Biografia di Lù Wénfū
Lù Wénfū 陆文夫.nasce il 23 marzo 1928 in un villaggio del distretto di Tàixīng 泰兴 nella provincia del Jiāngsū 江苏.
Frequenta, da bambino, una scuola tradizionale, dove il maestro, vedendo la sua passione per la lettura, gli dà il soprannome che gli servirà più tardi da pseudonimo: 文夫. (“wénfū”), vale a dire “il letterato”.
A sedici anni, si reca a studiare a Sūzhōu 苏州, dove abita una zia.
Conseguito il diploma dell’insegnamento secondario, non potendo, per mancanza di mezzi, frequentare l’università a Shànghăi 上海, si trasferisce nella zona del Sūbĕi 苏北 , la parte settentrionale del Jiāngsū 江苏, allora sotto il controllo dell’Esercito popolare di Liberazione, e si iscrive ad un corso di dottrina marxista presso l’università Huázhōng 華中大學 (“huázhōng dáxué”) di Yánchéng 盐城.
Si arruola nell’Esercito popolare di Liberazione durante il mese di gennaio del 1949, proprio nel momento in cui le truppe del Guómíndàng subiscono una sconfitta decisiva, e ritorna al sud con i soldati comunisti che, il 27 aprile, occupano Sūzhōu senza trovare alcuna resistenza.
Comincia allora a lavorare presso il “Nuovo Giornale di Sūzhōu” (新苏州报 “xīn sūzhōu bào”), con il quale collaborerà fino al 1957, sebbene la sua vera vocazione non sia quella del giornalista, bensì quella dello scrittore.
Invia i suoi scritti alla “Rivista letteraria e artistica” ( 文艺报”wényì bào”) di Shànghăi, che, nel febbraio del 1955, gli pubblica un breve racconto intitolato “L’Onore” (荣誉” ròngyú”). Un altro racconto, intitolato “Due Incontri con Zhōu Tài” ( 二遇周泰 “èr yù zhōu tài”), è pubblicato sulla rivista “Letteratura del popolo”( 人民文学 ”rénmín wénxué”). I due racconti descrivono i grandi mutamenti sociali cui ha dato luogo l’avvento della Repubblica Popolare.
Nel 1956 pubblica, sulla rivista “Germogli”( 萌芽 “méngyá”), una novella molto originale, intitolata “In Fondo al Vicolo”( 小巷深处 ”xiǎo xiàng shēn chù”) in cui, invece di celebrare, come fanno gli altri, le guerre patriottiche, i piani quinquennali, gli eroi rivoluzionari e gli operai stakanovisti, descrive, con molta simpatia umana, le vicissitudini di una povera prostituta.
Nella primavera del 1957 è invitato a far parte del Gruppo di Lavoro creato a Nanchino dalla “Federazione dei circoli letterari ed artistici del Jiāngsū” (江苏省文联从事专业创作 ”jiāngsū shěng wénlián cóngshì zhuānyè chuàngzuò”). Vi incontra alcuni giovani scrittori convinti, come lui, che la creazione letteraria debba dedicarsi più allo studio dell’animo umano che alla propaganda politica e alla glorificazione della lotta di classe.
Essi si riuniscono in gruppo e danno vita ad una rivista che chiamano “Gli Esploratori” ( 探求者 “tànqiú zhě”).
Ne hanno appena pubblicato il primo numero, quando, nel luglio 1957, scoppia la “campagna contro la destra” ( 反右运动 “ fănyòu yùndòng”)
Gli intellettuali che si sono troppo esposti non tardano ad esser puniti: Lù Wénfū è inviato a lavorare in una fabbrica, dove impara il mestiere di tornitore.
Nel 1960, l’atmosfera politica si rasserena per qualche tempo e Lù Wénfū può riprendere la sua attività letteraria.
Ammaestrato dall’esperienza, sceglie temi politicamente corretti: il lavoro in fabbrica, la vita degli operai.
La situazione si deteriora nuovamente nel 1964. Accusato di revisionismo, Lù Wénfū è oggetto di una serie di violenti attacchi che chiamano spesso e volentieri in causa i suoi precedenti “antipartito”.
