fuori della capitale non si trovava però nessuno che conoscesse le lingue europee. Soltanto a Canton, porto frequentato da un gran numero di stranieri, s’era formata una categoria di persone chiamate “tōngshì” 通事, vale a dire “factotum”, che aiutavano i marinai e gli uomini d’affari occidentali a risolvere i problemi di vario genere legati al loro soggiorno in Cina e allo svolgimento della loro attività e che fungevano quindi anche da interpreti. Le conoscenze linguistiche di questi individui erano però estremamente approssimative e, secondo la testimonianza di un commerciante americano riportata in “Translation and Modernization in East Asia in the Nineteenth and Early Twentieth Centuries”, edito da The Chinese University of Hong Kong Press a cura di Lawrence Wang-chi Wong, articolo intitolato “Entrance into the Family of Nations”: Translation and the First Diplomatic Missions to the West, 1860s–1870s, pag.168, essi “non conoscevano altra lingua tranne la popria “(”they knew nothing of any language but their own”).
Bào Péng 鮑鵬, l’interprete ingaggiato da Qíshàn, era un” tōngshì” di Canton.
33) La regione del Liángjiāng 兩江 era costituita dalle due province interne del Jiāngnán 江南 e del Jiāngxī 江西.
34) Qíshàn aveva tenuto nascosto all’imperatore il progetto della convenzione, il cui testo non era di conseguenza stato approvato dal sovrano e non recava il sigillo imperiale, e, per prudenza non aveva apposto nemmeno il suo sigillo personale. Se, per i Cinesi, l’apposizione dei sigilli costituiva un requisito formale di validità, essa era invece irrilevante per gli Inglesi che disponevano di mezzi concreti ed efficaci per imporre alla controparte l’esecuzione dell’accordo.
35) Le ragioni della scelta di questo nome non sono molto chiare. Forse si trattava del nome di una setta o di una società segreta che mise a disposizione dei rivoltosi la sua struttura organizzativa.
36) Yìshān 奕山 (1790-1878), generale e diplomatico manciù, riuscì a proseguire la sua carriera nonostante le ripetute sconfitte subite per mano degli Inglesi nella Prima Guerra dell’Oppio.
37) Lóngwén 隆文 ( ? – 1841) Ministro delle Finanze ( 户部尚书 “hùbùshàngshū”), fu incaricato dall’imperatore di assistere Yìshān nella direzione delle operazioni militari.
38) Yáng Fāng 楊芳(1770-1846), ammiraglio della flotta del Húnán, fu inviato nel Guăndōng per collaborare con Yìshān nella lotta contro gli Inglesi, ma le sue strategie non ebbero successo.
39) Il Forte della Montagna della Grande Tigre (大虎山炮台 “dàhūshān pàotái”) sorgeva sull’Isola della Grande Tigre (大虎岛 “dàhŭdăo”), situata nel mezzo dello stretto della Porta della Tigre ( 虎门 “hūmén”), che gli Europei chiamavano “Boca Tigris” o “Bogue”.
40) Più di duecento barche, cariche di materiale incendiario, incatenate l’una all’altra in modo da formare una lunga fila furono lanciate contro le navi britanniche, ma queste riuscirono ad evitare l’impatto e i brulotti si arenarono sulla riva, dove bruciarono illuminando a giorno il paesaggio e mandando così a monte il progettato attacco di sorpresa delle giunche cinesi.
41) L’espressione “I Tredici Magazzini di Canton”( 广州十三行 ”guǎngzhōu shísān xíng””) designava il quartiere del commercio internazionale a Canton, il solo luogo in tutta la Cina dove, fino al 1842, i mercanti occidentali erano autorizzati a depositare e a vendere i loro prodotti.
42) Questo episodio, che vide coinvolti alcuni soldati indiani dei reparti coloniali britannici e che non ebbe seguito, è considerato di scarsa importanza dalla storiografia occidentale. Gli storici cinesi gli danno invece particolare risalto per sottolineare, da una parte, il comportamento brutale delle truppe britanniche nei confronti dei civili e, dall’altra, la spontanea resistenza della popolazione alle angherie degli invasori.
43) Diversamente dai fucili a miccia, i fucili a percussione potevano essere utilizzati anche in presenza di una forte umidità. I fanti di marina erano dotati delle armi più moderne, mentre l’armamento dei reparti coloniali era più antiquato.
44) L’ingiusta nomea di traditore che accompagnò Yú Bǎochún 余葆纯 a partire da quel momento gli precluse in seguito qualsiasi sviluppo di carriera.
45) Le “scuole sociali” (社学“shé xué”) erano le scuole di villaggio, un sistema di scuole elementari gratuite istituite nelle campagne fin dai tempi della dinastia Yuān.
46) Nel mese di settembre 1841, la nave britannica “Nerbudda” naufragò sulla costa settentrionale di Tàiwăn dopo un breve scambio di colpi con le batterie di un forte cinese. Nel marzo dell’anno successivo il brigantino “Ann” affondò dinanzi alle coste dell’isola. I marinai sopravvissuti ai due naufragi furono catturati ( 197 di essi furono giustiziati il 10 agosto 1842, 87 morirono di stenti durante la prigionia).
47) Henry Pottinger (1789-1856), militare ed amministratore coloniale, sostituì Charles Elliott come plenipotenziario e sovrintendente al commercio britannico in Cina agli inizi del 1841. Fu, in seguito, il primo governatore di Hong Kong (1843-1844).
48) Il porto di Xiàmén厦门 nel Fújiàn era già stato teatro di due scontri nel 1840.
49) Gé Yúnfēi,葛雲飛 (1789–1841), comandante della guarnigione di Zhènhăi 镇海, cadde difendendo le isole Zhōushān 舟山 che gli Inglesi avevano attaccato nel settembre del 1841.
50) Yì Jīng 奕经 (1791-1853), cugino dell’imperatore, aveva alle spalle una lunga carriera militare, ma, nella guerra contro gli Inglesi. dimostrò scarse capacità strategiche e tattiche. Occorre comunque considerare che l’enorme divario di armamento e di organizzazione esistente tra i due eserciti non avrebbe potuto essere colmato neppure dal più brillante dei generali.
51) Le truppe cinesi, che ammontavano a quasi cinquemila uomini, si erano concentrate a Cíxī 慈溪 e a Dàbăoshān 大宝山 , da dove, nella notte del 10 marzo 1842 mossero verso est per attaccare Zhènhăi 镇海 e Níngbō 宁波. Respinte, dovettero ripiegare sulle posizioni di partenza. Il 15 marzo 1842, la controffensiva inglese le costrinse a ritirarsi al di là del fiume Cáo’é 曹娥.
