Capitolo I
Stasera c’è veramente una bella luna. Eran trent’anni che non la vedevo ed oggi l’ho vista. Mi sento particolarmente euforico. Solo adesso mi rendo conto che finora per più di trent’anni ho vissuto nel buio. Però devo stare molto attento. Se così non fosse, perché quel cane dinanzi alla casa dei Zhào mi avrebbe ripetutamente guardato di traverso? Ho ben ragione di
aver paura.
Capitolo II
Stasera non c’è luna. È inquietante, lo so. Stamattina, quando, con molta cautela, sono uscito di casa, lo sguardo del vecchio Padron Zhào era proprio strano. Sembrava al tempo stesso timoroso ed ostile. C’erano altri sette od otto individui che s’erano raggruppati e stavano confabulando tra di loro. Parlavano di me, perché li vedevo arricciare le labbra e guardarmi ridendo. Di nuovo un brivido mi è corso fino ai piedi. Era chiaro che erano pronti, che tutto era ormai stato deciso.
Non potevo mostrare di aver paura. Ho continuato ad andare avanti per la mia strada.
Davanti a me c’era un gruppetto di bambini. Anche loro stavano parlando di me e nei loro occhi c’era uno sguardo che non saprei definire, simile a quello del vecchio Padron Zhào. Le loro facce erano pallide. Mi sono domandato quale astio possa spingere dei bambini a comportarsi in questo modo. Non ho potuto fare a meno di fermarmi e di chiedere loro ad
alta voce: “Perché?”. Sono scappati via.
Mi domando quale risentimento possa avere verso di me Padron Zhào e per quale ragione la gente che incontro per strada ce l’abbia con me. L’unica cosa che mi viene in mente è che, una ventina d’anni fa, avevo strappato di mano al signor Gu Jiu i registri annuali dell’irrigazione e li avevo calpestati e che il signor Gu Jiu se n’era avuto molto a male. Padron Zhào non conosce il signor Gu Jiu, ma di certo gli sono arrivate voci su questa storia e vuol farmi pagare quel mio gesto. Perciò s`è messo d’accordo con quella gente sulla strada per farmi del male.
Ma, i bambini? A quel tempo non erano ancora venuti al mondo. Allora, perché oggi mi fissavano con uno sguardo in cui sembravano mescolarsi paura ed avversione.
Questo mi rende veramente inquieto. Deve essere qualcosa che gli hanno messo in testa padre e madre.
Capitolo III
Stasera non riesco proprio a prendere sonno.
Occorre riflettere su ogni cosa con attenzione per riuscire a capire.
Alcuni di questi uomini sono stati fatti bastonare e mettere alla gogna dalle autorità del distretto, altri sono stati schiaffeggiati dai notabili del villaggio, altri si son visti portar via le mogli dalle guardie, altri ancora hanno visto i genitori spinti al suicidio dalle angherie dei padroni. Ebbene,
non gli avevo mai visto finora una faccia così impaurita ed al tempo stesso così cattiva come quella che hanno adesso.
La cosa più strana è stata quella donna che ho incontrato ieri per strada, mentre picchiava il suo bambino. Gli diceva :“Birboncello! Vorrei mangiarti tutto per la rabbia che mi fai” , ma i suoi occhi erano puntati su di me. Sono stato colto da un tremito, che non sono riuscito a nascondere. Quegli individui dal volto livido e dai denti come i lupi si sono messi a ridere e a sghignazzare. Allora il vecchio Chen il quinto è corso avanti, mi ha afferrato saldamente per un braccio e mi ha trascinato in casa.
Mi ha trascinato in casa, ma sembrava che la gente di casa non mi conoscesse più. I loro sguardi erano uguali a quelli degli individui che stavano fuori. Non appena sono entrato nella biblioteca, mi hanno subito sbarrato la porta dietro, come se non fossi nient’altro che una gallina o un’anatra da chiudere nel pollaio. Questo incidente mi ha confermato che i miei sospetti non erano privi di fondamento.
Alcuni giorni fa, il nostro fittavolo del villaggio di Langzi è venuto ad informarci che il raccolto era andato male ed ha raccontato a mio fratello maggiore che un noto cattivo soggetto del paese era stato fatto bastonare a morte dalle autorità e che in seguito alcuni avevano tirato fuori dal cadavere il cuore ed il fegato, li avevano messi a friggere nell’olio e li avevano mangiati per poter diventare spavaldi come lui. Quando mi sono permesso di dire una parola, il contadino e mio fratello mi hanno guardato con tanto d’occhi. Soltanto adesso mi rendo conto che i loro sguardi erano identici a quelli della gente che sta là fuori.
Al solo pensarci, sudo freddo dalla testa ai piedi.
È gente che si è messa d’accordo per mangiare carne umana. Perché non sarebbero capaci di mangiare anche me?
Pensate alle parole di quella donna “vorrei mangiarti tutto”, alle risate di quei tipi dal volto livido e dai denti affilati, al racconto del fittavolo...è chiarissimo che sono tutte allusioni dissimulate, comunicazioni in codice. Vedo perfettamente tutto il veleno che cola nelle loro parole, tutta la perfidia nascosta nelle loro risate. Hanno i denti bene allineati, tutti bianchi ed aguzzi: sono mangiatori di uomini.
Per quanto mi riguarda, posso assicurare che sono un persona perbene, anche se, da quando ho calpestato i libri contabili di casa Gu, può sembrare difficile sostenerlo.
È come se questa gente avesse un modo di pensare nascosto, che mi sfugge del tutto.
Se vogliono rovinare la reputazione di qualcuno, allora dicono che è un cattivo soggetto. Mi ricordo ancora che, quando mio fratello maggiore mi aiutava a fare i temi, per quanto esemplare fosse il personaggio di cui dovevo parlare, se facevo qualche osservazione nei suoi confronti, la metteva in evidenza, tracciando un cerchio intorno agli ideogrammi, mentre, allorché tentavo di trovare qualche scusa per un farabutto, mi diceva: “Vedo che oggi hai fatto dei ragionamenti sottili. Questo dimostra comunque una certa originalità”.
Io qui devo assolutamente riuscire a decifrare i loro pensieri; questa è gente che vuole mangiare degli esseri umani. Ma come posso fare?
Occorre studiare qualsiasi fenomeno con molta cura per poterlo capire.
Mi ricordo ancora di aver letto che nel lontano passato il cannibalismo era frequente, ma non ho le idee molto chiare in proposito.
Ho dato un’occhiata ad un libro di storia, che però non riportava le date e sul quale, in ogni pagina, erano tracciati di traverso i caratteri “Umanità” e “Virtù”. Poichè, pur essendomi coricato, non riuscivo ad addormentarmi, ho letto senza sosta per metà della notte finché gli ideogrammi si sono messi a ballare dinanzi ai miei occhi e tutto il libro si è riempito di due soli caratteri “mangiare uomini”. Tutti questi innumerevoli caratteri identici del libro, tutte le parole nel discorso del fittavolo mi guardavano con un sorriso sarcastico nei loro occhietti di scimmia.
Anch’io sono un uomo, e loro vogliono mangiarmi!
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