La poesia qui di seguito riprodotta fa parte della più antica antologia poetica cinese il “Libro delle Odi” (詩 經 Shī Jīng). Essa figura nella sezione intitolata “Piccole Odi”小 牙 (“Xiăo Yá), “Decade di Lù Míng (鹿 鳴 之 什 “Lù Míng Zhī Shí”). La decade prende il nome dal titolo della poesia con cui si apre: “Il Bramito del Cervo” (鹿 鳴 “Lù Míng”).
Una famosa traduzione in lingua inglese (“Song of the Bowmen of Shu”) è quella del poeta americano Ezra Pound, che figura nella raccolta intitolata “Cathay”, da lui pubblicata nel 1915. Occorre però ricordare che Pound, il quale non conosceva il cinese, utilizzò una precedente traduzione di Ernest Fenollosa, il quale a sua volta si era ispirato ad una versione giapponese della poesia.
RACCOGLIAMO LE FELCI (1)
Orsù, raccogliamo le felci, le felci che stanno spuntando.(2)
Si parla solo del ritorno, però non sarà per quest’anno.
Non vedremo moglie né casa, tutto per colpa degli Xiănyŭn. (3)
Non avrem pace né riposo, tutto per colpa degli Xiănyŭn.
Orsù, raccogliamo le felci. I germogli sono teneri.
Si parla solo del ritorno, ma i nostri cuori sono tristi.
Sono tristi ed amareggiati, perché soffriamo fame e sete,
senza aver notizie dei nostri mentre si combatte la guerra. (4)
Orsù raccogliamo le felci, che stanno diventando dure.
Si parla solo del ritorno, ma già siamo giunti all’autunno. (5)
Prima viene il servizio del re, senza tregua, senza riposo. (6)
I nostri cuori sono afflitti. Ci mandan sempre più lontano. (7)
Cos’è tutto questo rigoglio? È la fioritura dei meli .(8)
Di chi è questo carro da guerra? Esso appartiene al generale,
ch’è pronto a lanciare al galoppo i quattro focosi destrieri.
Chi mai oserebbe non seguirlo? Ha vinto tre volte in un mese. (9)(10)
Quattro cavalli aggiogati, quattro possenti stalloni.
Rendono ardito il generale, rendono sicuri i soldati. (11)
Buoni cavalli, arco d’avorio, faretra in pelle di zigrino. (12)(13)
Come non stare sempre all’erta? La minaccia nemica incombe.
Quando noi partimmo soldati, pioppi e salici erano verdi. (14)
Ora che stiamo ritornando, ci son solo nuvole e neve.
Lunga e faticosa la marcia. Fame e sete ci tormentano.
I nostri cuori sono afflitti. Nessuno sa quanto soffriamo. (15)
NOTE
1) Il termine 薇 (“wéi”) designa la felce reale (“nome scientifico: Osmunda regalis), una felce di grandi dimensioni i cui germogli possono essere consumati come cibo. Già il titolo del canto ci lascia intuire le tristi condizioni dei soldati, costretti a mangiare i germogli di felce per combattere la fame.
2) Le prime tre strofe sembrano coprire il periodo di tempo che va dalla primavera all’autunno. La felce reale è infatti una pianta decidua, le cui foglie seccano in autunno e rispuntano all’inizio della primavera. I germogli edibili sono teneri durante la primavera, poi le piantine crescono, si irrobustiscono, mettono su le foglie e non sono più commestibili.
3) Gli Xiănyŭn 玁 狁 erano nomadi della steppa che invasero la Cina ai tempi della dinastia Zhōu 周 朝 . Fonti scritte menzionano come data della loro prima incursione l’anno 843 a.C. Secondo molti studiosi si identificherebbero con gli Xiōngnú 匈 奴, cioè gli Unni.