52) Qíyīng 耆英(1787-1858) , dopo aver negoziato il Trattato di Nanchino con la Gran Bretagna, rappresentò il governo cinese nelle trattative che portarono alla conclusione di numerosi “trattati ineguali” con le Potenze occidentali.
53) Zhàpŭ 乍浦 e Pínghú 平湖 erano due porti del Zhèjiāng Settentrionale, situati sulla riva nord della Baia di Hángzhōu (杭州湾 “hángzhōu wān”).
54) La battaglia di Wúsōng (吳淞戰役 “wúsōng zhànyì”), combattuta il 16 giugno 1842 sull’estuario del fiume Wúsōng 吳淞 (oggi Huángpŭ 黄浦) nella provincia del Jiāngsū 江苏, permise agli inglesi di conquistare le città di Wúsōng 吳淞 e Bàoshān 宝山, aprendo loro la via di Shànghăi, che fu occupata il 19 giugno 1842.
55) Chén Huàchéng 陈化成 (1776-1842), incaricato della difesa di Wúsōng, era stato nominato nel 1840 Ammiraglio del Jāngnán (江南提督 “jiāngnán tídū”), il grado più elevato nella gerarchia della flotta cinese
56) Erano conosciute con il nome di Forte Occidentale ( 西炮台 “xī pàotái”) le fortificazioni che si stendevano per circa sette miglia sulla riva del fiume tra Wúsōng e Bàoshān. Erano dotate di 154 cannoni ed erano presidiate da una guarnigione di 3000 uomini agli ordini di) Chén Huàchéng. Nelle retrovie erano schierati altri 2000 uomini sotto il comando del governatore del Liángjiān Niú Jiàn.
57) Niú Jiàn 牛鑑 (1775-1858) era stato nominato governatore del Liángjiàng nell’ottobre del 1841. Sottovalutò la minaccia inglese e, quando fu colto impreparato dall’attacco delle truppe britanniche, si ritirò senza combattere.
58) Il Forte Orientale ( 東炮台 “dōng pàotái”), situato sull’altra riva del Wúsōng, controllava, con il Forte Occidentale, l’accesso marittimo a Shànghăi.
59) Hăilíng 海龄 era un generale manciù che comandava la guarnigione della città di Zhènjiāng 镇江.
60) Appare significativo il fatto che, dopo duecento anni dalla conquista manciù, le autorità dubitassero ancora della lealtà della popolazione.
61) L’Armata della Bandiera Verde (綠營兵 “lǜyíng bíng) era, sotto la dinastia Qīng, la parte dell’esercito formato dai soldati di etnia Hàn. Essa aveva una propria distinta organizzazione e propri comandanti. Il suo livello di efficienza non era però molto elevato (forse perché le autorità manciù non avevano alcun interesse a potenziare unità militari della cui lealtà non erano completamente sicure) ed i suoi compiti consistevano essenzialmente in attività di polizia e di mantenimento dell’ordine.
62) Nel XVII° secolo i sudditi mongoli ( 蒙古 “ménggŭ “) dei Manciù erano diventati così numerosi che, a partire dal 1629, il sistema militare manciù fu esteso anche a loro con la creazione di otto Bandiere (八旗“bāqí” ) mongole.
63) Le “Otto Bandiere” (八旗 “bāqí”) costituivano la struttura militare e, al tempo stesso, sociale del popolo manciù, nel quale, originariamente, ogni uomo era anche un guerriero. Dopo la conquista della Cina, anche se non fu più necessario mantenere sotto le armi tutti gli uomini di stirpe manciù, questi continuarono a formare una casta militare che doveva essere disponibile in qualsiasi momento e che perciò riceveva un regolare stipendio. Col passare del tempo ciò si trasformò in un puro privilegio al quale non corrispondeva più alcun obbligo concreto. I soldati delle Otto Bandiere erano comunque meglio addestrati e meglio armati di quelli della Bandiera Verde. Le Bandiere si distinguevano per il colore e la forma degli stendardi: giallo, giallo bordato, bianco, bianco bordato, rosso, rosso bordato, azzurro, azzurro bordato.
64) L’articolo di Engels fu pubblicato il 17 aprile 1857 sul New York Daily Tribune con il titolo “ A new british expedition to China”.
65) Il fiume Xiàguān 下关 si getta nel Fiume Azzurro di fronte a Nanchino.
66) Yànzì 燕子 era, a quell’epoca, un sobborgo situato sulle rive del Fiume Azzurro, fuori dalle mura della città di Nanchino.
67) Yīlǐbù 伊里布 (1772-1843) era stato governatore del Liángjiāng dal 1839 al 1840. Caduto in disgrazia per l’incapacità dimostrata nelle operazioni militari contro gli Inglesi, venne riabilitato in modo da poter condurre i negoziati di pace.
68) Quattro incontri si svolsero nel Tempio di Jìnghăi (静海寺”Jìnghăi sì”) situato a Nanchino a sud-ovest del monte Shīzí (狮子山 Shīzi shān).
69) Nanchino disponeva di due complessi di edifici destinati allo svolgimento degli Esami Imperiali, uno riservato ai candidati provenienti dalla provincia di Ānhuī 安徽, l’altro ai candidati del Jiāngsū 江苏. Poiché l’ Ānhuī si stende lungo la parte superiore del corso del Fiume Azzurro, l’edificio riservato ai candidati provenienti da tale provincia era chiamato il “Recinto degli Esami Imperiali per il corso superiore del fiume” (“上江考棚 ”shàngjiāng kǎopéng” ).
70) Jìngjiāng 靖江 è una città situata sul corso inferiore del Fiume Azzurro a metà strada fra Shànghăi e Nanchino. Il 14 agosto 1842 una decina di soldati indiani del corpo di spedizione britannico giunsero in barca a Jìngjiāng e si misero a molestare e derubare la gente. Assaliti dalla folla infuriata, furono costretti alla fuga ed uno di loro fu ucciso. Il giorno successivo gli Inglesi organizzarono una spedizione punitiva, ma, di fronte alla accanita resistenza della popolazione, che causò loro alcune perdite, decisero che l’incidente non era stato così grave da giustificare una vera e propria battaglia e si ritirarono.
