Lín Huīyīn
Meditazione (1)
L’inverno non arriva senza motivo.
Il freddo è simile a un fiore.
Un fiore ha il proprio profumo,
l’inverno ha la sua memoria:
è l’ombra d’una fila di rami secchi.(2)
Sottile come un filo di fumo grigio.
Una forma appena schizzata che passa (3)
dinanzi alla finestra nel pomeriggio,
mentre la luce si stempera nel freddo.(4)
Si spegne lenta, a poco a poco...
proprio come s’attende
ch’un visitatore cominci a parlare.(5)
Assorta in silenziosa meditazione
bevo tranquilla il mio tè. (6)
Note
1) Il termine “jìngzuò”( 静坐 “sedere quietamente”) è stato usato fin dall’antichità, nel taoismo, nel confucianesimo e nel buddhismo, per indicare la pratica della meditazione.
Non è qui il caso di approfondire il significato del termine nelle varie dottrine.
Giusto per fornirne un’idea riprenderò una breve descrizione di due stadi di meditazione che ho trovato sul sito della Chiesa Taoista d’Italia:
“...Il primo si chiama Jìngzuò 静 坐, “seduti e tranquilli”.
In questa fase si apprendono le tecniche psico-percettive come sōng 松 (“ rilassamento”), zhĕng 整 ( “allineamento”) e dìng 定 (“stabilizzazione”).
Questo livello è padroneggiato con le Tre Regolazioni: del corpo, del respiro e della mente.
Il secondo si chiama Zuòwang 坐 忘, “sedere e dimenticare”.
Tramite questa tecnica si domina la propria mente e ci si libera dalle sue sovrastrutture.
Il fine è raggiungere lo stato di "vacuità".
Siamo svegli e consapevoli ma la mente non produce pensieri, immagini o reattività emotive.
Questa è la vera pace interiore. A questo stadio si perde la cognizione della diversità tra noi stessi ed il mondo. Si comprenderà che siamo tutti parte di un Tutto.”
2) L’interpretazione della strofa risulta più agevole se si considera il termine 寒 冷 “hánléng” non come un aggettivo, ma come un sostantivo: “il freddo”, “il gelo”. In natura ogni essere, ogni fenomeno ha il suo “inprinting”, la sua “memoria genetica”. Così, ogni esemplare di una certa specie di fiori ha sempre lo stesso profumo e il succedersi delle stagioni avviene sempre con lo stesso ritmo da tempi immemorabili. L’inverno non arriva casualmente e in un periodo qualsiasi, bensì quando i segnali dell’autunno (“i rami secchi” 枯 枝“kūzhī”) lo hanno avvertito che sta per giungere il suo momento.
3) Il termine 一 笔 画 (“yībĭhuà” “disegno tracciato con un solo tratto di pennello”) indica un’immagine appena abbozzata, una figura di cui sono disegnati solo i contorni, una “silhouette”.
4) A rigor di logica la luce dovrebbe svanire nell’oscurità, ma l’immagine della luce che si stempera nel freddo è ben più poetica. La figura retorica qui usata è la sinestesia.
5) Il paragone è molto originale. L'inverno non giunge all'improvviso, ma a poco a poco, in fasi successive, proprio come gradualmente si fa silenzio durante un banchetto o un un cocktail quando un invitato di riguardo si appresta a parlare.
6) La tradizione orientale ha sempre legato alla consumazione del tè significati simbolici e filosofici. Ciò deriva probabilmente dal fatto che il tè veniva bevuto dai monaci Chán 禅 per rimanere svegli durante le pratiche meditative. In Giappone la preparazione di una tazza di tè è addirittura diventata una solenne e significativa cerimonia chiamata “cha no yu”( 茶 の 湯 ”acqua calda per il tè”). Alla vita di un famoso “maestro del tè” ,Sen no Rikyū 千 利 休 ( 1522-1591), è dedicato il romanzo di Yasushi Inoue 井 上 靖( 1907-1991) intitolato “Le memorie del monaco Honkaku” (本 覺 坊 遺 文 “honkakubō ibun”).
静坐
冬有冬的来意
寒冷像花—--
花有花香
冬有回忆一把一条枯枝影
青烟色的瘦细
在午后的窗前拖过一笔画
寒里日光淡了
渐斜… …
就是那样地
像待客人说话
我在静沉中默啜着茶
Jìngzuò
dōng yŏu dōng de láiyì
hánlĕng xiàng huā
huā yŏu huā xiāng
dōng yŏu huíyì bă yī tiáo kūzhī yĭng
qīng yān sé de shòuxì
zài wŭhòu de chuāng qián tōngguò yībĭhuà
hán lĭ rì guāng dàn le
jiàn xié........
jiù shì nà yàngdì
xiàng dài kèrénshuòhuā
wŏ zài chénjìng zhōng mò chuò chà