4) Letteralmente 我戍未定 靡使归聘 si legge come segue:“il nostro servizio non è finito, nessun messaggero a casa per avere notizie”. Il termine 戍(“shù”) indica le funzioni proprie dei soldati ( sorveglianza delle città, difesa delle frontiere), in altre parole il servizio militare. Il termine 聘(”pìn”) significa “andare in visita per informarsi”. Nei dizionari troviamo anche il senso di “fidanzamento” probabilmente perché la visita di informazione presso le famiglie era una delle tappe fondamentali attraverso cui si giungeva al fidanzamento. Mentre la guerra è in corso nessuno può allontanarsi dal fronte e non è quindi possibile avere notizie della famiglia nemmeno attraverso amici e compaesani cui sia stata concessa una licenza.
5) L’espressione originale è 岁 亦 阳 (“suì yì yáng”). 阳 (“ yáng”) è il principio attivo, l’elemento maschile, la luce, il sole, il calore. Potrebbe dunque trattarsi di un accenno all’estate. Vedo però che l’espressione viene generalmente interpretata come “l’anno è già nel decimo mese” con riferimento alla 十 月 小 阳 春 ( shí yuè xiăo yáng chūn” “la piccola, calda primavera del decimo mese”), che sarebbe quindi piuttosto l”indian summer” o “estate di San Martino”. Anticamente 阳 月 (“yáng yuè”) era infatti un altro modo di indicare il 十 月(“shí yuè”), cioè il decimo mese lunare.
6) 王事 (“wáng shì” “gli affari del re”) sono evidentemente gli interessi pubblici, in questo caso la difesa del paese, che prevalgono sugli interessi dei singoli. Letteralmente “gli affari del re non sono da prendere alla leggera”( 王事靡盬 “wáng shì mí gŭ”).
7) L’espressione 我行不来 (“wŏ xíng bù lái” , letteralmente “andiamo ,non veniamo”) è stata spesso tradotta “marciamo senza ritorno”, “andiamo ma non torneremo”. Pound, ad esempio, traduce :“we shall not return to our country”. Io ho cercato di darne un’interpretazione meno tragica: gli sviluppi della campagna costringono i soldati addentrarsi nella steppa, allontanandosi ogni volta di più dalle loro basi e ritardando quindi, sempre di più, il momento del loro ritorno a casa.
8 Il termine 棠 华 (“táng huá”) designa il melo da fiore giapponese (nome scientifico: malus floribunda), un arbusto dalla fioritura molto rigogliosa e decorativa. Esso è menzionato nel chiaro intento di stabilire un paragone con lo splendore del generale che ci appare magnificamente armato alla guida di un imponente carro da guerra trainato da quattro focosi destrieri.
9) Letteralmente i versi suonerebbero cosÌ: “Che cos’è questo carro ? Il carro da guerra del generale. Il carro è pronto ad avanzare. Quattro stalloni lo tirano. Come oseremmo non muoverci? Tre vittorie in un mese”.
10) Non c’è nessun trionfalismo in questi versi. I soldati non sono militari di professione, ma contadini strappati alle loro famiglie e al loro lavoro. Essi constatano amaramente che l’unica conseguenza delle numerose vittorie sarà il proseguimento della guerra. I generali, esaltati dal successo, vorranno continuare a combattere sino alla sconfitta totale e definitiva del nemico e i poveri soldati vedranno allontarsi sempre di più il giorno tanto desiderato del ritorno a casa.
11) Il verso non è di facile comprensione. Letteralmente esso si può leggere come segue: “Il generale ha fiducia, i soldati sono protetti”. Un’interpretazione plausibile è che l’imponenza dei carri d’assalto e la potenza dei cavalli rendano audace il generale e diano un senso di sicurezza ai soldati.
12) L’espressione 四牡翼翼 (“sì mŭ yì yì”) sembra voler indicare che si tratta di cavalli capaci di muoversi in modo ordinato, cioè ben addestrati, docili, obbedienti e quindi pienamente affidabili.
13) Il termine 鱼 服 ( “yú fú” “custodia di pesce”) è inteso da traduttori e commentatori come “ faretra in pelle di pescecane”, cioè una faretra in pelle zigrinata.
