Le case-fortezza del Fújiàn
Le case-fortezza del Fújiàn 福建 costituiscono una particolare tipologia architettonica, sviluppatasi tra il XII° ed il XX° secolo d.C., che è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 2008.
Esse sono chiamate in Cina 土楼 (“tŭlóu”), vale a dire “case di terra”, giacché la maggior parte di esse furono edificate in terra e paglia di riso, anche se non mancano esemplari con muri di granito o in mattoni.
La “terra “ usata per costruirle era una mistura di terra, sabbia e calce detta “sānhétŭ”( 三合土), letteralmente “terra di tre materiali”.
Spesso venivano mescolati alla “terra” rami, pezzi di legno, canne di bambù, pietre ed altri materiali per rendere il muro più compatto.
Le esigenze di solidità erano infatti primordiali in costruzioni sorte storicamente come villaggi fortificati. Ne è testimonianza lo spessore dei loro muri che può giungere sino a 2 m. Muri così spessi sono del tutto inusuali nelle normali case di abitazione. (1)
Sebbene, etimologicamente, il termine 土楼 (“tŭlòu”) significhi “abitazione in terra (battuta)”, esso si applica tuttavia soltanto a costruzioni che abbiano i muri in terra battuta, con esclusione degli edifici in cui la terra battuta si limita a ricoprire una sottostante struttura lignea, e che ospitino una comunità piuttosto ampia, con esclusione delle case di terra battuta in cui alloggiano un solo nucleo familiare od un numero assai ridotto di famiglie.
Queste caratteristiche si riscontrano unicamente in taluni tipi di costruzione diffusi nelle zone abitate dai gruppi etnici degli Hakka (2) e dei Mínnán. (3)
Secondo lo studioso Huáng Hànmín 黄汉民 possono quindi essere chiamati “tŭlòu” i seguenti tipi di abitazione:
i “wéilóngwū” 围龙屋 del Guăndōng settentrionale (4) e i “wéiwū” 围屋 del Guăngdōng nordorientale (5);
i “tŭwéizì” 土围子 del Jiāngxī meridionale (6);
i “tŭlòu” 土楼del Fújiàn.
I “tŭlóu”del Fújiàn sono circa 20.000.
I più caratteristici sono certamente i “tŭlóu” del Fújiàn meridionale, in numero di circa 3.000, che hanno, in generale, forma circolare, pur presentando, qualche volta, un impianto quadrato o rettangolare.
I “tŭlóu” del Fújiàn meridionale sono caratterizzati da un muro di cinta perimetrale di altezza variabile da 10 a 15 metri ( equivalente ad un numero di piani che può andare da 3 a 5).
La parte di muro corrispondente ai primi due piani è priva di finestre per impedire a razziatori, briganti o altri malintenzionati di penetrare all’interno dell’edificio.
Nel muro si apre una sola entrata, chiusa da una grande porta di legno spessa, di norma, 13 centimetri e rinforzata, sul lato esterno, da placche di ferro.
In corrispondenza dei piani più alti si apre una serie di finestre.
In cima al muro, infine, troviamo delle feritoie da cui gli abitanti della casa-fortezza possono bersagliare con frecce o altri proiettili eventuali aggressori. Talvolta le feritoie sono collegate tra di loro da un camminamento circolare affinché i difensori possano spostarsi più facilmente da un punto all’altro in caso di necessità.
Le abitazioni private sono addossate alla parte interna del muro di cinta, a partire dal terzo piano, ciascuna con una finestra che dà sull’esterno e con una porta che si apre su un ballatoio, circolare o rettangolare, che fa il giro dell’edifico.
Alcune rampe di scale (di solito quattro) portano dal pian terreno fino all’ultimo piano della costruzione.
I piani inferiori ospitano invece depositi di provviste, locali di riunione e spazi di uso comune, ad es. cucine e sale da pranzo.
Edifici ufficiali, come ad es. il tempio ancestrale del clan che abita la casa (7), sono situati molto spesso al centro del cortile. (8)
Nel cortile è normalmente situato il pozzo (o i pozzi, se ve ne sono più d’uno). Nelle case-fortezza più confortevoli è possibile trovare dei pozzi all’interno delle varie cucine addossate al muro perimetrale.