71) I mercanti occidentali erano autorizzati, prima del Trattato di Nanchino, a vendere i loro prodotti soltanto a Canton e unicamente per il tramite dei “hángshāng” (行 商) mercanti cinesi affiliati a determinate corporazioni commerciali dette “gōng háng”( 公 行 “imprese pubbliche”) o “yáng háng” (洋 行“imprese d’oltremare”), i quali garantivano la regolarità delle operazioni e il pagamento dei dazi alle autorità locali. Il termine “gōng háng” fu abitualmente reso nei documenti europei come “cohong” e si parlò dunque di sistema delle “cohong”. Con l’art.5 del Trattato di Nanchino, il governo cinese si impegnò espressamente ad abolire tale sistema.
72) L’art.10 del Trattato di Nanchino usa l’espressione “a fair and regular Tariff of Export and Import Customs and other Dues” che intende verosimilmente indicare le tariffe doganali praticate nel commercio internazionale. In concreto, l’ammontare dei dazi veniva ridotto dal 20% al 5% del valore delle merci importate.
73) Una simile precisazione non appariva affatto superflua, perché il governo cinese aveva rifiutato fino a quel momento l’instaurazione di qualsiasi rapporto diplomatico paritario con altri Stati ed aveva sempre considerato i rappresentanti di questi ultimi come “inviati di Stati vassalli”.
74) Tale ritiro doveva però avvenire gradualmente e sarebbe stato completato soltanto dopo che il governo cinese avesse adempiuto alla totalità degli obblighi impostigli dal trattato.
75) La “carta del commercio dei cinque porti” (中英五口通商章程 “zhōng yīng wǔ kǒu tōngshāng zhāngchéng”) fissava le modalità di esecuzione del Trattato di Nanchino. Essa disponeva, ad esempio, che l’ammontare dei dazi fosse ridotto dal 20% al 5% del valore delle merci
76) Il Trattato di Húmén, che gli Inglesi chiamarono “The Treaty of the Bogue”, confermò la posizione di inferiorità della Cina che, probabilmente per evitare un nuovo conflitto, accettò impegni particolarmente gravosi come la clausola della nazione più favorita e il riconoscimento della giurisdizione consolare, che non erano menzionati nel Trattato di Nanchino.
77) Il Trattato di Wàngxià (望廈條約 “wàngxià tiáoyuē”) conteneva però almeno una clausola favorevole alla Cina. Gli Stati Uniti d’America riconoscevano infatti ai Cinesi il diritto di sequestrare le navi americane che contrabbandassero oppio in Cina e si impegnavano non soltanto a negare la protezione consolare ai contrabbandieri, ma addirittura a consegnarli al governo cinese.
78) Una apposita convenzione allegata al Trattato del Huángpŭ (黄埔条约 “huángpŭ tiáoyuē”) garantiva la protezione di missionari cattolici ed assicurava libertà di culto ai Cinesi convertiti al cattolicesimo.
79) Il Trattato di Canton con il Regno di Svezia e Norvegia fu firmato il 20 marzo 1847. Il Trattato di Pechino con il Regno del Belgio fu firmato il 2 novembre 1865. Altri trattati furono conclusi tra il 1843 e il 1900 con la Russia, con il Portogallo e con il Giappone. Questi trattati sono considerati dai Cinesi come “trattati ineguali”, anche se non tutti contenevano, ad esempio, la clausola della giurisdizione consolare.
80) Le dimensioni del mercato cinese spiegano come, una volta aperto al commercio internazionale, esso si presentasse subito come uno sbocco ideale per i prodotti dell’industria o, se vogliamo utilizzare, come fanno gli autori dell’articolo, la terminologia marxista, del capitalismo occidentale. Si può immaginare che la liberalizzazione del commercio favorisse anche l’esportazione dalla Cina, a condizioni migliori per l’industria occidentale, delle materie prime necessarie alla fabbricazione di vari prodotti, anche se per valutare la portata di questo fenomeno sarebbero necessarie ampie ricerche.
81) L’estensore dell’articolo calca senza dubbio le tinte. Sembra infatti inverosimile che l’imperatore stesso potesse essere complice e beneficiario, più o meno cosciente, del contrabbando d’oppio. È però vero che la corruzione, la superficialità, la negligenza e l’incompetenza erano largamente diffuse a tutti i livelli dell’amministrazione civile e militare.
82) Lù Sōng 陆嵩 (1791-1860) scrisse poesie di ispirazione sociale. Alcune di esse trattano della guerra dell’oppio, esaltando la resistenza popolare contro gli invasori o censurando la viltà e la corruzione delle classi dominanti.
83) L’espressione 无尺寸之权 (“wú chǐcùn zhī quán”) sembra significare “non avere alcun potere”, “non disporre del minimo margine d’azione”.
84) La frase idiomatica 緣木求魚 (“yuán mù qiú yú”), letteralmente “salire su un albero per pescare”, è usata quando si intende mettere in rilievo che qualcuno persegue un certo obiettivo con mezzi assolutamente inadatti a raggiungerlo.
85) La mobilitazione popolare, elemento fondamentale nella concezione marxista della guerra di popolo, non fu mai una delle priorità del governo manciù, non soltanto per ragioni di classe, ma anche per ragioni etniche: la classe dominante manciù non aveva infatti alcun interesse a stimolare l’aggressività della popolazione assoggettata, favorendo sommosse e operazioni di guerriglia che, pur se dirette in origine contro gli stranieri, avrebbero più tardi potuto cambiare obiettivo.
86) L’espressione “Celeste Impero” (天朝上国 “tiān cháo shàng guò”), letteralmente “l’Impero della Dinastia voluta dal Cielo”, rifletteva l’idea millenaria della Cina come centro politico, economico e culturale del mondo.
87) Ho tradotto con “formati alla vecchia scuola” il termine “feudali” (封建 “fēngjiàn”) che significa ovviamente ”organici al regime feudale allora in vigore”. Gli intellettuali dell’epoca non avrebbero del resto potuto essere diversi, poiché il solo sistema di educazione in uso ab immemorabili in Cina era quello basato sullo studio dei Classici.
88) Conformemente all’analisi marxista, l’autore dell’articolo identifica la classe dominante con quella dei latifondisti, conclusione che, in una società ancora prevalentemente agricola come quella dell’epoca, corrispondeva in larga misura alla realtà.
89) Wèi Yuán 魏源 (1794-1857) è conosciuto soprattutto per il suo “Trattato Illustrato sulle Potenze Marittime” ( 海國圖志 “hăiguó túzhì”), opera pubblicata nel 1843 che contiene la traduzione di numerosi testi occidentali raccolti su iniziativa di Lín Zéxú sia prima della Guerra dell’Oppio sia durante il conflitto. L’intento dell’opera era quello di fornire una descrizione il più possibile completa delle conoscenze tecniche occidentali in materia di costruzioni navali e di produzione di armamenti affinché i Cinesi potessero farle proprie ed usarle a propria difesa.
