DÙ FŬ 杜 甫
Dù Fŭ 杜 甫 ( Tú Fŭ nel sistema di trascrizione Wade-Giles in uso nei paesi anglosassoni prima della adozione generalizzata del pīnyīn) è considerato, con Lĭ Bái 李 白 , il più grande poeta del periodo Táng 唐 朝 , che costituisce a sua volta l’epoca classica della poesia cinese.
Il suo nome di cortesia era Zĭmĕi 子 美 , che, secondo lo studioso francese ottocentesco Hervey de Saint-Denys, potrebbe essere tradotto come “fiore d’eleganza”.
Lo pseudonimo poetico da lui stesso usato nella maturità (ad es. nella poesia “Lamento sulla riva del fiume”) è “Shàolíng yĕlăo” 少 陵 野 老 ( “ il “vecchio contadino di Shàolíng ”), dal nome del paese d’origine della famiglia, Shàolíng, nel distretto di Jīngzhào 京 兆 presso l’attuale Xī’ān 西 安.
Il paese era chiamato Shàolíng (“piccolo mausoleo”) perché ospitava la tomba di Xŭ Píngjūn 許 平 君 , moglie dell’imperatore Liú Xùn degli Hàn 漢 劉 訓 , conosciuto come Xuāndì 宣 帝, più piccola rispetto alla tomba dell’imperatore (杜 陵 “Dùlíng”), che si trovava anch’essa nelle vicinanze.
I contemporanei lo chiamarono anche “Dù Shàolíng ” 杜 少 陵 (“Dù di Shàolíng”) e “Dù Gōngbù” 杜 工 部 , vale a dire “Dù dell’Ufficio dei Lavori Pubblici”, perché, quando, già anziano, trascorse qualche anno nel Sìchuān 四 川 , il governatore lo nominò consigliere aggiunto alle opere pubbliche ( 檢 校 工 部 員 外 郎 “ jiănjiào gōngbù yuànwàiláng”) con l’incarico di sorvegliare gli importanti lavori pubblici che dovevano essere eseguiti nella zona.
Quando la sua fama si diffuse in tutta la Cina ricevette ancora altri soprannomi, in particolare: “shī shĭ “ 詩史, che significa “il poeta della storia”, con riferimento all’enorme erudizione di cui fece prova nelle sue opere, e“ shī shèng” 詩 聖 , che significa “il poeta divino”, “il nume della poesia”, “il poeta ispirato”, o , come si diceva un tempo , “il vate.”
Dù Fŭ nacque nel 712 d.C., lo stesso anno in cui salì al trono il famoso imperatore Xuánzōng 玄 宗 , presumibilmente nel villaggio di Nányáowān 南 窑 湾 村, contea di Gŏng ( Gŏngxiàn 鞏 縣 ) nel Hénán 河 南 , dove il bisnonno Dù Yiji s’era trasferito da Jīngzhào per esercitarvi le funzioni di magistrato..
La sua famiglia era di modeste condizioni economiche, ma colta, e vantava ascendenze nobili. Il poeta si gloriò infatti, in una poesia, di avere letterati in famiglia da undici generazioni, a cominciare dal famoso Dù Yù 杜 預 (222 d.C- 285 d.C). Suo nonno, Dù Shĕnyán 杜 審 言, era stato funzionario all’epoca dell’imperatrice Wŭ Zétiān 武 則 天 (690-705 d.C.). Il padre era un funzionario di medio rango e la madre apparteneva ad una famiglia che si dichiarava discendente dell’ antichissimo imperatore Yáo 堯 .
Il fratello maggiore di Dù Fŭ morì quando il poeta era ancora bambino e poco dopo morì anche la madre. Il padre si risposò dando a Dù Fŭ ancora tre fratelli ed una sorella di secondo letto.
Dù Fŭ ebbe un’educazione letteraria approfondita, che non gli impedì di viaggiare molto, fin dall’età di 15 anni, nelle valli del Huáng Hé 黃 河 e dello Yáng Zĭ Jiāng 揚 子 江 nonché nelle regioni della Cina Meridionale.
Come ricorda l’Hervey de Saint-Denys, sostenne con successo gli esami a livello distrettuale e provinciale che davano diritto ai titoli di “xiùcái” 秀才 ( più o meno equivalente al nostro titolo di “diplomato”) e di “ jŭrén” 舉人 ( che si potrebbe equiparare all’attuale “laureato”di un corso di laurea breve”).