La tecnica di costruzione dei “tŭlóu” è stata descritta per la prima volta in un’opera dell’epoca Sòng: il “Trattato dei Metodi Architettonici” (營造法式 “yíngzhào făshì”). (9)
Diversamente da altri agglomerati edilizi la cui architettura tende a porre in rilievo le gerarchie sociali, il “tŭlóu” applica a tutti i membri della comunità che vive al suo interno il principio di eguaglianza.
Tutte le stanze hanno le stesse dimensioni, la stessa decorazione, lo stesso tipo di porte e di finestre.
Non vi sono inoltre distinzioni come “piani nobili” o “attici”. Ogni famiglia possiede uno “spicchio verticale” dell’edificio che va dal pian terreno sino al tetto. Famiglie particolarmente numerose possono tuttavia disporre di due o tre “spicchi verticali”.
Storicamente i “tŭlóu” cominciarono ad essere costruiti per ospitare, in condizioni di sicurezza, più generazioni e più branche di una stessa famiglia che si rifacevano ad un capostipite comune ( concetto che noi esprimiamo abitualmente con il termine “clan”). “Tŭlóu” particolarmente grandi potevano però anche alloggiare più di un “clan”.
Le sale di cerimonia, i pozzi, i bagni, le lavanderie, l’armeria e gli altri spazi d’uso comune erano utilizzati secondo precisi criteri di ripartizione.
Questo schema di proprietà comune si applicava anche al terreno agricolo coltivato dalla comunità, sebbene le singole famiglie disponessero altresì di piccoli appezzamenti in proprietà privata.
Negli anni sessanta del secolo scorso avvenne spesso che un “tŭlóu” si identificasse con una “comune di produzione”, cioè con l’unità di base creata dalla riforma agraria.
Un tempo, l’assegnazione degli alloggi avveniva in base al principio della discendenza per linea maschile: ogni maschio, in quanto capofamiglia, riceveva un’abitazione.
Le attività di interesse comune (pulizia degli spazi pubblici, apertura e chiusura del portone, organizzazione di feste e di cerimonie, etc.) venivano svolte dalle singole famiglie seguendo un piano di rotazione.
Quando la popolazione aumentava in modo considerevole, c’erano due possibilità:
si ampliava il “tŭlóu” originario aggiungendo un altro cerchio concentrico;
si costruivano nuovi “tŭlóu” accanto all’edificio originario.
Entrambe le soluzioni garantivano il mantenimento di stretti legami tra i membri del “clan”.
I “tŭlóu” derivano dalle fortificazioni che la popolazione del Fújiàn meridionale eresse, tra il XII° ed il XIX° secolo, sulle colline per difendersi dai banditi che infestavano la regione. (10)
I muri in terra battuta, larghi quasi due metri alla base dell’edificio, si assottigliavano progressivamente, riducendosi, verso la cima, a circa un metro di spessore. La loro parte inferiore era spesso rafforzata da blocchi di granito o da pietre di fiume.
La solidità di questi muri trovò conferma in un episodio avvenuto nel 1934 quando un’unità dell’esercito attaccò un “tŭlóu” della contea di Yŏngdìng 永定 in cui si era rifugiato un gruppo di contadini insorti, ma non riuscì ad aprire una breccia nonostante un nutrito cannoneggiamento.
Sotto la superficie sulla quale sarebbe stato eretto il muro, veniva depositato uno strato di pietre, profondo uno o più metri, nell’intento di rendere più difficile lo scavo di gallerie.
Il portone d’ingresso, che poteva costituire l’unico punto debole della difesa, era incorniciato da lastre di granito. Esso era spesso circa 13 centimetri ed era rinforzato da placche di ferro . All’interno, era bloccato trasversalmente da robuste sbarre le cui estremità venivano inserite in appositi fori praticati nel muro.
Il “tŭlóu” più antico ancora esistente è il Qíyún Tŭlóu 齐云楼 del villaggio di Shājiàn 沙建 nella contea di Huá Ān 华安县. Di forma ellittica, esso fu costruito nel 1371. (11)
Il più piccolo è il Cuìlín Lóu 翠林楼 nella città di Nánkéng 南坑, contea di Nánjìng 南靖. Questo edificio alto tre piani, di un diametro di quattordici metri, fu costruito nel 1617. (12).