Nell’estate del 1965, è espulso dall’Associazione degli Scrittori e viene obbligato a lavorare come meccanico in una filatura di Sūzhōu.
Il peggio deve però ancora venire.
Con la Rivoluzione Culturale, i beni dello scrittore sono confiscati ed egli stesso viene messo alla gogna. Le Guardie Rosse lo costringono a sfilare per le vie della città portando, appeso al collo, un cartello che denuncia le sue “malefatte”.
Nel 1969 è confinato, con la famiglia, nella regione inospitale del Sūbĕi, dove passerà nove anni a lavorare la terra.
Tanta è la gioia di apprendere nel 1978 la caduta della Banda dei Quattro che si ubriaca per tre giorni di seguito.
Poi, ricomincia a scrivere.
“Devozione”( 献身“xiànshēn” ) è un omaggio agli intellettuali rivoluzionari, “Gli Appunti di Cuī Dàchéng” ( 崔大成小记 “cuī dàchéng xiǎo jì”) una riflessione sul modo in cui le maldicenze e le calunnie possono distruggere la vita di una persona.
È però soltanto con il Quarto Congresso della Federazione Nazionale delle Associazioni Letterarie ed Artistiche (中国文学艺术界联合会 “zhōngguó wénxué yìshù jiè liánhé huì)”, che si svolge a Pechino dal 30 ottobre al 15 novembre 1979 e che sancisce l’abbandono dello slogan “l’arte al servizio del popolo”, che i letterati e gli artisti cominciano a godere di una maggiore libertà nella scelta dei soggetti.
Anche Lù Wénfū fruisce di questo margine di libertà, che gli consente di affrontare le vicende storiche e politiche del paese da un particolare punto di vista: descrivendo come esse vengano vissute dai singoli individui e quale impatto abbiano sulla loro esistenza.
Nella novella “Una vecchia famiglia di venditori ambulanti”( 小贩世 家“xiăofàn shìjiā”), pubblicata nel 1980 sulla rivista “Fiori sotto la pioggia” ( 雨花“yŭhuā”), egli narra le tristi vicende di un venditore ambulante la cui vita è distrutta dalla Rivoluzione Culturale. Quando le Guardie Rosse fanno a pezzi la sua bancarella, è un antico mestiere tramandato attraverso numerose generazioni che si perde per sempre, è una tradizione secolare insostituibile che svanisce nel nulla.
La novella appare come un preannuncio del racconto che ha dato fama a Lù Wénfū: “Il buongustaio” ( 美食家 “mĕishíjiā”).
Questo racconto, pubblicato nel 1983 sulla rivista “Ricompense” (收获 “shōuhuó”) narra un quarantennio di storia della Cina visto attraverso il prisma delle tradizioni culinarie.
I due personaggi del racconto esprimono, in rapporto alla gastronomia, due visioni totalmente contrastanti: Zhū Zìyĕ 朱自冶, il “capitalista”, è un difensore appassionato della buona cucina; Gāo Xiǎotíng 高小庭, il “rivoluzionario”, tutto preso dai suoi ideali di giustizia e di uguaglianza sociale, non vede nel gusto di mangiar bene altro che la manifestazione di una mentalità reazionaria e decadente.(1)
La precisione e l’eleganza con cui vengono descritti i piatti tipici della cucina di Sūzhōu non è casuale. Lù Wénfū è lui stesso un appassionato di cucina, tanto che nel 1988 aprirà a Sūzhōu un ristorante gastronomico destinato ad un notevole successo.
In seguito, lo scrittore pubblica, nel 1984 e nel 1986, due raccolte di novelle intitolate “Ricordi della Gente dei Vicoli” ( 小巷人物志 “xiāo xiàng rénwù zhì”), in cui si sofferma sulla vita della gente comune e sulle caratteristiche di un’antica cultura popolare minacciata dalla storia e dalla modernità.