90) I movimenti di riforma furono chiamati “movimenti di autorafforzamento” ( 自强运动 “zìqián yùndòng”) con riferimento ad un passo del Libro dei Mutamenti (易经 “yì jīng”) che spiega l’esagramma 乾 (“qián”), in cui si legge: ”L’uomo superiore si rafforza senza sosta”( 君子以自強不息 “jūnzǐ yǐ zìqián bùxī”). L’espressione fu usata da 馮桂芬 Féng Guìfēn (1809-1874) in alcuni suoi scritti pubblicati nel 1861.
91) Il passaggio da una società eminentemente agricola ad una società protoindustriale non fu indolore. Esso provocò notevoli tensioni sociali che si manifestarono in una serie di disordini e di rivolte.
92) La “Rivolta del Tàipíng” fu una grande insurrezione, che ebbe origine nella regione di Nanchino e si diffuse poi nella parte meridionale dell’Impero. Essa durò dal 1851 al 1864 e portò alla creazione di un effimero Stato chiamato “Il Regno Celeste della Grande Pace” ( 太平天國 “tàipíng tiānguó”).
93) L’autore della voce mette in evidenza l’assurdità del fatto che la Corte imperiale rimanesse particolarmente sconvolta non tanto dalle gravose concessioni sostanziali contenute nel Trattato di Nanchino, quanto dalla sua redazione formale che considerava sovrane entrambe le parti contraenti, negando all’Impero Cinese qualsiasi titolo di supremazia.
94) Né il Trattato di Nanchino del 26 agosto 1842, che pose fine alla prima Guerra dell’Oppio, né il Trattato di Tien-Tsin del 26 giugno 1858, né la Convenzione di Pechino del 24 ottobre 1860, che pose definitivamente termine alla seconda Guerra dell’Oppio, menzionano in alcun modo il traffico di questa droga. Gli Inglesi, pur non osando, per comprensibili ragioni, imporre apertamente ai Cinesi l’obbligo di depenalizzarne il commercio, continuarono ad insistere ufficiosamente in questo senso, per esempio sottolineando che la tassazione delle importazioni d’oppio avrebbe comportato notevoli introiti finanziari ed avrebbe nello stesso tempo consentito un maggiore controllo del traffico, finché il governo cinese non decise nel 1858 di legalizzare le importazioni, imponendo su di esse un dazio pari all’8% del valore della merce.
95) La Concessione Internazionale di Shànghăi (上海公共租界 “shànghăi gōnggòng zùjiē”) nacque nel 1863 dalla fusione della Concessione Britannica, sorta intorno al 1845, e della Concessione Statunitense, sorta intorno al 1848.
96) La Concessione Francese di Shànghăi (上海法租界 ”shànghăi fă zùjiē”), sorta nel 1849, confinava con la Concessione Internazionale.
97) L’estensore dell’articolo, esaminando gli avvenimenti nell’ottica marxista, mette espressamente in evidenza come in essi giocasse il duplice aspetto del nazionalismo e della lotta di classe.