Era quindi già conosciuto e stimato quando nel 736 d.C. si presentò a Cháng’Ān 長 安 per sostenere l’esame del “jìnshì” 进士” ( un esame grosso modo equivalente ad un “dottorato” o all’Esame di Stato), il cui superamento era il presupposto necessario per accedere alle funzioni pubbliche nell’amministrazione centrale.
Con grande sorpresa di tutti fu respinto. Forse il suo stile denso e concettoso non fu capito, forse uno svolgimento originale ed inusuale dei temi assegnati sconcertò gli esaminatori abituati ai ragionamenti tradizionali. Eventi del genere non sono tuttavia troppo rari nella storia: anche Giuseppe Verdi non riuscì a superare l’esame di ammissione al Conservatorio di Milano.
Questo fallimento non impedì a Dù Fŭ di frequentare i letterati della capitale, che cominciavano ad apprezzare la sua cultura ed il suo talento. Finché visse il padre, che aveva un impiego abbastanza ben retribuito, poté coltivare gli studi e dedicarsi ai suoi divertimenti preferiti – equitazione, caccia, tiro con l’arco- , ma alla morte del padre, nel 740 d.C, le risorse disponibili diminuirono drasticamente, anche perché Dù Fŭ si ritrovò a svolgere funzioni di capofamiglia e dovette prendersi cura dei fratelli. Egli rinunciò, in favore di uno dei fratellastri, ad un piccolo impiego che era tradizionalmente riservato alla famiglia nella località d’origine. Cominciò allora a girare per le province, ospite di letterati che apprezzavano le sue doti poetiche, e viaggiò in particolare nello Shāndŏng 山 東 e nel Hébĕi 河 北 .
Nel 742 d.C. si trasferì a Luòyáng 洛 陽 , ma nel 744 ritornò a Cháng’Ān dove strinse amicizia con Lĭ Bái, che, sotto certi aspetti era pure lui un emarginato. Incontró Lĭ Bái nel 745, ma proprio in quel periodo il grande poeta dovette allontanarsi dalla corte, ed i due non ebbero più occasione di rivedersi, anche se, in seguito, Dù Fŭ dedicò a Lĭ Bái numerose poesie.
Nel 746 d.C. un nuovo tentativo di superare l’Esame di Stato fallì per una ragione di forza maggiore. Sembra infatti che il primo ministro avesse imposto agli esaminatori di dichiarare inidonei tutti i candidati, per paura che, tra gli eventuali vincitori del concorso, l’imperatore potesse trovare una persona adatta a sostituirlo.
Tentò allora, a più riprese, di attirare l’attenzione dell’imperatore sottoponendogli tra il 751 ed il 755 numerose composizioni poetiche che affrontavano questioni politiche in un linguaggio poeticamente ornato, caratterizzate da una smaccata adulazione nei confronti del sovrano. Una poesia intitolata “Sulle tre grandi usanze” attirò finalmente l’attenzione di Xuánzōng e valse al poeta, nel 755 d.C., una nomina diretta ad un modesto impiego senza passare per la trafila degli esami. Si trattava di un posto di cancelliere nell’ufficio del comandante della destra della casa del principe ereditario.
Dù Fŭ , che si era sposato nel 752 d.C., acquistò un podere, prova che stava raggiungendo a quell’epoca una certa agiatezza, ma sembra che soffrisse già allora di asma ed altre affezioni polmonari.
Il periodo felice di Dù Fŭ durò tuttavia pochissimo tempo. Nel 756, d. C. la rivolta di Ān Lùshān 安 禄 山 lo sorprese a Cháng’Ān, da cui in un primo momento non riuscì ad allontanarsi, sebbene avesse fatto rifugiare altrove la moglie ed i cinque figli, il più piccolo dei quali Dù Zōngwŭ 杜 宗 武 aveva solo pochi mesi di vita. .
L’atmosfera di terrore che le truppe ribelli fecero regnare a lungo nella capitale è ben descritta nella poesia “Un principe infelice”. In quel periodo Dù Fŭ contrasse la malaria.
Nel maggio del 757 il poeta approfittò di un momento in cui i ribelli erano in difficoltà e riuscì a raggiungere la corte del nuovo imperatore Sùzōng 唐 肅 宗 , da cui fu nominato censore. Purtroppo Dù Fŭ prese troppo sul serio il suo incarico, ed invece di limitarsi a partecipare alle cerimonie solenni ed a formulare osservazioni anodine, come era usuale, entrò nel merito delle decisioni imperiali, criticando ad esempio l’allontanamento dal governo di un alto funzionario, Fáng Guăn 房 琯, per una lieve mancanza.