13) L’espressione 依 依( “yí yí”) indica lo stato di ciò che è “denso”, “folto”, “lussureggiante”. I pioppi ed i salici coperti di foglie verdeggianti sono uno degli elementi che caratterizzano la primavera.
14) La campagna militare contro gli Xiăngyún si è dunque protratta per un anno intero. Occorre tener presente che spedizioni di così lunga durata erano disastrose per la comunità in quanto i soldati venivano reclutati fra i contadini e la loro prolungata assenza dal lavoro dei campi pregiudicava la semina e il raccolto e poteva quindi causare fame e carestie. Negli antichi testi, viene definito saggio il sovrano che impone corvées e organizza spedizioni militari nel momento giusto, cioè lontano dai periodi della semina e del raccolto (cfr. ad.es i Dialoghi di Confucio 論 語 “lùn yŭ” XX.2.). Ovviamente ciò implicava una possibilità di scelta che veniva meno nel caso di incursioni dei barbari, le quali potevano avvenire in qualsiasi stagione.
采căi 薇 wéi
采căi 薇wéi 采căi 薇wéi 薇wéi 亦yì 作zuò 止 zhĭ
曰yuē 归quī 曰yuē 归quī 岁suì 亦 yì 莫 mò 止 zhĭ
靡 mí 室 shí 靡 mí 家jiā 玁xiăn 狁yŭn 之 zhĭ 故 gù
不 bù 遑 huáng 启 qĭ 居 jū 玁 xiăn 狁yŭn 之zhĭ 故 gù
采căi 薇wéi 采căi 薇wéi 薇wéi 亦yì 柔 róu 止 zhĭ
曰yuē 归quī 曰yuē 归quī 心 xīn 亦 yì 忧 yōu 止zhĭ
忧 yōu 心 xīn 烈 liè 烈 liè 载 zài 饥 jī 载 zài 渴 kĕ
我 wŏ 戍 xū 未 wèi 定díng 靡 mí 使shĭ 归 quī 聘 pìn
采căi 薇wéi 采căi 薇wéi 薇wéi 亦yì 刚 gāng 止zhĭ
曰yuē 归quī 曰yuē 归quī 岁suì 亦yì 阳 yáng止 zhĭ
王wáng 事 shì 靡 mí 盬 gŭ 不 bù 遑huáng 启 qĭ 处 chŭ
忧 yōu 心 xīn 孔 kŏng 疚 jiù 我 wŏ 行 xíng 不 bù 来 lái
彼bĭ 尔 ĕr 维 wéi 何hé 维 wéi 棠 táng 之 zhĭ 华 huá
彼bĭ 辂lù 斯 sī 何 hé 君 jūn 子 zĭ 之 zhĭ 车 chē
戎róng 车chē 既 jì 驾 jià 四 sì 牡 mŭ 业 yè 业 yè
岂 qĭ 敢găn 定díng 居 jū 一 yī 月 yuè 三 sān 捷 jié
驾 jià 彼 bĭ 四 sì 牡 mŭ 四 sì 牡 mŭ 骙 kuí 骙 kuí
君 jūn 子 zĭ 所 suŏ 依 yī 小xiăo 人 rén 所 suŏ 腓 féi
四 sì 牡 mŭ 翼 yì 翼 yì 象xiàng 弭 mĭ 鱼 yú 服 fú
岂 qĭ 不 bù 日 rì 戒jiè 玁 xiăn 狁yŭn 孔 kŏng 棘 jí
昔 xī 我 wŏ 往 wăng 矣 yĭ 杨yáng 柳 liŭ 依 yī 依 yī
今 jīn 我 wŏ 来 lái 思 sī 雨 yŭ 雪 xuè 霏 mí 霏 mí
行xíng 道dào 迟 chí 迟 chí 载 zài 渴 kĕ 载 zài 饥 jī
我wŏ 心 xīn 伤 shāng悲 bēi 莫 mò 知 zhī 我wŏ 哀āi