98) Con l’espressione “vecchia rivoluzione democratica” ( 旧民主主义革命 “jiù mínzhǔ zhǔyì gémìng”) l’estensore della voce intende riferirsi alle rivolte contadine ed ai movimenti rivoluzionari borghesi che ebbero luogo tra il 1840 e il 1919 (data di fondazione del Partito Comunista Cinese). Ne viene data una valutazione positiva perché contribuirono comunque alla caduta della dinastia Qīng e al superamento del sistema feudale.
99) L’espressione 戊戌变法 (“ wùxū biànfǎ”), letteralmente “La Riforma del 1898”, indica il tentativo di riforma intrapreso dall’imperatore Guāngxú 光緒 nel giugno del 1898.
100) L’espressione 辛亥革命 (“xīnhài gémìng”), letteralmente “La Rivoluzione del 1911”, designa la rivoluzione, scoppiata il 10 ottobre 1911, che, nel giro di alcuni mesi, pose fine al sistema imperiale.
鸦片战争
(1840年英国对中国发动的一场侵略战争)
鸦片战争,通常鸦片战争都指第一次鸦片战争,英国经常称其为第一次中英战争或“通商战争”,是1840年至1842年英国对中国发动的一场非正义的侵略战争,也是中国近代屈辱史的开端。
1840年(道光二十年),英国政府以林则徐的虎门销烟等为借口,决定派出远征军侵华。1840年6月,英军舰船47艘、陆军4000人在海军少将乔治·懿律、驻华商务监督义律率领下,陆续抵达广东珠江口外,封锁海口,鸦片战争开始。
鸦片战争以中国失败并赔款割地告终。中英双方签订了中国历史上第一个丧权辱国不平等条约《南京条约》。中国开始向外国割地、赔款、商定关税,严重危害中国主权,开始沦为半殖民地半封建社会,丧失独立自主的地位,并促进了小农经济的解体。同时,鸦片战争也揭开了近代中国人民反抗外来侵略的历史新篇章。
战争背景列强扩张 第一次鸦片战争前中国及周围形势 [1]
正当清王朝日趋衰落的时候,英、法、美各国的资本主义却在迅速发展。18世纪60年代起英国开始了工业革命,到19世纪三四十年代,大机器工业逐渐代替了工场手工业。英国工业的发展,工业产量急剧上升,“不断扩大产品销路的需要,驱使资产阶级奔走于全球各地”,努力寻找新的资源及产品生存空间。
法国是仅次于英国的资本主义国家,到鸦片战争前夕,法国工业产量居世界第二位。美国在鸦片战争前夕资本主义工业并不发达,但它正处于上升阶段。19世纪30年代,美国资产阶级正向南部劫掠印第安人和墨西哥人的土地,排除欧洲资本主义在拉丁美洲的势力,全面控制市场,因此,美国在19世纪中叶没有足够的力量侵犯中国。 [2] 美国充当了英国侵略者的帮手,追随英国侵入中国。俄国1861年农奴制改革后,资本主义工商业迅速发展。俄国从北面虎视眈眈注视着中国,随时准备夺取中国的领土。 [3]
19世纪40年代,西方资本主义国家携工业革命的雄风,蒸蒸日上。欧美列强为了扩大商品市场,争夺原料产地,加紧了征服殖民地的活动,中国的周边国家和邻近地区,陆续成为它们的殖民地或势力范围。中国作为一个幅员辽阔具有巨大扩张价值但工业体系与国防体系相当落后的国家,自然成为殖民主义者侵略扩张选择的最佳对象。 [4]
战前中国19世纪初,英国成为世界资本主义最强大的国家,并且建立了“日不落”帝国。而它在亚洲下一个主要的侵略目标就是中国。 [5]
自清朝初期到鸦片战争前夕,清朝仍然是一个独立的封建国家,曾经的国势,从乾隆末年就呈现出江河日下之势。封建制度已严重地阻碍着新的现代经济的发展。明代中叶产生的资本主义萌芽发展非常缓慢。到鸦片战争前,以小农业和家庭手工业相结合的自给自足的自然经济,始终占据中国社会经济的主导地位。土地兼并日趋严重,在全国成为普遍现象。吏治败坏,封建专制发展到了极点。清政府用“四书”、“五经”将人们的思想禁锢起来,对不满情绪或评议时政者,实行残酷镇压。国防空虚,军备废弛。对外关系上,清朝长期实行闭关政策,严重地阻碍着中国对外贸易和社会政治、经济的发展。 [5]
随着清朝统治的日趋腐败和对人民剥削压迫的加重,国内阶级矛盾日益激化,人民群众的反抗斗争此起彼伏。清王朝的统治面临深刻的危机,中国封建社会已经走到了它的尽头。
贸易顺差英国完成工业革命后,需要一个广大的市场作为货品出口地,而中国刚好符合此条件,能成为英国广大商品的倾销地。由于中国出产的茶叶、丝绸、瓷器等奢侈品在欧洲市场十分受欢迎,英国人希望中国能开放贸易。但英国出口的羊毛、呢绒等工业制品在中国却不受青睐,清政府拒绝与英国进行贸易,这使中英贸易为英国带来庞大的贸易逆差(入超)。 [6-7] 而英国在18世纪开始实行金本位货币政策,而清廷则以银作为货币,由于与中国的所有贸易需以银两折算,令英国需要从欧洲大陆购入白银作贸易用途,金银一买一卖,令英国人利润受损。税率方面,中国对英国的入口货需要抽百分之二十的高税率,使英国大为不满。 [7]
鸦片贸易 吸食鸦片的情形
工业革命后,英国资产阶级竭力向中国推销工业产品,企图用商品贸易打开中国的大门。直到19世纪二三十年代,中国对英贸易每年仍保持出超二三百万两白银的地位。为了改变这种不利的贸易局面,英国资产阶级采取外交途径强力交涉,未能达到目的,就采取了卑劣的手段,靠“毁灭人种”的方法,向中国大量走私特殊商品——鸦片,以满足他们追逐利润的无限欲望。 [8]
鸦片贸易给英国资产阶级、英印政府、东印度公司和鸦片贩子带来了惊人的暴利。打破了中国对外贸易的长期优势,使中国由二百多年来的出超国变成入超国。
“鸦烟流毒,为中国三千年未有之祸”。鸦片大量输入,使中国每年白银外流达600万两,中国国内发生严重的银荒,造成银贵钱贱,财政枯竭,国库空虚。
鸦片输入严重败坏了社会风尚,摧残了人民的身心健康。烟毒泛滥不仅给中国人在精神上、肉体上带来损害,同时也破坏了社会生产力,造成东南沿海地区的工商业萧条和衰落。 [9]