Due novelle appaiono particolarmente interessanti:
“Il Pozzo” (井 ”jīng”) ha per soggetto la tragedia di una donna la cui esistenza è sconvolta dalle pressioni della famiglia, dalle interferenze dei vicini e dalle dicerie della gente.
“Il Diploma” (毕业 “bìyè”) tratta, in sostanza, lo stesso tema, ma con un’impostazione assai originale. Cercando di spiegare perché non vuole separarsi da vari oggetti che ingombrano il suo alloggio, un’anziana donna svela ciò che ciascun oggetto rappresenta nella sua vita e le sofferenze a cui è legato.
Non mancano in queste novelle spunti autobiografici, ricordo delle traversie subite dallo scrittore all’epoca del Grande Balzo in Avanti (大跃进 “dàyuèjìn”) e, più tardi, nel periodo della Rivoluzione Culturale (文化大革命 “wénhuà dàgémìng”).
Largamente autobiografico è anche il romanzo “Nido di Uomini”( 人之窝 “rén zhī wō”), pubblicato nel 1995, dopo una gestazione decennale.
Un giovane letterato di buona famiglia, animato da idee umanitarie e progressiste, riunisce (e finisce per ospitare stabilmente) in casa propria un gruppo di studenti, con i quali sperimenterà (e subirà) dapprima l’epoca della rivoluzione, poi tutte le campagne politiche del periodo maoista, che culmineranno nella Rivoluzione Culturale.
Il gruppo riunito intorno al protagonista del romanzo impersona una generazione di intellettuali tradita e perseguitata prima dai nazionalisti e poi da Máo Zédōng.
Lo stile dell’opera è elegante e raffinato. Le numerose citazioni di versi e di brani letterari che vi figurano ricordano il modo di scrivere di un tempo ormai trascorso.
Lù Wénfū muore il 9 luglio 2005.
NOTE
- La trama del racconto si può riassumere come segue:
Dopo la fine della guerra contro i Giapponesi, ospita in casa sua due lontani parenti: lo studente Gāo Xiăotíng e sua madre.
Gāo Xiăotíng si converte alle idee rivoluzionarie e raggiunge l’Esercito popolare di Liberazione.
Anche dopo la conquista del potere da parte dei comunisti, Zhū Zìyĕ, completamente estraneo alle lotte politiche, continua, per qualche tempo, a condurre indisturbato la vita di sempre.
Gāo Xiăotíng, diventato membro del Partito Comunista, ritorna a Sūzhōu con l’incarico di dirigere un ristorante “nazionalizzato”, che gestisce secondo i principi del socialismo, trasformandolo in una sorta di mensa aziendale.
Non contento di applicare il proprio modello ideologico al locale che dirige, si sforza di imporlo a tutto il settore della ristorazione, facendo terra bruciata intorno a Zhū Zìyĕ, il quale presto non trova più un solo ristorante in cui si possa “mangiar bene”.
Per poter ancora gustare qualche manicaretto, il povero Zhū Zìyĕ è costretto a sposare l’ex-concubina di un vecchio uomo politico.
Quando la recessione economica che fa seguito al Grande Balzo in Avanti si fa più grave, a Zhū Zìyĕ non resta altra consolazione che sognare le buone ricette di un tempo.
La Rivoluzione Culturale colpisce però anche Gāo Xiăotíng che viene allontanato dal suo incarico e spedito a rieducarsi in campagna.
Dopo la caduta della Banda dei Quattro, Gāo Xiăotíng, che ha ripreso le sue funzioni di direttore, comincia ad interrogarsi sulla differenza fra un “grosso ristorante” e un “ristorante gastronomico”.
Il mutamento del clima politico induce a rivalutare le tradizioni culinarie di Sūzhōu e porta, addirittura, alla creazione di un’Associazione Gastronomica. Zhū Zìyĕ, ormai riconosciuto come un grande esperto di cucina, ne è nominato presidente.
Al banchetto inaugurale dell’Associazione partecipa anche Gāo Xiăotíng, nel cui animo le certezze ideologiche di un tempo lontano hanno ormai lasciato il posto a molti dubbi,