XUĒ TĀO
Xuē Tāo 薛 濤 , nome di cortesia Hóngdù 洪 度 , nacque nel 768 d.C., probabilmente a Cháng’Ān 長 安 , dove suo, padre, Xuē Yún 薛 鄖 , modesto funzionario, prestava servizio prima di essere trasferito a Chéngdū 成 都 nel Sīchuān 四 川
La morte prematura del padre la lasciò priva di risorse in giovane età e la costrinse a registrarsi come “cortigiana” a Chéngdū.
Col passare del tempo si fece conoscere per la sua intelligenza e per le sue doti poetiche, attirando così l’attenzione di Wéi Gāo 韋 皋 , comandante del distretto militare di Xīchuān 西 川 , che ne fece la propria accompagnatrice stabile.
Nella cerchia di Wéi Gāo, potè conoscere letterati e poeti, come Yuán Zhĕn 元 稹 , con il quale scambiò numerose liriche ed ebbe, forse, anche rapporti più stretti.
Più tardi, dopo la morte di Wéi, Xuē Tāo si stabilì nei dintorni di Chéngdū e riuscì a guadagnarsi da vivere in modo indipendente. Secondo alcune fonti avrebbe fabbricato e venduto fogli di carta di qualità speciale usati per scrivere poesie.
Si narra che, già anziana, si sarebbe accostata alla spiritualità taoista ed avrebbe vestito gli abiti monacali
Morì nell’831 d.C.
Approssimativamente 450 poesie di Xuē Tāo furono raccolte nell’Antologia del Fiume di Broccato ( 錦 江 集 “jĭn jiāng jí” ) , la cui esistenza è documentata fino al 14° secolo d.C. Poco meno di un centinaio ne sono sopravvissute fino ad oggi.
La poesia che segue esprime la sofferenza d’amore con una serie di tocchi vaghi e delicati in cui manca qualsiasi esplicito riferimento ad una delusione sentimentale.
L’espressione più concreta che vi figura è 愁 人 (“chóu rén : “una persona che soffre”). Il resto è una serie di tenui allusioni ed associazioni di idee ( l’autunno, il freddo, l’oscurità della notte richiamata “a contrario” dall’immagine del cielo che si schiarisce, la nebbia, il mormorio della fonte che richiama a sua volta il suono monotono del “qín” 琴 , l’insonnia) che creano insensibilmente un’atmosfera di tristezza e di malinconia.
Una fontana, d’autunno.
Il cielo gelido comincia a schiarirsi,
rimane ancora una cortina di nebbia. (1)
Ma di lontano giungeva al mio cuscino
il quieto mormorio d’uno zampillo,
il vibrare di dieci corde di seta, (2)
che trascinava con sé i miei sentimenti,
che non mi lasciava dormire, meschina,
quando era già passata la mezzanotte.
Note
1) Come giustamente osserva Lu Yu nella sua tesi di laurea “Readings of chinese poet Xue Tao” presentata all’Università del Massachusetts Amherst nel settembre 2010 (pagg. 33 e segg.) il cielo che si schiarisce e la nebbia che si dirada indicano il sopraggiungere dell’alba. I versi successivi si riferiscono dunque alle ore notturne che la poetessa ha trascorso tormentata dall’insonnia.
2) Le “dieci corde” designano il 琴 (“qín”) , antico strumento musicale, il cui suono ha un tono particolarmente malinconico.
秋 泉
泠 色 初 澄 一 帶 煙 ,幽 聲 遙 瀉 十 絲 弦。 長 來 枕 上 牽 情 思 , 不 使 愁 人 半 夜 眠。
Qiū Quán
líng sè chū chéng yī dài yán yōu shēng yáo xiè shí sī xián
cháng lái zhĕn shàng qiān qíng sī bù shĭ chóu rén bàn yè mián