战争起因鸦片贸易给中国社会带来的严重危害,引起了清政府和广大人民的重视。清政府从自身利益出发,1821-1834年颁布禁令八次;统治阶级中一部分人目睹社会危机,要求改革弊政,在中国严禁鸦片。1838年12月,道光皇帝命林则徐为钦差大臣,派往广东禁烟。 [10]
虎门销烟的林则徐 [11]
派钦差大臣湖广总督林则徐前往广州负责执行,这就是历史上有名的虎门销烟。1839年3月,林则徐抵达广州后,勒令外国烟贩交出所有鸦片,并承诺不要再贩卖,保证”嗣后来船永不敢夹带鸦片,如有带来,一经查出,货尽没官,人即正法,情甘服罪“,并于6月3日-6月25日将大部分法律上属于英国人的鸦片库存全部销毁。英国人把中国人的禁烟行动看成侵犯私人财产,觉得不可容忍,促成战争的爆发。
1839年3月,林则徐会同两广总督邓廷桢、广东水师提督关天培在广州筹划禁烟。林则徐不假差役胥吏之手,知识界的士人与他同一阵线,召粤秀书院、越华书院、羊城书院三大书院六百四十五学子入贡院“考试”。这次名为考试,实为问卷调查,试题四道:“1.鸦片集散地及经营者姓名;2.零售商;3.过去禁烟弊端;4.禁绝之法。”自此林则徐掌握了所有烟商、贪官污吏之名单。在林则徐的主持下,将缴获的鸦片在虎门海滩当众全部销毁。在现场观看的广州城乡群众,无不拍手称快。 [10]
战争经过英国发动 义律
1839年7月,九龙尖沙咀村发生林维喜案。英国水兵在村内醉酒闹事,打死村民林维喜,林则徐要求英国商务总监义律交出凶手,义律却自己轻判了事。
1839年8月15日,林则徐下令禁止一切贸易,派兵进入澳门,更进一步驱逐英人出境。此事因而成为鸦片战争的导火线。1839年10月1日,英国内阁以商务受阻及大英子民生命受到威胁为理由,作出“派遣舰队去中国海”的决定,虽然依据中国法律英国人无权在中国领土上存放鸦片。
1840年1月5日,林则徐根据道光帝旨意,宣布正式封港,永远断绝和英国贸易。1月8日英国“窝拉疑”号舰长宣布,自1月15日起,封锁广州口岸与珠江口。1月16日,维多利亚女王在国会演说,谓正密切注意英人在华利益及国家尊严。在中国发生的事件,已经引起我国臣民与该国通商关系中断,朕已经严重注意,并将继续注意这一影响我国臣民利益与王室尊严的事件。
2月,英国政府任命懿律和义律为正/副全权代表,懿律为英军总司令。
4月,英国国会对此进行激烈辩论,在维多利亚女王的影响下,最终以271票对262票通过军事行动 ,英政府始终未正式宣战,认为军事行动只是一种报复(reprisal),而非战争。 [12]
6月,懿律率领的英国舰船40余艘及士兵4000人(包括第18皇家爱尔兰联队、第26苏格兰来福枪联队、第49孟加拉联队、孟加拉工兵团和马德拉斯工兵团等)的机动舰队从印度出发到达中国海面,标志着第一次鸦片战争正式开始。该舰队有战舰16艘(其中3艘为装备有74门大炮的大型军舰),蒸汽军舰4艘,运输舰船28艘。战争爆发后,英国从本土又不断增援。除去被替换回国的舰船外,到1842年8月战争结束时,侵华英军战舰达25艘,蒸汽舰船15艘,医院船、测量船、运输船共60余艘。
清军购回的1080吨甘米力治号战舰装炮34门
英国出兵的深层原因就是为了开辟新的殖民地,从而能够直接进入中国市场,倾销商品掠夺资源,而清朝并不屈服,导致了正面冲突的爆发。 [13]
英军首次北上 1841年1月7日英军进攻虎门外大角、沙角炮台
战争爆发之初,中方只视英军为蛮夷,认为不具威胁。1840年6月,英军统帅兼全权代表义律领兵到达广州海面,并根据英国外相巴麦尊的指示,远征军封锁广州、厦门(今属福建)等处的海口,截断中国的海外贸易,并于7月攻占浙江定海(今舟山市),作为前进据点。此时,中国沿海地区,除广东在林则徐督饬下稍作战备外,其余均防备松弛。8月,英舰以惊人的速度攻城略地,抵达天津大沽口外,本来主张战争的道光帝,眼见英舰迫近,慑于兵威,开始动摇,1840年8月20日,道光帝批答英国书,令琦善转告英人,允许通商和惩办林则徐,以此求得英舰撤至广州,并派琦善南下广州谈判;同时,英方也以疾疫流行,秋冬将临,同意南下广东进行谈判。10月,琦善署理两广总督。林则徐、邓廷桢被革职。12月,琦善通过私人翻译鲍鹏与义律谈判,拖延时间。英军南下后,清廷下令沿海各省督抚筹防海口,并命两江总督伊里布率兵至浙东,准备收复定海。
义律失去耐心,决定战后再商。1841年1月7日,英军突然攻占虎门的大角、沙角炮台,清守军死伤700余人,帅船、拖船沉毁11艘。琦善被迫让步,1月25日与义律签订《穿鼻草约》,条约第一款就是将香港岛割与英国。第二天,英国军队就占领了香港岛。林则徐被发配新疆,他虽上书道光帝,力言必须禁烟和重视海防,却被道光帝斥为一片胡言。不过《穿鼻草约》由始至终并未经中国皇帝批准,而琦善也没有盖用关防印,因此该条约不具法律效力。
民众抗击英军鸦片战争期间,中国东南沿海地区的广大人民,积极地支持和配合了清军作战,并自发地坚持反侵略斗争。侵略军所到之处,无不遭到当地人民的抗击。英军攻陷厦门,当地民众自动组织起来,袭击英军,迫使侵略军退守鼓浪屿。英军入侵浙江,浙江人民组织“黑水党”,狠狠地打击英军。侵略军进犯长江后,沿江人民以多种方式袭击英军,阻止英国舰队前进。
虎门、广州之战 穿鼻之战
虎门、广州之战(1840.12~1841.8)1840年12月,琦善与义律在广东开始谈判。由于英国提出的条件过于苛刻以及琦善擅自签订,使道光帝大为不满,道光帝便把琦善抄家革职,派奕山、隆文和杨芳赴广东指挥作战。1841年1月7日,英军也不满谈判的进展,义律先下手为强,出动海陆军攻占虎门的第一重门户--沙角、大角炮台,发起虎门之战。 [14]
道光帝闻讯下令对英宣战,派侍卫内大臣奕山为靖逆将军,并从各地调兵万余人赴粤。2月23日进攻虎门炮台,虽然部队英勇抵抗,但不敌英军,虎门炮台最终失陷。 [15] 2月26日,英军又出动海陆军,攻破虎门横档一线各炮台和大虎山炮台,溯珠江直逼广州。广东水师提督关天培力战殉国。 [15] 5月21日,奕山令水陆军1700余人,于黑夜分乘快船出动,挈火箭、喷筒,夜袭英船,掷火焚烧。5月22日早晨英军2400人反攻。清军溃退。5月24日,英军对广州发起进攻,一路占据城西南的商馆,一路由城西北登岸,包抄城北高地,攻占城东北各炮台,并炮击广州城。广州附近要地全失,18000多清军尽退城内,秩序大乱,在此形势下,奕山等竖起白旗求和, [16] 接受英方条件,签订《广州和约》,英国不但不率部撤离了广州,还勒索广州商家向英军支付了600万银元的赎城费。期间广州民间反英气氛炽热,英国侵略者的暴行,激起城北郊三元里一带民众自发武装起来进行抗英斗争。而奕山为了不被皇帝惩罚,便虚报战功,甚至将该战役的惨败说成大胜。