Questa insolita franchezza gli costò il posto. Fu dapprima arrestato, poi perdonato nel giugno del 757. Nel settembre dello stesso anno gli fu concesso un congedo per rivedere la famiglia .Ritornò a Cháng ‘Ān con la Corte imperiale nel dicembre del 757,quando la città fu ripresa dalle truppe governative, ma subito dopo fu allontanato dalla capitale.
Trasferito in provincia con modesti incarichi, soffrì spesso povertà e disagi, quando non trovava appoggio e sostegno presso coloro che apprezzavano le sue doti poetiche. È tuttavia controverso se egli sia vissuto in vera miseria. L’Hervey de Saint-Denys sostiene ad es. che gli incarichi attribuitigli potevano comunque consentirgli una vita decorosa e che egli ha un po’esagerato nella descrizione delle sue disgrazie per ragioni di effetto poetico.
Nel 758 fu nominato commissario all’educazione a Huāzhōu 花 州 nel Guăndōng. 廣 東.
Deluso dalla modestia delle funzioni e dal salario insufficiente per mantenere la numerosa famiglia, abbandonò l’impiego e, dopo brevi soste a Qínzhōu 秦 州 ( oggi Tiānshuĭ 天水) ed a Tónggŭ 同 谷 nel Gānsù 甘 肅 ,si recò nel dicembre del 759 d..C. a Chéngdū 成 都 nel Sìchuān 四 川 ,dove fu accolto ed ospitato dal prefetto della città, che era un suo vecchio amico, il poeta Péi Dí 裴 迪.
Nell’autunno del 760 d.C. si trovò di nuovo in gravi ristrettezze economiche e spedì lettere (in versi) a tutte le sue conoscenze chiedendo urgentemente aiuto. Fu soccorso da un altro suo amico ed estimatore, Yán Wŭ. 嚴 武, che era stato nel frattempo nominato governatore generale del Sìchuān. Con l’aiuto di quest’ultimo Dù Fŭ poté farsi costruire una casetta col tetto di paglia (ancor oggi esistente) nella quale visse sereno per alcuni anni, dedicandosi soprattutto alla sua opera poetica.
Nel 762 dovette allontanarsi da Chéngdu a causa di una ribellione, ma vi ritornò nel 764 e fu nominato da Yán Wŭ consigliere militare per una spedizione contro i Tibetani.
Nel 765, dopo la morte di Yán Wŭ, si mise in cammino con la famiglia per la sua città d’origine Luòyáng, che era stata riconquistata dalle truppe imperiali nel 762, ma il viaggio fu piuttosto lento perché nel frattempo le condizioni di salute del poeta si erano molto deteriorate.
Nella primavera del 766 giunse a Báidìchéng 白 帝 成 , nella regione delle Tre Gole ( 三 峽 ”sānxiá”) dello Yáng Zĭ Jiāng 揚 子 江 , dove sostò due anni e scrisse oltre 400 poesie. Il governatore del distretto, Bó Maòlín 柏 茂 琳, lo aiutò, impiegandolo nell’autunno del 766 come proprio segretario pur senza una nomina ufficiale.
Nel 768 Dù Fŭ riprese il suo viaggio e giunse a Tánzhou 潭 州 (oggi Chángshā 長 沙) nel Húnán 湖 南 , dove morì nel dicembre del 770 d.C..
Come era avvenuto per Lĭ Bái, anche sulla morte di Dù Fŭ sorsero presto racconti fantasiosi. Secondo uno di questi, che si ispira forse alle situazioni di miseria e di fame spesso descritte dal poeta, Dù Fŭ, recatosi in barca a visitare un antico tempio su un’isoletta deserta in mezzo al fiume, sarebbe stato sorpreso da un’inondazione, che lo avrebbe bloccato sull’isola per una decina di giorni, durante i quali sarebbe sopravvissuto cibandosi di erbe e radici. Quando fu ritrovato, il governatore di Tánzhōu, felice che si fosse salvato, avrebbe organizzato un grande banchetto in suo onore e Dù Fŭ, per saziare la sua enorme fame, si sarebbe talmente ingozzato di cibo da morire di indigestione.
Il poeta lasciò la moglie e due figli superstiti, gli altri essendo morti in giovane età.
Si ha ancora notizia di un nipote che, nell’ 813 d.C., chiese al poeta Yuán Zhĕn 元 稹 di comporre un’iscrizione in suo onore.