Il più grande dei “tŭlóu” di forma rettangolare è il Héguìlóu 和贵楼 di Méilín 梅林, contea di Nánjìng 南靖, che è alto 21,5 metri e conta 5 piani. Costruito nel 1732, distrutto dai ribelli nel 1864 e successivamente ricostruito, esso ha una superficie di 3.000 metri quadri. (13)
Tra i “tŭlóu” di forma circolare, il Chéngqĭlóu 承启楼, costruito durante il XVIII° secolo a Gāobĕi 高北, città di Lóngyán 龙岩, contea di Yŏngdìng 永定, con un diametro di 62,5 metri, è stato a lungo considerato il più grande.(14)
Il suo primato è stato tuttavia superato da costruzioni più recenti:
Il Shùnyùlóu 顺裕楼 (15), costruito nel 1933 nel villaggio di Shíqíao 石桥, città di Shūyáng 书洋, contea di Nánjìng 南靖, ha infatti un diametro di 74,1 metri, mentre il Fúshènglóu 福盛楼 (16), nel villaggio di Chéndōng 陈东, contea di Yŏngdìng 永定, la cui costruzione, cominciata nel 1968, è stata terminata nel 1981, ha addirittura un diametro di 77.42 metri.
Si possono infine trovare più “tŭlóu” raggruppati insieme come avviene nel caso del ”grappolo di tŭlóu presso la fossa delle lumache di fiume” (田螺坑土楼群” “tiánluó kēng tǔlóu qún”), che sorge a Tiànluókēng nella città di Shūyáng 书洋, contea di Nánjìng 南靖. Si tratta di un complesso di cinque “tŭlóu”: tre di forma circolare, uno di forma ellittica ed uno di forma quadrata, che vengono chiamati “i quattri piatti e la zuppiera” ( 四菜一汤 ”sì cài yī tāng”).
NOTE
1) Il fenomeno dei villaggi fortificati non è esclusivo della Cina, ma si manifesta pure in altri paesi. Possiamo menzionare, ad esempio, i villaggi fortificati della Transilvania, anch’essi dichiarati dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Furono costruiti intorno alle chiese dai coloni sassoni, chiamati nel XII° secolo d.C. dal re d’Ungheria, a bonificare le terre della regione. Il loro scopo era quello di proteggere le comunità contadine dalle incursioni dei Tartari prima e degli Ottomani in seguito. Qualcosa di vagamente analogo sono altresì i “ricetti” presenti in alcuni villaggi medievali italiani, sebbene essi servissero più a custodire le provviste che ad ospitare la popolazione del villaggio, salvo in caso di improvvisi attacchi.
2) Gli Hakka (客家人, in cinese “kèjiārén”) sono un sottogruppo dell’etnia Hàn 汉人 che parla la lingua Hakka (客家话, “hakkafa”, in cinese “kèjiāhuà”) e che è presente nelle regioni che seguono: Guăndōng, Fújiàn, Jiāngxī, Guăngxī, Sìchuān, Húnán, Zhèjiāng, Hăinán e Guìzhōu. Il loro numero, compresi gli emigrati all’estero, è stimato tra gli 80 ed i 120 milioni di persone
3) Con il termine Mĭnnán 闽南 si indicano coloro che parlano la lingua Mĭn (闽语 “mĭn yŭ”) nella sua variante meridionale (闽南语 “mĭn nán yŭ”). I Mĭnnán sono stanziati nel Fújiàn meridionale, in parte del Guăngdōng, in alcune contee del Zhèjiāng e nelle isole di Hăinán e di Táiwăn.