英军再次北上 鸦片战争时集字号同安梭船(总共25门炮)
英国政府对义律在广州所获侵略权益尚嫌太少,乃改派璞鼎查为全权代表来华,扩大侵略。1841年8月21日,璞鼎查率舰船37艘、陆军2500人离香港北上,攻破福建厦门,占据鼓浪屿(即第三次厦门之战),旋北进浙江,10月1日攻陷定海(1841年2月,英军以疾疫流行,放弃定海),10日陷镇海(今属宁波),13日占宁波。时英军兵力不足,遂停止进攻,等待援军。
厦门、浙东兵败后,道光帝又派吏部尚书奕经为扬威将军赴浙,并陆续调集兵勇以备反击。1842年3月,奕经以兵力已足,决定水陆同时反击,企图一举收复宁波、镇海、定海。3月10日夜,清军对宁波、镇海分别发起反击,接战均不利,纷纷撤回原驻地。进攻定海因风潮不顺而延期。3月15日驻宁波英军乘势反攻慈溪(今慈城镇)和城西大宝山等地,清军大败,退守曹娥江以西。道光帝见久经准备的浙东反攻又告失败,遂调盛京将军耆英赶赴江南,准备与英军媾和(见浙东之战)。
三元里抗英斗争旧址
1841年5月29日,盘踞在广州北郊四方炮台的英军,闯入三元里骚扰抢劫。当地群众奋起抗击,打死英军数名。随后,全村男女老少在三元古庙集合,以三星旗为令旗,“旗进人进,旗退人退”,同时,还联络了附近的数千农民和手工业者,手持大刀、长矛,冒雨迎敌。而此时英军仅仅只有一个海军陆战队连。英军被困在牛栏岗,天降大雨,火药受潮,无法发挥出威力,展开肉搏战,一名英军死亡。英军派出两个水兵连,带着“雷管枪”(不怕雨天)前来增援。被围困两小时之后,英军撤退至四方炮台。第二天清晨,2万多民众高举三星旗,把四方炮台围得水泄不通。英军总司令传话给当地长官余保纯,如果不解除义勇包围,主力英军将攻打并尽屠广州城。余保纯清楚双方实力,也知道英军的枪炮不会永远受潮,于是劝退义勇,避免广州被屠,从此担上卖国贼的恶名,但实际上,从双方实力对比来看,这种做法很明智。三元里抗英后,广东人民又以“社学”的形式,组织武装力量,开展反侵略斗争。
清军溃退 鸦片战争形式
英国政府认为《穿鼻草约》所获权益太少,撤换义律,改派璞鼎查来华为全权代表,扩大侵略。1841年8月27日,英军再次北上,攻陷鼓浪屿、厦门、定海、镇海(今宁波)及乍浦(浙江平湖)。其中定海是第二次被攻破,总兵葛云飞及四千将士战死,英军也损失惨重。 [17-18]
1841年9月30日至次年(1842年)3月11日,英军分遣舰队还多次对台湾进行侵犯。由于守军准备充分,战术巧妙,取得了整个战争中罕见的胜利,仅俘获英军就有182人(见台湾抗英斗争)。
1842年7月21日英军攻打镇江城
1842年5月,英军放弃宁波,集中兵力北犯。18日,攻陷浙江平湖乍浦镇。英军6月16日发起吴淞之战,江南提督陈化成率军坚守西炮台,两江总督牛鉴欲求和,下令撤退被拒。牛鉴逃走,东炮台被攻陷,陈化成与部下死守西炮台,孤军作战,直至战死。 [17-18] 吴淞的失利,使英军军舰开入长江。镇江驻防副都统海龄自闻乍浦、吴淞不守,认为汉人通敌,纵兵杀害汉人。此后,英援军相继到达长江口外,璞鼎查不理耆英等人的乞和照会,英海陆军溯长江上犯,准备切断中国内陆交通大动脉京杭大运河(镇江段)并巩固吴淞之战后封堵长江出海口的战果。
1842年7月21日,英军使用1.2万余人,76艘战舰,炮724门击败镇江城外绿营守军,越城而入,与1500蒙古八旗兵巷战,英军死185人,清军全军覆没,海龄自杀。全城惨遭焚掠,废墟一片。恩格斯在《英人对华的新远征》一文中,高度赞扬了镇江守军英勇抵抗侵略的英雄气概:“驻防旗兵殊死奋战,直到最后一人……如果这些侵略者到处都遭到同样的抵抗,他们绝对到不了南京。” [19-20] 镇江对岸的扬州绅商,惶恐万状,向英军交纳五十万两赎城费,免收军事占领。英军直逼南京,清廷处于不利位置。
1842年8月4日,英舰进逼南京下关江面,随后英军从南京燕子矶登陆,察看地形,扬言进攻南京城。在英军坚船利炮的威慑之下,清朝钦差大臣耆英、伊里布和两江总督牛鉴,妥协退让,委曲求全,被迫在静海寺、上江考棚等处与英军议和。在谈判期间,由于英军的恶行引发了地方性的靖江保卫战,侵略者死伤13人后败退(从台湾、靖江之战看来,当今记载的英军伤亡数字不无可疑之处)。 [19]
百科x混知:图解鸦片战争
战争结果 南京条约签订现场
1842年,清政府被迫在南京的静海寺与英国政府议约,双方共在寺内议约四次。1842年8月29日,在英军旗舰”汗华“(亦译康华丽)号上,中国清政府全部接受了英国提出的议和条款,耆英与璞鼎查签订中国近代史上第一个不平等条约 中英《南京条约》。 [21]
中英《南京条约》共十三款,其中主要内容要求中国:
(1)割让香港岛;(丧失领土主权)
(2)向英国赔偿鸦片烟价、商欠、军费共二千一百万银元;(大量白银外流)
(3)五口通商,开放广州、福州、厦门、宁波、上海五处为通商口岸,允许英人居住并设派领事;(丧失贸易主权)
(4)协定关税,英商应纳进出口货税、饷费,中国海关无权自主;(丧失关税主权)
(5)废除公行制度,准许英商在华自由贸易等。(丧失贸易主权)。
此外,也规定双方官吏平等往来、释放对方军民以及英国撤军等事宜。 [21]
1843年英国政府又强迫清政府订立了《五口通商章程》和《五口通商附粘善后条款》(《虎门条约》)作为《南京条约》的附约,增加了领事裁判权、片面最惠国待遇等条款。列强不欲英国坐大,纷纷与中国签订更多不平等条约。1844年7月3日,中美签订《中美望厦条约》。1844年10月24日,法国与中国签订《黄埔条约》,享有领事裁判权和传教权等。1843年10月8日,中英签署了《虎门条约》,重新规定了英国所享有的最惠国待遇和领事裁判权。从1845年起,比利时、瑞典等国家也都胁迫清政府签订了类似条约,中国的主权遭到进一步破坏。鸦片战争的失败和《南京条约》等一系列不平等条约的签订,使中国社会发生了根本性的变化。政治上独立自主的中国,战后由于领土主权遭到破坏,自给自足的自然经济解体,逐渐成为世界资本主义的商品市场和原料供给地,中国开始沦为半殖民地半封建社会。
战争评价总评 虎门广场上鸦片战争纪念墙与折烟枪标志