4) Il “wéilóngwū” 围龙屋, di forma semicircolare, è un complesso edilizio che non ha funzioni di difesa e che è perciò privo di mura. https://architectureontheroad.com/traditional-hakka-houses-shenzhen/#.X6A3VYhKiUk
5) Il “wéiwū” 围屋, di forma rettangolare, è munito di una torre ad ogni angolo delle mura. In alcuni casi, le fondazioni delle mura giungono fino a sei metri sotto il suolo per impedire ai nemici di penetrare nel villaggio- fortezza attraverso gallerie sotterranee. http://en.chinaculture.org/chineseway/2012-07/16/content_436784.htm
6) Il “tŭwéizì” 土围子 ha la forma di un castello quadrato, munito di torri laterali. Le case del villaggio sono disposte in file successive all’interno delle mura.
.http://61.154.14.234:8080/pub/kjwh/yj/201409/P020140916419122632189.pdf
7) In Cina come altrove i villaggi nascevano spesso dall’espandersi di un singolo gruppo familiare ed erano perciò costituiti da un insieme di famiglie che riportavano la propria origine ad un antenato comune.
8) Lo schema ricorda quello dei villaggi-fortezza della Transilvania, costruiti intorno alla chiesa, che ne costituisce il centro.
9) Il Yíngzhào Făshì 營造法式 è il più antico trattato di architettura cinese che ci sia pervenuto. Esso fu compilato da Lĭ Jiè 李誡 (1035 d.C.-1110 d.C.), Direttore dell’Edilizia Pubblica sotto la dinastia dei Sòng settentrionali 北宋 (960 d.C.-1126 d.C.), e presentato all’Imperatore nel 1100 d.C.
10) I “tŭlóu” sono menzionati per la prima volta nel trattato di Gù Jánwŭ 顾炎武 (1613 d.C.-1682 d.C.) che reca il titolo: “Pregi e difetti dell’amministrazione locale dell’Impero”( 天下郡国利病书 “tiānxià jùn guó lì bìng shū “). Nel sedicesimo volume di tale opera, la parte intitolata “Annali della Prefettura di Zhāngzhōu. Studio delle opere di difesa” “(漳州府志 兵防考 “zhāngzhōu fŭzhì bīng fáng kǎo) riporta quanto segue:” Fortificazioni. Fortificazioni in terra battuta del Zhāngzhōu. Se ne trovano pochi esempi dei tempi antichi. Esistono però attualmente dei “castelli in terra battuta”in cui abitano i funzionari e la gente comune. Nell’anno detto “jiājìng xīn yǒu “嘉靖辛酉 (corrispondente al 1561 dell’era cristiana) le popolazioni costruirono fortificazioni in terra battuta per difendersi dai banditi, specialmente nelle zone costiere. Queste costruzioni in terra battuta si trasformarono poi in villaggi cinti di mura a scopo di difesa. Poiché il pericolo più grave proveniva, a quell’epoca, dai pirati giapponesi, il maggior numero di “tŭlóu” sorse in prossimità delle coste.”
11) Foto del Qíyúnlóu
http://www.discoverfujian.com/Huaan-Dadi-Tulou-Cluster-Qiyunlou.htm
12) Foto del Cuìlínlóu
https://baike.baidu.com/pic/%E7%BF%A0%E6%9E%97%E6%A5%BC/9746052/0/e7cd7b899e510fb3a3e86c4bd533c895d0430c7c?fr=lemma&ct=single#aid=0&pic=e7cd7b899e510fb3a3e86c4bd533c895d0430c7c
13) Foto del Héguìlóu
http://www.accesschinatravel.com/photo-p5130-v386-hegui-tulou-sight.html
14) Foto del Chéngqĭlóu
https://baike.baidu.com/pic/%E6%89%BF%E5%90%AF%E6%A5%BC/5944427/0/b2de9c82d158ccbfdc516b8b17d8bc3eb0354196?fr=lemma&ct=single#aid=0&pic=b2de9c82d158ccbfdc516b8b17d8bc3eb0354196
15) Foto del Shùnyùlóu
https://baike.baidu.com/pic/%E9%A1%BA%E8%A3%95%E6%A5%BC/6385444/0/03087bf40ad162d95eb62e5911dfa9ec8a13cd1f?fr=lemma&ct=single#aid=0&pic=03087bf40ad162d95eb62e5911dfa9ec8a13cd1f
16) Foto del cortile del Fúshènglóu contenuta in un resoconto di viaggio (4° giorno)
https://www.ly.com/travels/344900.html