鸦片战争是中国抗击西方资本主义列强的第1次战争。英军以较少的兵力、较小的代价战胜了中国。究其原因,除了在客观上敌人兵器占有优势,战略战术运用得当,能集中大部兵力转沿海城市,占领经济命脉之地,战斗中常以正面攻击与侧翼包抄相结合之外,在主观上主要是清政府的腐败无能。政治腐败中国封建社会制度到了19世纪30年代,更加没落腐朽,不仅经济停滞,十分落后,削弱了战争赖以取胜的经济基础,而且整个统治集团内部,弥漫着享乐苟安,贪污腐化气息。
随着鸦片的输入,统治集团中的大部分人越来越依赖这种毒品来消磨荒淫无度的寄生生活。他们既接受内外烟贩的收买,又依赖这种毒品的走私,从中取得利益。有些走私船,公然插着两广总督或粤海关监督的旗号,威风十足地从伶仃洋驶进广州。清廷的贵族大臣,则从广东和沿海官吏那里,获得丰厚的贿赂。甚至皇帝也收取大量的西洋奇珍,成为这种“通商”关系里最大的受益者。因此,在禁烟与反禁烟、战与和的问题上,他们始终摇摆不定,在整个战争中,始终没有坚定的方针。从皇帝到将军、督、抚,战守无策,没有切合实际的作战方法。当战争受挫时,他们立刻求和;和议不成,又空喊作战。当议和投降比打仗有利于维系摇摇欲坠的统治时,他们就屈辱投降。
《南京条约》文本
政治上的反动和腐朽,带来了军事上的无能和腐败。辽阔绵长的中国海岸线,长期疏于战备,有边无防。以八旗、绿营为主力的清军,长时期养尊处优,懒于训练,军心涣散,纪律松弛;将帅素质低下,军事思想保守落后,不会组织、指挥打仗。鸦片战争爆发后,许多将领不谙敌情,株守建筑落后的营垒要塞,一线防御,不顾纵深侧后;许多地区的守军,远远看见敌军即开炮轰击,未等敌军靠近,便一哄而散,逃之夭夭,甚至举起白旗投降。宁波、余姚、慈溪、奉化、上海等地,竟不战自弃。而以林则徐、邓廷桢为首的抵抗派在反抗英国侵略者的斗争中虽有决心,有成果,但他们最终受到投降派的排挤打击,“徒有救国之志,而无尺寸之权”(诗人陆嵩语)。任用投降主义分子耆英、伊里布等去抵抗侵略者,无疑是缘木求鱼。
脱离人民、反对人民甚至镇压人民起来反抗侵略者 在民族自卫战争中,清朝反动政府不广泛动员、组织民众,单靠有限的军力在漫长的海岸线上到处分兵把口,本来是敌寡我众的形势,但在实际战场上却成了敌众我寡的形势。甚至当中国人民自发地起来抗击侵略者时,他们却怕得要死,荒唐地指责他们“潜相煽惑”、“为害甚大”,横加反对、破坏、镇压,直至堕落到去勾结外国侵略者,镇压爱国人民的抗侵斗争。这样的反动、腐朽的政府,是根本不可能取得反侵略战争胜利的。
史书评价赵尔巽等《清史稿》:远人贸易,构衅兴戎。其视前代戎狄之患,盖不侔矣。当事大臣先之以操切,继之以畏葸,遂遗宵旰之忧。所谓有君而无臣,能将顺而不能匡救。国步之濒,肇端于此。呜呼,悕矣! [22]
战争影响鸦片战争的失败和一系列不平等条约的签订,使得中国社会性质发生根本性的变化。外国资本主义从中国得到了割让香港岛,赔款2100万两银元,开放广州、福州、厦门、宁波、上海五口通商,以及协定关税权、领事裁判权、片面最惠国待遇等一系列特权,严重损害了中国的独立主权。《南京条约》签订后,美国、法国接踵而来,乘机索取特权,强迫清政府签订了一系列不平等条约。鸦片战争标志着中国近代史的开端,从此中国开始经受更加深重的苦难,中国人民面临着更为复杂曲折的斗争。 [23]
政治清政府开始一步步成为列强统治中国的工具,随着中国的领土、领海、司法、关税和贸易主权开始遭到严重破坏,中国逐渐由一个独立自主的国家沦为半殖民地半封建国家。 [23] [24]
鸦片战争的胜败反映了当时东西方科技以军事为主的巨大差距,打破了清政府“天朝上国”的美梦,内忧外患纷至沓来,封建社会危机四伏,促使一批政治眼光比较敏锐的封建知识分子,进一步去探索和寻找中国社会摆脱困境与危机的良策。他们以传统经学为依托,以匡时救世为己任,对内主张整饬吏治,改革弊政;对外提倡学习西技,抵抗侵略,从而逐渐在地主阶级中形成一股经世致用的社会思潮。许多有学之士如林则徐、魏源等,开始对于西方科技的进步注意,并著书介绍西方事物。 [25] 然而包括朝廷在内的绝大多数人,并没有因鸦片战争而改变对西方的看法,更不用说对于向来所轻视的“夷人”学习。清廷的战败并没有使其进行改革,反而继续行保守的闭关政策,引致后来的第二次鸦片战争后,才出现洋务运动等的自强救国运动。
经济随着列强向中国倾销产品和对中国丝、茶等农副产品的收购,逐渐把中国卷入世界市场;原本占主导地位的自给自足的自然经济受到强烈冲击,中国日益成为世界资本主义市场的一部分。这在客观上促进了中国商品经济的发展,有利于中国民族资本主义的兴起。但是外国资本主义进一步激化了阶级矛盾,一定程度上致使了太平天国运动的爆发。 [23] [24]
中英南京条约割让香港岛示意图 [26]
清廷对于《南京条约》的不平等性反应并不激烈,反而对中英两国文件采用平等体制感到不安。 [25] 但是经济上,对外贸易迅速增长,同时也对外国开放了中国市场。
五口通商后,清朝海关及税率被英国控制,关税主权受到破坏,进口货只抽百分之五的低税率,外国商品大量倾销中国,无法保障中国国内工商业的发展。鸦片继续销售,白银外流,银价上涨,银贵钱贱的情况更加严重。英国输入中国的货品大增,1837年英国出口到中国的商品总价值为90多万英镑,到1845年已到达239万4千英镑。随着外商在华投资建厂,刺激了国内一批官僚、地主和商人开始投资近代工业的欲望。 [27]
新开的五个条约口岸中,长江口的上海最接近主要出口物资丝绸和茶叶的产地,又位于江、浙富庶之区,同时是国内南北海运的中间站,原在广州的英美商人及其雇佣的买办蜂拥而至,开设洋行。英美法三国相继沿黄浦江设立租界,并不断扩展,形成上海公共租界和上海法租界。后来上海公共租界的中心道路为纪念《南京条约》开放上海而被命名为南京路。中国市场大门的打开,使得商品贸易首先在沿海地区展开,工商业日益充满活力,大批新兴城市兴起,打下了沿海成为中国经济最发达地区的基础。
思想鸦片战争后有一部分知识分子开始抛弃陈腐观念,注目世界,探求新知,寻求强国御侮之道,萌发了一股向西方学习的新思潮,对封建思想起到了一定的冲击作用。社会矛盾上,随着社会性质的变化,中国社会的主要矛盾也由地主阶级和农民阶级的矛盾,变成外国资本主义与中华民族的矛盾、封建主义与人民大众的矛盾。中国人民的革命任务,从反封建变为既反封建又反侵略。由此,中国从封建社会步入半殖民地半封建社会,是中国近代史的开端,也是中国旧民主主义革命的开端。 [23]
伴随着经济上的深入,国外的先进文化也同时传入中国:自然科学冲洗着国人的封建迷信和愚昧无知;国外的生活方式开始融入上层社会的生活;民主自由平等思想也在中国国内悄然传播,为后来的戊戌变法、辛亥革命开始打下思想基础。